STEFANO ZANETTE
Cronaca

Andrea Sempio, il contrattacco dell’avvocato: “Senza indizi un alibi non serve”

Dal malore avuto dalla madre al "terzo uomo”, il punto delle indagini sull’omicidio di Garlasco dopo la riapertura dell’inchiesta. La famiglia Poggi: restano gli elementi contro Stasi

Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, esce dalla caserma di Via della Moscova con l'avvocato Angela Taccia

Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, esce dalla caserma di Via della Moscova con l'avvocato Angela Taccia

Garlasco (Pavia), 2 maggio 2025 – “Quella domanda non doveva essere fatta. Tutto questo scaturisce da un abuso”. L’avvocato Massimo Lovati, che insieme alla collega Angela Taccia difende Andrea Sempio, indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, non vuole neppure sapere chi sia la persona nominata dai carabinieri alla mamma del suo assistito, convocata la mattina di lunedì nella caserma di via Moscova a Milano. 

Il ruolo dell’ex vigile del fuoco 

A quel nome, come confermato dall’avvocato Taccia, che aveva accompagnato la donna come amica di famiglia restando nella sala d’attesa, Daniela Ferrari, la madre di Andrea Sempio, ha avuto un attacco di panico. Il nome è quello di Antonio, ex vigile del fuoco ora in pensione: come può essere coinvolto nelle riaperte indagini delegate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano? Non indagato, sarebbe già stato ascoltato come persona informata sui fatti: potrebbe avere riferito elementi per mettere in dubbio l’alibi di Andrea Sempio, quello scontrino del parcheggio a Vigevano fornito un anno dopo il delitto dall’allora non ancora indagato amico del fratello della vittima? “Non lo so – la risposta dell’avvocato Lovati – non ne ho veramente idea. Non so chi sia questa persona e non so come possa essere attinente alle indagini: questo lo dovranno spiegare i carabinieri. Che dovranno anche sopportare le conseguenze”.  

"Io sono innocente. Con questa storia non c'entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene". Lo ha detto ai microfoni di Chi l'ha visto, su Rai3, Andrea Sempio, il 37enne nuovamente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi
"Io sono innocente. Con questa storia non c'entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene". Lo ha detto ai microfoni di Chi l'ha visto, su Rai3, Andrea Sempio, il 37enne nuovamente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi

L’ipotesi dell’abuso 

“Voglio rimarcare – insiste l’avvocato Lovati – che le sommarie informazioni testimoniali devono interrompersi quando la persona si avvale della facoltà di non rispondere. Tutta questa cosa scaturisce da un abuso dell’ufficiale di polizia giudiziaria che ha sentito la signora Daniela: quando ha dichiarato di volersi astenere, dovevano chiudere il verbale. Invece hanno proseguito a fare domande: è assurdo. Non so se la signora si sia sentita male per il nome di quella persona o per cosa, ma tutto scaturisce da un abuso, è tutto nullo”.  

“Non ci sono indizi” 

Di certo è nulla l’eventuale risposta che la donna ha fornito alla domanda su quel nome, ma resta il motivo per cui i carabinieri hanno portato quel nome all’attenzione della madre dell’indagato. Hanno elementi contro l’alibi di Andrea Sempio? “Ma quale alibi – ribatte l’avvocato Lovati – non ci può essere alibi se prima non c’è un indizio. E qui non c’è nessun indizio, non si può parlare di alibi”. Ma anche se nel 2017 la posizione di Andrea Sempio era stata archiviata, ora è di nuovo indagato.

Alberto Stasi all'uscita dal palazzo della Cassazione, il 5 aprile 2013 a Roma
Alberto Stasi all'uscita dal palazzo della Cassazione, il 5 aprile 2013 a Roma

La colpevolezza di Stasi 

“Anche qualora i presunti sviluppi avessero un qualche fondamento circa l’alibi di Sempio – aggiunge l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi – non intaccherebbero minimamente la accertata responsabilità di Stasi”. Tizzoni ribadisce la convinzione sulla colpevolezza di Albero Stasi, che “come scritto a chiare lettere nelle sentenze, non solo non ha un alibi ma ha sette gravi elementi a proprio carico”. “Spero che tutti i cittadini di Garlasco e delle zone limitrofe – estremizza Tizzoni – non si debbano preoccupare di trovarsi un alibi a distanza di 18 anni. Peraltro, come ogni giurista dovrebbe sapere, l’alibi mancato in assenza di seri indizi ulteriori non costituirebbe nemmeno motivo di sospetto”.