
I funerali di Elena Belloli e Rubens Bertocchi a Cene (Bergamo)
Cene (Bergamo) – Parrocchia di Cene. È il giorno dei funerali di Rubens Bertocchi e Elena Belloli, marito e moglie: lui giovedì scorso l'ha uccisa sparandole con una pistola regolarmente detenuta. Poi si è tolto la vita. La comunità, ancora attonita (è trascorsa una settimana dal dramma che ha sconvolto il paese seriano) si ritrova per tributare l’ultimo saluto. La chiesa è gremita.

Il feretro dell’uomo è già all’interno. Si recita il rosario. Più tardi arriva anche quello della donna. Nei primi banchi, assieme ai parenti stretti, ci sono anche i due figli della coppia, 11 e 20 anni, e sono stati proprio loro a chiedere che i funerali dei genitori venissero celebrati assieme.
Le parole di don Primo Moioli, parroco di Cene, vanno dritte al punto senza tergiversare. “Elena è l’ennesima vittima di una società malata, una società che deve riscoprire il ruolo della donna”. Un ruolo che “non può essere marginale, subordinato a quello dell’uomo, che non può essere relegato soltanto a quello di madre e moglie”. Parole, quelle pronunciate da don Primo durante la sua omelia, che fanno riflettere.

Poi l’affondo quando il parroco definisce i femminicidi una “piaga” da estirpare. “Come è possibile rinascere anche a livello sociale? Con quali attenzioni? Con quali strategie condivise, fratelli? La donna guida illuminata di un mondo che deve rinascere e che deve uscire dalla grotta di un oscuro maschilismo, che lo caratterizza da troppi secoli. Bisogna sciogliere le bende, bisogna partire da una giusta legislazione che tuteli maggiormente la donna. Bisogna partire da una attenta e mirata formazione delle nuove generazioni, dei nostri ragazzi delle scuole".
E ancora: “Bisogna forse riscrivere i libri di storia, mostrando le sublimi figure femminili che hanno fatto grande l'intera umanità e che sistematicamente non sono mai citate. Solo partendo da questa nuova prospettiva, che è una nuova nascita culturale, andremo chiudendo l'orrore diabolico dei femminicidi. Solo partendo da una nuova attenzione al mondo femminile, il martirio di Elena non sarà stato vano. Il sangue di Elena e di tante altre donne martiri laiche come lei sia seme di una nuova visione della vita e quindi di una società finalmente rinnovata nel rispetto, nell'amore e nella tutela di tutti e di tutte. Ciao Elena, riposa finalmente in pace, ci mancherai”.
E dai banchi della chiesa parte l'applauso. Ai figli della coppia il parroco ha chiesto di provare a ripartire, nonostante il dolore, nonostante la mancanza di senso. Poi è toccato a monsignor Andrea Paiocchi, di Borgo Santa Caterina, tracciare un ricordo di Rubens e Elena: è stato lui a unirli in matrimonio. “Nulla lasciava prevedere un esito così drammatico”.