REDAZIONE MILANO

"Incontri riservati sui progetti". E consulenti in conflitto di interessi

Un componente della Commissione paesaggio bocciò un progetto immobiliare e poi, poco dopo, sarebbe stato scelto dallo stesso costruttore...

Un componente della Commissione paesaggio bocciò un progetto immobiliare e poi, poco dopo, sarebbe stato scelto dallo stesso costruttore...

Un componente della Commissione paesaggio bocciò un progetto immobiliare e poi, poco dopo, sarebbe stato scelto dallo stesso costruttore...

Un componente della Commissione paesaggio bocciò un progetto immobiliare e poi, poco dopo, sarebbe stato scelto dallo stesso costruttore come collaboratore-consulente. Questa vicenda viene citata come "emblematica" ed è citata nelle carte della maxi inchiesta sull’urbanistica e, in particolare, da una testimonianza, davanti ai pm dell’8 ottobre scorso, di Guido Riganti, da marzo direttore Rigenerazione urbana del Comune e all’epoca della deposizione "architetto dell’Area pianificazione attuativa". Il caso che emerge dal verbale risale al 2023 e riguarda un intervento immobiliare nell’area di Vaiano Valle.

L’impresa interessata al progetto nell’ambito di un piano attuativo, ha ricostruito il teste, "aveva chiesto un parere alla Commissione paesaggio". Parere che sarebbe stato "negativo per due volte consecutive". A quel punto, la società "mi comunicò - ha spiegato Riganti - che era stato cambiato il progettista con un architetto membro della Commissione paesaggio, l’architetto Trivelli", tra gli indagati nella maxi indagine. Così Riganti chiamò quella che all’epoca era la dirigente comunale a cui faceva capo la gestione della Commissione, la quale gli avrebbe risposto "che il regolamento (...) non vietava che un componente, che prima si era espresso sul progetto, potesse assumere l’incarico" dal privato.

Riganti ne parlò anche con altri dirigenti e "decidemmo di scrivere, il 30 agosto 2023, una mail al presidente dell’Ordine degli architetti", che non mi "ha mai risposto". Inoltre, due anni fa, in una lettera inviata alla Procura da un "anonimo" era stato descritto quel meccanismo ipotizzato dall’indagine sulla gestione dell’urbanistica. Nel testo si parlava di "mele marce" in seno alla Commissione per il Paesaggio, la cosiddetta "CdP", azzerata ad aprile e ora al centro della maxi inchiesta che ha portato i pm milanesi a chiedere il carcere per chi la guidava, Giuseppe Marinoni (nella foto) e il vice Alessandro Scandurra, per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, e per l’architetto-manager Federico Pella. I domiciliari, invece, sono stati proposti per l’ormai ex assessore Giancarlo Tancredi e per il Ceo di Coima, Manfredi Catella.

An.Gi.