
Le vetrine della storica libreria presente a Sondrio dal 1912
Sondrio – Quel cartello apposto sulla saracinesca tirata giù non lascia spazio ad alcun dubbio. Non è una chiusura per ferie, ma un’altra vetrina – e che vetrina – del capoluogo che si è spenta. Fine di una storia iniziata più di un secolo fa, nel 1912, una storia che profumava di carta, colla, cancelleria. La libreria Tullio Bissoni ha cessato l’attività. Addio alle copertine con le ultime novità editoriali, ai libri storici e d’arte, all’esposizione di termometri, agende, calendari e mappamondi. “La ditta si chiama ancora Tullio Bissoni, che era mio nonno, poi c’è stato mio padre Fausto e in seguito mia moglie e io che ora, per raggiunti limiti di età per la pensione, abbiamo deciso di lasciare” dice con la voce tremante per l’emozione Franco Bissoni. “Mio figlio fa tutt’altro e soprattutto i tempi sono cambiati”, sospira.
I motivi sono sempre i medesimi, la concorrenza dell’e-commerce in primis. Ma forse sarebbe il caso di guardare oltre e cercarne anche altri, perché negli ultimi mesi hanno chiuso anche due bar centralissimi, il Blueberry di via Trento e il Garibaldi di corso Vittorio Veneto. Qui, va da sé, lo shopping online non c’entra. Il risultato però è desolante e sotto gli occhi di tutti: la strada che porta a piazza Garibaldi, la stessa su cui affacciava anche la libreria Bissoni, è sempre più spoglia. Alcuni anni fa aveva chiuso un altro negozio storico, quello di calzature di Carlo Redaelli, rimangono grandi vetrine rivestite di carta, randi spazi vuoti. Se si esclude l’apertura di qualche negozio di frutta e verdura e un nuovo locale di eventi in piazza Campello che sta per sorgere sulle ceneri di un altro, durato pochi anni soltanto, il quadro è piuttosto impressionante. Negozi sfitti in galleria Campello, altri che vivacchiano a malapena e chissà per quanto ancora.