FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Omicidio-suicidio di Cene, il paese sotto choc: “Ora il pensiero va ai due figli”

Comune e istituto scolastico si attivano per dare supporto ai fratelli di 11 e 21 anni, rimasti orfani dei genitori Rubens Bertocchi ed Elena Belloli dopo il drammatico doppio gesto estremo dell’uomo

Elena Belloli e Rubens Bertocchi

Elena Belloli e Rubens Bertocchi

Cene (Bergamo) – Una volta Rubens Bertocchi confidò a un amico: “La pistola mi fa paura”.

Ne custodiva una, regolarmente detenuta, la calibro 22 semiautomatica per uso sportivo che giovedì ha impugnato per uccidere sua moglie, Elena Belloli, 52 anni, e che poi ha rivolto contro se stesso, nel loro appartamento di via Fanti 43 a Cene. Sette colpi esplosi, due quelli indirizzati alla moglie.

Domani alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII sarà effettuata l’autopsia sui due corpi; chiarirà quanti colpi sono andati a segno e soprattutto dove. Cene appare un paese sconvolto, l’omicidio-suicidio ha lasciato la comunità senza parole. Chi conosceva bene Rubens, 54 anni, e Elena (la coppia aveva due figli di 11 e 21 anni: quest’ultimo ha dato l’allarme) non se ne capacita. Nessun segnale di crisi, nessun episodio precedente di aggressività. Le indagini, coordinate dal pm Golluccio, si stanno concentrando sulle ore che hanno preceduto il femminicidio. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro sull’ipotesi di un presunto tradimento da parte della donna.

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La casa di Cene dove si è consumato l'omicidio-suicidio

Bertocchi, ex commerciante di alimentari, guardia giurata in un palazzo di Bergamo Alta, prima di far fuoco contro se stesso aveva confessato a un amico: “L’ho uccisa, mi sparo”. Dal contenuto di quel messaggio, i carabinieri della compagnia di Clusone, al lavoro con i colleghi del Nucleo investigativo, hanno ipotizzato il movente del femminicidio. A quanto pare il 54enne era infuriato per aver scoperto qualcosa che lo ha destabilizzato. Un sospetto o una convinzione? A questa domanda gli inquirenti sperano di dare una risposta dopo l’analisi delle copie forensi dei telefoni sequestrati ai coniugi.

Venerdì i carabinieri hanno ascoltato il figlio più grande e i parenti della coppia. La gente per strada, nei bar e nei negozi racconta di aver più volte visto marito e moglie passeggiare insieme per le vie del paese, come una coppia serena – riferiscono – anche pochi giorni prima del delitto. “Quando ho saputo quel che era successo ho pensato subito a un’altra famiglia, in paese ci sono alcune situazioni delicate che monitoriamo – commenta il sindaco Edilio Moreni –. Mai e poi mai avrei mai immaginato che questa storia riguardasse Elena e Rubens. Ora il pensiero va ai figli, per un loro supporto, abbiamo subito attivato i nostri servizi sociali”.

L’istituto comprensivo Gazzaniga, frequentato dal figlio minore della coppia, si è mosso contattando gli psicologi. Lo stesso ha fatto Renato Bortolotti, datore di lavoro di Elena Belloli nello studio tecnico di via XXV Aprile. “Di fronte a un fatto del genere non si può restare indifferenti – spiega il dirigente scolastico Andrea Carrara –. In tutte le classi si è dato spazio a questa vicenda per una riflessione”. In serata, nella chiesa parrocchiale, c’è stato un momento di preghiera. Anche don Primo Moioli ha definito l’accaduto “un fulmine a ciel sereno”.