
Rita e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara, non credono nel coinvolgimento di Andrea Sempio
Garlasco (Pavia), 10 maggio 2025 – Alberto Stasi? "È un condannato in via definitiva. ci sono delle sentenze e non dovrebbe esprimere dei pareri. Fino ad ora è lui il condannato": è quanto ha detto Rita Poggi, la madre di Chiara uccisa nel 2007 a Garlasco, intervistata con il marito Giuseppe dalla trasmissione Quarto Grado di Retequattro. Per Giuseppe Poggi, "uno dei colpevoli è Stasi. Con Sempio non può essere, perché Sempio non lo conosceva. E con cosiddetti “ignoti”… Gli ignoti non li conosco io, ma Stasi li conosce. Gli ignoti sono ignoti a noi, ma non a Stasi".
"Era spesso a casa nostra”
L'eventuale ritrovamento del Dna di Andrea Sempio "non sarebbe straordinario – spiega Rita Poggi – perché lui veniva in questa casa. Veniva a giocare con Marco, giocavano sia sotto che sopra, li ho visti anch'io. Mi è capitato di entrare e scendevano le scale, perché sotto giocavano con dei videogiochi, con la televisione e di sopra col computer". "Ho sentito parlare del cromosoma Y, ma a Garlasco, quasi più o meno compatibili, potrebbero essercene anche 500", aggiunge Giuseppe Poggi.

"Stasi? Non vogliamo vederlo”
I genitori di Chiara sono in altre parole granitici nella loro convinzione che fra la figlia e Sempio non ci fosse assolutamente alcun legame né d’amicizia né tantomeno sentimentale: “Si conoscevano solo di vista, proprio perché Andrea veniva spesso a casa per vedere Marco”. Sareste pronti a incontrare stasi per Garlasco in semi libertà? "No", è la secca risposta di entrambi, "speriamo di non incontrarlo mai più", conclude Giuseppe Poggi. Per poi aggiungere: "Se Sempio sa che mia figlia è a casa da sola col fidanzato perché telefona cinque giorni prima e si presenta solo il 13?". Il riferimento è alle chiamate fatte a casa Poggi da Andrea per sapere se l’amico era in casa, salvo poi scoprire che era partito in vacanza in Trentino con i suoi genitori.

Le indagini
Sul fronte delle indagini, tutto rimane per ora cristallizzato attorno all’attesa per l’incidente probatorio che prenderà il via il prossimo 16 maggio, quando ci si tornerà a concentrare sui profili genetici trovati sotto i margini ungueali di Chiara Poggi nel 2007, oltre a quelli reperiti con le nuove indagini. Sarà successivamente estrapolato il Dna trovato in campioni biologici e reperti mai sottoposti ad analisi in questi anni, o che hanno dato esito dubbio o inconcludente; passaggio successivo sarà quello di verificare se siano o meno utilizzabili per una loro compatibilità col Dna prelevato ad Andrea Sempio piuttosto che con quello di Stasi o di altre persone di sesso maschile che hanno frequentato la casa della famiglia Poggi.

La ricusazione
Il 15 aprile scorso la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli aveva ricusato il genetista Emiliano Giardina, che si era già occupato del caso Yara Gambirasio, per il rischio di una mancanza di neutralità dopo una sua vecchia intervista in cui esprimeva dubbi sul possibile utilizzo delle tracce genetiche. Al posto di Giardina, il prossimo 16 maggio – giorno in cui ha convocato in aula pubblici ministeri, difesa e parti civili o interessate al procedimento – la gip conferirà formalmente l'incarico a due nuovi periti individuati tra i tecnici della polizia di Stato dando così un segnale di discontinuità, poiché sul delitto allora come oggi le indagini sono sempre state affidate ai carabinieri.
Il provvedimento della gip Garlaschella non scalfisce invece il ruolo di Luciano Garofano, l'ex capo dei Ris dei carabinieri ora consulente di Sempio. La richiesta della difesa di Stasi di escluderlo dagli accertamenti per incompatibilità è stata rigettata e quindi l'ex generale rimane al suo posto.