“Le lascio già l’impegnativa per prenotare le prossime visite, le può fare fra due anni ma non perda tempo a chiamare, c’è poca disponibilità”, mi ha recentemente detto una dottoressa al termine di una visita. Ho pensato fosse esagerata. E ho pensato male, perché quando poi ho provato a prenotare, sia online sia al telefono, non sono riuscita a trovare posto nemmeno andando ai mesi finali del 2027. Ma come, nella regione della sanità d’eccellenza, non c’è verso di prenotare nemmeno a distanza di due anni? Lo sanno ai vertici? Sembrerebbe di sì, visto che in ballo c’è da tempo il Cup unico regionale che promette di essere la soluzione per snellire le liste d’attesa.
Ma con calma, che fretta c’è? E intanto s’allarga la forbice tra le prestazioni d’eccellenza (che si mantengono a un ottimo livello) e quelle comuni, le visite di tutti i giorni, che fanno stare meglio i cittadini. In mezzo, una grande fascia di popolazione costretta, se ha fretta, a chiamare uno dei tanti centri di sanità privata oppure ad optare per l’intra moenia, dove invece il posto libero c’è, guarda tu il caso, già per il giorno dopo.