Milano, 30 luglio 2025 – Vivono nell’hinterland milanese e non erano già noti per la partecipazione a manifestazioni pro Pal né per l’appartenenza a realtà antagoniste. Ecco i profili dei primi tre identificati nell’indagine della Digos sul raid antisemita di domenica sera nell’area di sosta Villoresi Ovest dell’A8. Stando a quanto risulta, i volti dei tre sarebbero tra quelli immortalati nel filmato circolato due giorni fa sul web, girato col cellulare proprio dall’uomo finito nel mirino perché indossava la kippah. Di conseguenza, i tre potrebbero aver preso parte all’aggressione verbale nei confronti del cinquantatreenne francese di religione ebraica, entrato in autogrill con il figlio di 6 anni per andare in bagno. La Procura di Milano indaga attualmente su un gruppo di una quindicina di persone.
L’indagine in corso
Resta da capire se i tre fossero presenti pure nella seconda fase del raid, andata in scena nella zona delle toilette (non coperta da telecamere di videosorveglianza): stando alla denuncia di Elie Sultan, lì una decina di persone gli avrebbe chiesto con insistenza di cancellare il video; e poi alcuni di loro lo avrebbero preso a calci. Nelle prossime ore, gli investigatori potrebbero risalire ad altre identità, da condividere con la Procura per valutare le singole posizioni e attribuire a ognuno le responsabilità che emergeranno nel corso degli accertamenti.
Solidarietà
Al setaccio anche i fotogrammi registrati dagli occhi elettronici della stazione di servizio, che potrebbero aver ripreso le targhe delle auto sulle quali viaggiavano gli aggressori. L’aggiunto Eugenio Fusco ha aperto un fascicolo contro ignoti per percosse aggravate dall’odio razziale; non è stato possibile per la Procura ipotizzare il reato di lesioni in assenza di un referto medico, visto che l’uomo malmenato non ha richiesto l’intervento dei sanitari né si è recato in pronto soccorso per farsi medicare. "Ho avuto reazioni di solidarietà che mi hanno scaldato il cuore dal mondo ebraico, ma ho ricevuto anche messaggi online contro me e mio figlio di odio e violenza – ha raccontato ieri all’Ansa il turista francese, rientrato a Parigi con la famiglia dopo aver presentato denuncia agli agenti della Stradale –. Sono arrivati insulti antisemiti, dicendo che dovrei avere un tatuaggio al braccio e che sono autore di genocidio".

Vacanze in Italia
Durante il raid, il bambino "non ha avuto una reazione, è rimasto immobile, ma io gli ho spiegato quanto è successo. Gli ho raccontato che ci sono alcune persone cattive a cui non piacciamo e che quello che è successo è stato un incidente, che papà l’ha protetto". Stando a quanto messo nero su bianco nella denuncia presentata agli agenti della Stradale di Busto Arsizio, l’uomo e il figlio, che stavano rientrando a Milano dopo una gita al lago Maggiore, sarebbero stati insultati al grido di "assassini", "Palestina libera" e "Qui non è Gaza". Poi, in un secondo momento, all’uscita dai bagni al piano di sotto, vi sarebbe stata l’aggressione fisica, tanto che l’uomo, una volta finito a terra, sarebbe stato colpito a calci.