
L’allarme di Ali Confcommercio sull’andamento dei primi mesi del 2025. Pesano l’aumento dei costi e bonus culturali penalizzanti rispetto al passato.
Milano – L’ultima a capitolare è stata “La Libreria delle Ragazze e dei Ragazzi“ di via Tadino, che chiude i battenti dopo 53 anni a causa dei costi d’affitto e di gestione diventati insostenibili. La speranza dei titolari è quella di trovare una sede alternativa "perché possiamo ancora dare tanto a questa città". Come tante altre realtà che si sono dovute arrendere a malincuore oppure si sono trasferite in altri quartieri alla ricerca di "canoni a prezzi accessibili". Per tutte le piccole attività che portano cultura, vendendo libri ma soprattutto offrendo un presidio e un’esperienza, sopravvivere è diventata una scommessa.
Se n’è parlato ieri nella sede di Confcommercio Milano in corso Venezia: al centro, la crisi che attraversa il mondo delle librerie. "A preoccupare è l’andamento del mercato a livello nazionale, che riflette un clima sempre più difficile anche per le realtà locali". Secondo i dati diffusi dall’Associazione italiana editori (Aie), nei primi quattro mesi del 2025 il mercato del libro ha subito un calo del 3,6% in valore e del 3,2% in copie vendute rispetto allo stesso periodo del 2024. Le librerie fisiche, che ancora rappresentano oltre il 55% del canale commerciale, sono quelle che più soffrono la contrazione, con una flessione delle vendite in copie che supera il 7% per le librerie indipendenti. Ali Confcommercio Milano, l’Associazione dei librai, lancia l’allarme.
"Paradossalmente – evidenzia il direttore Paolo Uniti – a Milano si spende più che in ogni altra parte d’Italia per l’acquisto di libri ma le librerie sono in affanno. Questo perché i costi sono più delle entrate. Molte arrivano quindi alla chiusura, ma così tutti perdono presìdi di cultura, comunità e dialogo". Al costo degli affitti, delle utenze e del personale, che aumenta mentre il margine operativo si assottiglia, si aggiunge la concorrenza dell’online e l’impatto del calo dei consumi culturali tra i giovani, è emerso ieri.
Non solo: si aggiunge "un sistema di bonus culturali (come la nuova “Carta Cultura”) che ha ridotto drasticamente gli acquisti rispetto al precedente “Bonus 18App”". Tutto questo si ripercuote su chi già è in difficoltà. "Un mix che mette in ginocchio chi già vacilla", riflette Luca Ambrogio Santini (nella foto sotto), presidente di Lim, associazione Librerie indipendenti di Milano, che 11 anni fa ha chiuso il suo negozio in largo Mahler e da allora è diventato “il libraio in bicicletta“. "Chiudono anche le realtà più solide, la situazione è preoccupante. Tra l’altro, nel 2025 sono mancati “titoli di traino“, best seller in grado di fare la differenza". A Milano le librerie sono circa 200. La stima di quelle indipendenti è tra le 80 e le 100 realtà, e si parla di piccole imprese generalmente a conduzione familiare. Quelle più in sofferenza. Le buone iniziative non mancano, ma non bastano. "A Milano è in fase di definizione l’Albo delle librerie di prossimità, istituito dal Comune, che riconosce l’importanza di queste realtà e punta a valorizzarle".
A livello nazionale, "aspettiamo i decreti attuativi del fondo speciale di 30 milioni per le biblioteche: prevede l’acquisto straordinario di libri da parte delle biblioteche pubbliche in negozi di prossimità". Il prossimo appuntamento sarà giovedì alla Mondadori Duomo, dove l’Ali presenterà il Manifesto per la lettura, documento di intenti condivisi tra librai e autori, volto a rafforzare la cultura del libro, il valore sociale delle librerie e l’accessibilità alla lettura.