
Silvana Damato
Milano – L’ispezione approfondita del Ris avrebbe evidenziato alcune tracce di sangue già emerse durante il primo sopralluogo dei colleghi della Sis del Nucleo investigativo di via Moscova. Quindi, non macchie esaltate dal luminol, bensì visibili con le strumentazioni delle tute bianche di Parma e ora da passare al setaccio in laboratorio per fornire elementi potenzialmente utili alle indagini. Ecco l’esito preliminare del sopralluogo degli specialisti del Reparto investigazioni scientifiche: niente di dirimente al momento per l’inchiesta sulla tragica fine di Silvana Damato, ma una base di partenza per un lavoro di approfondimento tecnico che proseguirà nelle prossime settimane. Le tute bianche sono arrivate poco dopo le 10 di ieri davanti allo stabile popolare al civico 7 di via Bisnati e hanno raggiunto l’appartamento del sesto piano dove viveva l’ex tabaccaia in pensione. Proprio lì dove la sessantanovenne è stata ritrovata senza vita la sera dell’8 agosto.
L’inchiesta dei militari della Compagnia Duomo, coordinati dalla pm Valentina Mondovì, parte dai risultati ancora parziali dell’autopsia sul cadavere dell’ex tabaccaia della Centrale: la donna, divorziata da tempo, aveva alcune tumefazioni vicino agli occhi e sulla fronte, segni che potrebbero essere riconducibili a colpi in faccia, e una ferita al collo compatibile con un fendente sferrato con un coltello o con un oggetto particolarmente appuntito, che potrebbe aver provocato un’emorragia interna. Traumi, in ogni caso, ritenuti non letali da chi sta indagando da 19 giorni sul caso.
Il corpo è stato ritrovato nella vasca da bagno: la donna indossava slip e vestaglia e aveva il volto verso l’alto; addosso aveva pure lo smartphone, che verrà scandagliato a caccia di spunti interessanti sulla rete di conoscenze e relazioni. L’allarme è scattato alle 18 dell’8 agosto, quando gli amici di Silvana, che l’aspettavano come ogni giorno alla caffetteria Sun Strac del Parco Nord per la quotidiana partita a burraco, hanno chiamato il 112 per segnalare che da ore non riuscivano a mettersi in contatto con lei. Attorno alle 19, i vigili del fuoco hanno fatto la tragica scoperta. A far insospettire subito i carabinieri è stata la mancanza delle chiavi della padrona di casa, nonostante la porta fosse regolarmente chiusa: che fine hanno fatto? L’assassino in fuga le ha portate via con sé?
Di sicuro, Silvana era ancora viva a mezzogiorno: dopo essersi recata al supermercato a fare la spesa (una telecamera dell’esercizio commerciale l’ha ripresa da sola all’uscita), ha salutato una vicina incrociata sulle scale della palazzina. “La scena del crimine è sempre determinante perché parla in modo molto chiaro: si tratta di un puzzle di cui bisognerà ricomporre i pezzi”, ha detto l’avvocato Walter Felice, che ha preso parte al sopralluogo come legale della figlia della sessantanovenne. “L’appartamento non è ben leggibile, non si riesce a capire che cosa ci sia di autentico o meno – ha aggiunto –. Attendiamo tutti di leggere le valutazioni e le conclusioni e faremo le nostre. Si tratta di un’indagine a 360 gradi e complessa”. La soluzione del giallo non va cercata nelle immagini degli occhi elettronici installati nella zona: quello più vicino, in via Vincenzo da Seregno, è comunque troppo lontano dal condominio al civico 7 per avere un peso decisivo per le indagini. Almeno in questa fase.