
Le cartoline, ormai, nessuno le spedisce più. Sono addirittura quasi introvabili pure nelle tabaccherie e nei negozi di souvenir...
Le cartoline, ormai, nessuno le spedisce più. Sono addirittura quasi introvabili pure nelle tabaccherie e nei negozi di souvenir dove era uso sceglierle con cura, per poi imbucarle prima di rientrare dalle vacanze. Esiste, tuttavia, un florido mondo parallelo che riguarda quelle d’epoca, delle quali è appassionato cultore anche Ippolito Edmondo Ferrario (nella foto) che dalla sua collezione ne ha scelte oltre cento, dai primi del Novecento ai giorni nostri, per il suo "Aprica. La mappa dei ricordi". Più che un libro, un diario, un omaggio in parole e fotografie, appunto, alla località del cuore, quella che gli fa ammettere di sentirsi "più aprichese che milanese" anche perché nella località turistica orobica ha trascorso la maggior parte degli inverni e delle estati dei suoi quasi 50 anni.
Classe 1976, saggista e scrittore di noir, Ferrario si è cimentato in questo "amarcord" per passare in rassegna tante attività (impianti di risalita, alberghi, ristoranti, locali, bar e negozi) che hanno fatto la storia del paese e di cui in molti conservano ancora la memoria, sebbene non esistano più. Pur soffermandosi in particolare sugli anni Ottanta e Novanta, l’autore ha inserito anche alcuni excursus che risalgono ai decenni precedenti per un viaggio intimo e appassionato tra le vie, le piste da sci e i volti di un paese di montagna "che come un po’ tutti, non è certo rimasto uguale a com’era – ammette – ma ugualmente continua a custodire grande bellezza". Da qualche settimana "Aprica. La mappa dei ricordi", accompagnato dalla prefazione di Alliana Bozzi, responsabile marketing delle società degli impianti di risalita di Aprica prossimamente sarà presentato proprio nella località cui è dedicato. "Magari in autunno, fuori stagione, perché in questi ricordi ci si possono ritrovare sì turisti come me, ma anche tanti aprichesi doc".
S.B.