
Alessio Giovanelli in Australia: ci è andato dopo aver lasciato il lavoro a Milano e una serie di esperienze in Canada, Paesi Bassi e Sri Lanka
Milano – La distanza tra Perth e Milano è all’incirca di 18 ore di volo. Quando in Italia sono le 12 e negli uffici la pausa pranzo si avvicina, in Australia la giornata lavorativa è già conclusa. Ma la distanza non è stata un ostacolo per Alessio Giovanelli, 28 anni, che ad aprile ha deciso di lasciare l’Italia, una carriera avviata e una quotidianità divisa tra amici, famiglia ed esperienze. Dopo una laurea in economia aziendale, e una fitta lista di esperienze nel mondo, dal Canada ai Paesi Bassi, Alessio si è trasferito a Milano per la specialistica in Bocconi, rimanendo nel capoluogo lombardo a lavorare. Fino a marzo scorso quando ha comprato un biglietto aereo di sola andata, destinazione Australia.
Secondo gli ultimi dati della Fondazione Nord Est tra il 2011 e il 2023 circa 350 mila persone tra i 18 e 34 anni hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero: il dato reale è tre volte maggiore se si considera che tanti mantengono la residenza italiana. Nel 2023 la Lombardia ha il saldo peggiore (-5.760). Un'emigrazione che aggrava il calo di giovani italiani, scesi da 13,5 milioni nel 2000 a 9,1 nel 2024. “Perché a volte anche un buon lavoro non basta”, spiega Alessio, che dopo un periodo in Luxottica, ha lavorato per due anni e mezzo da Pirelli.
“Mi trovavo bene ma volevo cambiare settore. A questo si è aggiunta la necessità di cambiare casa e vivere da solo, senza coinquilini, ma i prezzi anche per un monolocale erano folli”. Così la decisione è venuta spontanea e ora Alessio lavora in una farm australiana (azienda di produzione del latte), immerso nella natura e in un lavoro manuale mai fatto prima.

La vita in una farm australiana
“Mi divido tra la mungitura delle mucche e la produzione: è una routine impegnativa e spesso si comincia la mattina alle 4, racconta Alessio. Ma questo pesa relativamente: “Conosco i miei turni con largo preavviso (pubblicati in un’app), quindi riesco ad organizzarmi. Noi backpackers (europei immigrati) abbiamo un contratto casual, senza ferie né malattia ma con un aumento di stipendio del 25% all’ora”, racconta il ventottenne. Una vita molto meno impattante di quella italiana, abitudinaria anche nella sua frenesia.
“Grazie a Milano ho capito cosa voglio e cosa non voglio: mi serviva un’esperienza così per conoscermi più a fondo”, continua Alessio. “Milano è un piccolo ecosistema, fai sempre le stesse cose e l’importante è farle. Le sere in cui sei da solo in casa, ti domandi il perché. Ma non dovrebbe essere così”. La vita in Australia, invece, viaggia a un’altra velocità: più tempo libero che permette più serenità. Ora a Northcliffe (a 350 km a sud di Perth), paese di 500 anime, il futuro di Alessio è tutto da definire: “Lavorerò fino a fine agosto e a settembre farò un road trip insieme a un amico. Poi trascorrerò due settimane in Indonesia e tornerò in Australia. Dove non lo so e a fare cosa non lo so. So solo che ogni lavoro sarà di durata breve”.
La generazione Z e la vita in ufficio
Sempre più giovani come Alessio preferiscono cercare altrove una stabilità mentale che in Italia si fatica a trovare: secondo i dati 2024 del Global Talent Barometer di ManpowerGroup, la generazione Z si dichiara la più stressata a lavoro (57%) e la più incline a cambiare impiego per propria scelta in futuro (49%). “C’è un interesse maggiore alla cura del proprio benessere mentale perché sembra che se non vai veloce allora non funzioni”, riflette Alessio. “La vita da ufficio mi permetteva di viaggiare ma non mi riconoscevo più in una dinamica stretta, con una visuale limitata”.
In Sri Lanka, dove mi sono fermato prima di arrivare in Australia, ho conosciuto un coetaneo che, oltre il lavoro da remoto per un’azienda europea, ha aperto e gestisce una surf house (e spazio coworking) a Fuerteventura”. Storie che stimolano ancor di più la volontà di rimescolare le carte in tavola pur di trovare il proprio benessere. Ad Alessio l’indefinito non spaventa, anzi, è un monito per scoprire, curiosare e conoscere sé stesso. “Posso cogliere ogni opportunità e possibilità. Tanto cos’ho da perdere?”.