SARA BALDINI
Cronaca

Sondrio, blitz nelle aziende agricole. Quattro fuori legge: sanzioni per 27mila euro

Maxi operazione dei carabinieri in cinque attività “sospette”. Tre ditte sospese per gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro

Tra le varie violazioni riscontrate anche l’utilizzo in un’azienda di un impianto audiovisivo che permetteva di controllare a distanza i lavoratori senza alcuna autorizzazione

Tra le varie violazioni riscontrate anche l’utilizzo in un’azienda di un impianto audiovisivo che permetteva di controllare a distanza i lavoratori senza alcuna autorizzazione

Sondrio – In provincia sono risultate irregolari quattro aziende agricole sulle cinque che il personale del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro (Nil) ha controllato nell’ambito della campagna di vigilanza condotta dall’Arma in tutta Italia tra il 31 luglio e l’11 agosto. Le ispezioni, condotte da squadre composte da carabinieri dei reparti territoriali (stazioni, tenenze e compagnie) e personale specializzato del Comando carabinieri per la tutela del lavoro, sono state precedute da un’ analisi dei dati custoditi nelle banche dati a disposizione dell’Arma.

Tra le cinque risultate “potenzialmente a rischio” in Valle, sono stati elevati tre provvedimenti di sospensione dell’attività “per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” e altrettante prescrizioni per un totale, tra sanzioni e ammende, di oltre 27mila euro. Tre anche le persone deferite in stato di libertà all’autorità giudiziaria per la mancata redazione del Dvr (Documento di valutazione dei rischi) e di altri reati penali, tra cui la presenza in una di queste aziende di un impianto audiovisivo che permetteva di controllare a distanza i lavoratori “in assenza – chiariscono i Carabinieri - dei presupposti e autorizzazioni di legge”.

“Le Stazioni carabinieri – sottolineano dal Comando provinciale - grazie ad una straordinaria conoscenza delle dinamiche socioeconomiche dei territori loro affidati, garantiscono una risposta immediata al verificarsi di gravi fenomeni distorsivi del mondo del lavoro e di sfruttamento dei lavoratori”. Ma siamo davvero in presenza, anche in Valtellina, tra frutteti e vigneti, di un quadro davvero così “fuori legge”? “Sono sconcertato e perplesso. Io mi auguro che i controlli abbiano dato questi risultati perché effettuati cioè su casi “sospetti” emersi da incroci di dati, non trovo altre spiegazioni”, commenta Sandro Bambini, presidente provinciale di Coldiretti. “Già il fatto che in un’azienda non vi sia il Dvr significa che non si è proceduto ad assumere - aggiunge – Noi che da anni ci spendiamo contro il caporalato, per sensibilizzare i nostri agricoltori al rispetto di tutto quanto la legge impone, condanniamo simili condotte. Quella delle aziende irregolari non è degna nemmeno di essere chiamata agricoltura perché crea concorrenza sleale agli stessi agricoltori, approfittando del disagio di chi ha bisogno di lavorare”.