REDAZIONE PAVIA

I file nel pc di Chiara Poggi: articoli su pedofili, anoressia, delitti irrisolti. E il video intimo con Alberto. C’entrano con il delitto?

Tracce del materiale consultato dalla giovane uccisa a Garlasco due mesi prima dell’omicidio potrebbero aprire nuovi scenari sul movente dell’omicidio. Il fratello della vittima seppe del filmato a contenuto privato un anno prima dell’assassinio

Alberto Stasi, Chiara Poggi e Marco Poggi

Alberto Stasi, Chiara Poggi e Marco Poggi

Garlasco, 28 maggio 2025 – Il personal computer di Chiara Poggi “nascondeva” elementi utili a individuare il movente del suo omicidio? L’esito di ricerche effettuate negli ultimi tempi sui file ancora leggibili, così come sulla chiavetta Usb trovata accanto alla tv della villetta dell’assassinio potrebbe avvalorare uno scenario simile.

Ne parlano, nei numeri in edicola a partire da domani, giovedì  i settimanali “Oggi” e “Giallo”.

Le ricerche

Un servizio di Oggi svela che Chiara Poggi, un paio di mesi prima di essere uccisa, il 13 agosto 2007 nella sua casa di Garlasco, aveva fatto alcune inquietanti ricerche su Internet, salvandole sulla sua chiavetta Usb. 

La 26enne, che era laureata in Economia e lavorava in un'azienda milanese, solitamente navigava su siti di giornali femminili, prediligendo articoli sugli argomenti più disparati, quantunque piuttosto leggeri. Venerdì 8 giugno 2007, invece, aveva salvato nella memoria del pc e, successivamente, in un dispositivo d’archiviazione portatile, alcuni articoli dal tono diverso dagli altri.

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Chiara Poggi, uccisa nella sua casa di Garlasco il 13 agosto del 2007 Aveva 26 anni

"Abusati 550", "pedofili 1, 2, 3", "anoressia 1, 2, 3, 4, 5": questi i nomi con li aveva catalogati. A parlare, nei pezzi, erano vittime di adulti che li avevano abusati, di fidanzati o fidanzate che li avevano trascinati in qualcosa che neanche loro volevano. Oppure vittime di se stessi, di ferite troppo grandi che in qualche modo li spingevano a diventare carnefici, o a scegliere vie di autodistruzione. C'erano esperti che cercavano di entrare nelle loro teste.

E alcuni temi – secondo Oggi – erano ricorrenti in tutti i pezzi, come ad esempio una sessualità che esprimeva più sofferenza che gioia. E, spiega Oggi, c'erano anche due articoli sulle vittime d'omicidio. Si parlava di grandi casi irrisolti e c'erano anche tanti dettagli sul Dna, sul modo in cui vengono conservati i reperti dei casi di omicidio perché non si rovinino e si possano fare nuove analisi, e su come sia possibile analizzare l'arma del delitto anche dopo tanto tempo.

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Il video

Su Giallo, invece, si parla di un video che ritrarrebbe Chiara Poggi e Alberto Stasi in un momento di intimità. È stato Marco Poggi, il fratello della giovane assassinata, a fare riferimento alla vicenda il 18 ottobre 2007, interrogato dai carabinieri.

In quell’occasione raccontò di aver visto sul computer della sorella Chiara, un anno prima dell'omicidio, una chat tra lei e il fidanzato Alberto Stasi da cui si capiva che i due si stavano scambiando un loro video intimo.

La villetta dell'omicidio: nella camera di Chiara c'era il computer che veniva utilizzato anche dal fratello Marco e dai suoi amici
La villetta dell'omicidio: nella camera di Chiara c'era il computer che veniva utilizzato anche dal fratello Marco e dai suoi amici

Lo stesso pc che – si è saputo – Poggi e gli amici, fra i quali Andrea Sempio, indagato con l’accusa di omicidio volontario in concorso nella nuova indagine sull’omicidio, utilizzavano per divertirsi con i videogiochi. È possibile, quindi, che in uno di questi accessi, i giovani siano “incappati” in questo filmato del tutto privato. Marco Poggi, per altro, ha precisato agli investigatori di aver saputo dell’esistenza del video un anno prima della morte della sorella, dopo aver letto i messaggi scambiati fra lei e Alberto in una chat aperta con il programma di messaggistica Msn. Non solo. Il fratello di Chiara ha anche ricordato che lo stesso Alberto gli aveva confermato l’esistenza del video, durante una visita al cimitero.

Da qui a tirare le somme che il video possa avere in qualche modo pesato sull’opinione che i ragazzi avevano di Chiara e Alberto, però, ce ne passa davvero parecchio. Figuriamoci pensare che quelle immagini possano avere qualche relazione con il delitto.