ROBERTO CANALI
Cronaca

Un'alga minaccia il Ceresio: è allarme “peste d’acqua”

Porlezza, la Lagarosiphon major è originaria dell’Africa meridionale viene di solito usata come pianta d’abbellimento negli acquari. Un tempo avrebbe avuto vita breve ma il clima impazzito che ha “tropicalizzato“ le acque del lago di confine favorendo. E ora sta colonizzando i fondali

La presenza dell’alga è stata rilevata dall’Ufficio della Natura e del Paesaggio dei Canton Ticino Alcuni sub hanno segnalato la rapida espansione nella zona della diga di Melide e Bissone

La presenza dell’alga è stata rilevata dall’Ufficio della Natura e del Paesaggio dei Canton Ticino Alcuni sub hanno segnalato la rapida espansione nella zona della diga di Melide e Bissone

Porlezza (Como) – In gergo si chiama “peste d’acqua arcuata“ e l’annuncio della sua presenza ha già messo in subbuglio le associazioni ambientaliste italiane e svizzere, preoccupata perché l’illustre malato è niente meno che il Ceresio. Il lago di confine è infatti già parzialmente colonizzato da questo tipo di alga la cui presenza è stata rilevata dall’Ufficio della Natura e del Paesaggio del Canton Ticino. La “Lagarosiphon major” - questo il nome scientifico della specie alloctona – è originaria dell’Africa meridionale e probabilmente è giunta da noi come pianta ornamentale per l’abbellimento di acquari e laghetti e probabilmente ha attecchito nel lago dopo che qualcuno l’ha gettata incautamente in acqua. Un tempo avrebbe avuto vita breve, ma il clima impazzito che ha “tropicalizzato“ le acque del lago di confine – a inizio luglio si sono raggiunti i 28 gradi – ha favorito la sua proliferazione.

La sua presenza è stata segnalata da alcuni sub nella zona della diga di Melide e Bissone dove è in rapida crescita e ha già ricoperto buona parte del fondale. Un po’ quel che è capitato sul lago di Garda dove da tempo la “peste” ha colonizzato i fondali più bassi. Questa pianta infatti per poter vivere ha bisogno di molta luce e per questo si sviluppa in acque la cui profondità non supera i sei metri. In grado di crescere con grande rapidità può raggiungere in poco tempo uno sviluppo di diversi metri e anche se non è dannosa per l’uomo causa danni molto gravi all’ambiente perché si sostituisce alla flora autoctona, creando poi problemi anche ai pesci che non riescono più ad alimentarsi.

A lungo termine i suoi effetti possono essere anche peggiori, siccome viene utilizzata come pianta ossigenante per gli acquari dispersa in un lago può elevare la concentrazione di ossigeno disciolto grazie ai suoi elevati tassi di fotosintesi, salvo poi produrre l’effetto contrario perché limita la circolazione dell’acqua e nel tempo consuma più ossigeno di quanto produce a causa dei processi di decomposizione della biomassa prodotta. Inoltre riduce la quantità di luce a causa della fitta copertura che la sua crescita incontrollata genera: a seconda delle condizioni, in presenza di nuclei densi può filtrare meno dell’1% della luce fino a quasi 3 metri di profondità.