
Incidente tra quad e auto (Foto archivio)
Bergamo, 29 luglio 2025 – Tragedia durante una vacanza in Croazia.
Nella notte di lunedì 28 luglio, un bergamasco di 19 anni, Pietro Adobati, è morto dopo un violento schianto contro un’auto, mentre era alla guida di un quad, nella località di Jakišnica, nel nord dell’isola di Pag.
La dinamica e le cause dell’incidente sono ancora tutta da chiarire. Dalle prime informazioni, però, sembra che il giovane abbia perso il controllo del mezzo e, dopo aver sbandato, il quad avrebbe invaso la corsia opposta e sarebbe stato centrato sul lato posteriore da un’automobile, condotta da una donna di 44 anni.
L’impatto è stato fatale: il ragazzo è morto sul colpo, prima dell’arrivo dei soccorsi. I tentativi di rianimazione si sono rivelati inutili. Le autorità croate hanno aperto un’indagine per chiarire quanto accaduto e le eventuali responsabilità.
Pietro Adobati si trovava in vacanza con gli amici per festeggiare il diploma appena conseguito al liceo Amaldi di Alzano Lombardo. Lui e la famiglia erano molto inseriti nella comunità parrocchiale e il 19enne giocava da anni nella ‘A.s.d David’ dell’oratorio di Nembro.
Proprio l'ex curato di Nembro, don Matteo Cella, ha voluto dedicargli un ricordo sul suo profilo Facebook, accanto a una fotografia che immortala un Pietro bambino. “Ho cercato una bella foto che ti ritraesse, un primo piano. Ne ho sfogliate a centinaia. Nemmeno una, tranne questa. Tutte le altre erano scene di gioco, momenti di gruppo, scorci di felicità. Non amavi essere al centro dell’attenzione e ti muovevi solo con altri. Non cercavi l’esibizione ma la compagnia. Sapevi esserci, sempre”, scrive il sacerdote.

E prosegue: “Eri così da piccolo, imitando la creatività e l’intraprendenza dei tuoi fratelli e la loro presenza frizzante. Hai continuato ad essere un buon amico, una presenza costante e concreta, uno che sa stare al gioco anche da grande. E poi sapevi sorridere. Mai in modo sguaiato, celando forse un po’ di timidezza. Riuscivi di leggere le situazioni e le abitavi. E insieme a te si respirava aria fresca”.
“Te ne sei andato via – aggiunge don cella – Troppo presto si direbbe. La strada all’improvviso ti ha costretto a una fuga in avanti. Questa volta sei solo di fronte al mistero. Non è da te. Ci hai lasciati tutti indietro e senza parole. Da sempre-presente ti sei fatto assente. Da sorriso e ironia ti sei fatto silenzio”.
E un desiderio: “Adesso vorrei poter scattare una nuova foto con te e tutti i tuoi amici, sempre numerosi e chiassosi. Vorrei avere un nuovo momento per ritrarre la vitalità e la gioia. Vorrei poter condividere una nuova avventura. Ma mi restano solo una preghiera e una speranza. A quel Gesù che un po’ ti assomiglia - buon amico, fedele e saggio, leggero e insieme profondo - chiedo di farti compagnia. Gli chiedo di sorridere con te. E di far sorridere un po’ anche noi che adesso non ne abbiamo proprio nessuna voglia”