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Il giallo di Erika Ferini Strambi, il padre in lacrime: “Vogliamo la verità”. Dopo la serata al karaoke ha incontrato qualcuno?

Il corpo semisvestito con accanto le stampelle, una scarpa agganciata e l’altra sfilata. Non si trovano cellulare e la borsa di tela. La vettura era chiusa con le chiavi infilate nel quadro. Dopo l’ipotesi dell’incidente, spunta quella dell’omicidio

Erika Ferini Strambi e l'auto trovata in un campo a Pantigliate, nel Milanese

Erika Ferini Strambi e l'auto trovata in un campo a Pantigliate, nel Milanese

Milano, 20 luglio 2025 – Cos’è accaduto a Erika Ferini Strambi? La 53enne, manager HR di Luxottica, è davvero morta in un incidente tra le camapgne di Peschiera Borromeo e Pantigliate, nel Milanese?

Erika Ferini Strambi e l'auto trovata in un campo a Pantigliate, nel Milanese
Erika Ferini Strambi e l'auto trovata in un campo a Pantigliate, nel Milanese

Dai dettagli che stanno emergendo, in attesa dell’autopsia, i carabinieri non sembrano convinti di questa ipotesi e inizia a fasri sempre più strada la pista dell’omicidioDo la massima fiducia alle forze dell'ordine, sicuramente metteranno il massimo impegno per giungere alla verità che noi tutti vogliamo”, ha detto il papà Aldo Sergio, in lacrime, al Tgr Lombardia. E ha aggiunto: “È inconcepibile che sia uscita dalla portiera dell’auto. Sicuramente ci sono delle ipotesi: che questa o queste persone che ha incontrato quella sera non fossero di suo gradimento. Per cui lei potrebbe aver sentito paura. Non vorrei immaginare cose strazianti”.

La scomparsa, l’allarme e l’appello

Alta circa un metro e quaranta, occhi castani e capelli biondi, Erika era impiegata nelle risorse umane alla Luxottica. Il 3 luglio era stato l’ultimo giorno nel quale si è presentata al lavoro. Il 7 luglio il padre, che non riusciva a mettersi in contatto con la figlia, ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Milano Monforte. Il sabato precedente la donna avesse trascorso la serata con alcuni amici, a Segrate. Poi di lei si erano perse le tracce.

A far scattare l’allarme erano stati anche i colleghi dopo che, nella giornata di lunedì 7 luglio, la donna non si era presentata al lavoro, né aveva telefonato per motivare la sua assenza. Del suo caso si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?“, che aveva ospitato l’accorato appello di un’amica: “Erika, facci sapere che stai bene”. Foto e segnalazioni erano state diffuse sui social, nella speranza – vana, purtroppo - che la vicenda potesse concludersi positivamente.

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Le ricerche

Le ricerche della donna, coordinate dalla Prefettura di Milano col coinvolgimento di carabinieri, vigili del fuoco e nuclei di polizia locale, avevano preso le mosse dalla zona al confine tra Peschiera Borromeo e Pantigliate: proprio una cella telefonica di Pantigliate, infatti, era stata l’ultima che il cellulare della 53enne aveva agganciato.

Il corpo trovato in un campo

Dopo una decina di giorni, mentre agenti e militari battevano palmo a palmo il territorio, è arrivata la segnalazione di un agricoltore, che ha avvistato in un fosso un’auto, una Mini Cooper nera del 2011. Quella della donna.

A circa 200 metri è stato poi rinvenuto il cadavere, semisvestito. Una scarpa ancora agganciata a un piede, l’altra sfilata e ritrovata a pochi centimetri. Accanto al corpo c’erano le stampelle che la 53enne usava per muoversi. L’auto aveva gli sportelli chiusi e la chiave inserita nel quadro elettrico.

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Si cercano telefono e borsa

Non è però stato trovato il telefono, così come manca all’appello la borsa di tela: i carabinieri chiederanno al Comune di tagliare le piante in due aree delimitate, vicino al corpo e vicino alla Mini. 

L’ultima serata al karaoke

Stando a quanto emerso finora, la donna aveva trascorso la serata di sabato 5 luglio nel ristorante inGordo di Segrate: quella sera c’era il karaoke, una delle passioni della cinquantatreenne, che frequentava anche altri locali sia a Milano che nell’hinterland per cantare brani noti in compagnia. Le testimonianze raccolte dai militari riferiscono che la donna sarebbe andata via un quarto d’ora prima dell’una: pare che avesse bevuto qualche drink, e di conseguenza un conoscente si sarebbe offerto di accompagnarla a casa; lei avrebbe gentilmente rifiutato, dicendo che ce la faceva a guidare. 

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Le immagini delle telecamere

Gli investigatori stanno cercando a ritroso, soprattutto nelle immagini registrate da occhi elettronici e varchi contatarghe: attorno all’una, una telecamera avrebbe ripreso il passaggio della Mini in via 2 Giugno a Peschiera Borromeo, tappa intermedia di un percorso apparentemente incompatibile con quello che porta in piazzale Cuoco; in quel momento, la donna era da sola all’interno della macchina.

L’incontro con qualcuno?

E poi? È possibile che Erika abbia incontrato qualcuno lungo il tragitto e che i due abbiano deciso di appartarsi in quella stradina sterrata, accanto a una pensione per cani (non risulta che Erika avesse un fidanzato né frequentazioni stabili)? Ammesso che sia andata così, e al momento non ci sono elementi concreti a puntellare questa ricostruzione, ecco la domanda successiva: perché i 200 metri di distanza tra il corpo e la Mini? Non è escluso che tutto sia avvenuto vicino al luogo in cui è stato scoperto il cadavere e che poi qualcuno abbia spostato di proposito l’auto, incastrandola per metà in un fosso come a simulare un incidente

Autopsia ferma e fascicolo incagliato

Non ha ancora trovato una definitiva assegnazione il fascicolo d’indagine sulla morte di Erika Ferini Strambi. Da sciogliere il conflitto di competenze fra magistrati. Letizia Mocciaro di turno l’8 luglio ha iscritto il fascicolo. Il 16 luglio quando è stato scoperto il cadavere è stato avvisato il pm Francesco De Tommasi. Il primo magistrato, prossimo al trasferimento, ha chiesto la riassegnazione del fascicolo al collega. In questi giorni il passaggio non sarebbe stato ancora formalizzato e non è stato possibile ancora disporre l’autopsia sul cadavere, decisiva per stabilire se si tratti di omicidio.

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