MANUELA MARZIANI
Cronaca

Peste suina africana, nell’ultimo anno nessun nuovo caso. “Ora si riducano le zone di restrizione in Lombardia”

Il commissario straordinario Giovanni Filippini mercoledì prossimo porterà la richiesta a Bruxelles. “I dati consentono di essere fiduciosi per chiedere la revisione delle aree più colpite, come nel caso della provincia di Pavia”, dice l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi

Sono 55 gli allevamenti pavesi che al momento si trovano nelle aree soggette alle limitazioni

Sono 55 gli allevamenti pavesi che al momento si trovano nelle aree soggette alle limitazioni

Pavia, 10 settembre 2025 – Mercoledì prossimo il commissario straordinario per la peste suina africana, Giovanni Filippini, sarà a Bruxelles per presentare alla Commissione europea la richiesta di riduzione delle zone di restrizione in Lombardia. La proposta nasce dopo aver preso atto di un deciso calo della circolazione del virus nei cinghiali e dell’assenza di casi positivi negli allevamenti da oltre un anno.

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“La situazione epidemiologica è oggi radicalmente migliorata – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, dopo aver incontrato a palazzo Lombardia il commissario Giovanni Filippini - e i dati consentono di essere fiduciosi per chiedere la revisione delle aree più colpite, come nel caso della provincia di Pavia, ma anche nelle zone sottoposte a restrizione nel lodigiano e cremonese. Sarebbe un passo fondamentale per restituire prospettiva agli allevatori dopo tre anni di sacrifici e blocchi commerciali”.

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Durante l’incontro è stato fatto il punto sugli interventi di biosicurezza sostenuti da Regione e ministero dell'agricoltura, sovranità alimentare e foreste. Grazie al contributo decisivo del mondo venatorio nel contenimento dei cinghiali, all’aumentata ricerca delle carcasse grazie all’utilizzo dei cani molecolari e alla realizzazione di recinzioni lungo i corridoi autostradali, è stato possibile ridurre la circolazione del virus e la pressione della fauna selvatica.

“L’obiettivo – ha concluso Beduschi – è riportare gradualmente il settore alla normalità, senza perdere identità e capacità produttiva. La Lombardia resta un pilastro della suinicoltura nazionale e siamo determinati a garantire alle nostre imprese le condizioni per tornare a competere e crescere”.

Sono 55 gli allevamenti pavesi che al momento si trovano nelle aree soggette alle limitazioni. “L’allentamento delle restrizioni è una misura auspicata – ha sottolineato Coldiretti Pavia – per ridare un orizzonte di prospettiva agli allevatori che, a livello produttivo e commerciale, continuano a subire gli effetti della crisi scatenata dal propagarsi del virus della psa. Un’emergenza innescata dalla diffusione incontrollata della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, che rappresenta il principale vettore di diffusione della malattia, di fronte alla quale i suinicoltori hanno ulteriormente incrementato i livelli di biosicurezza aziendale nel tentativo di difendere i propri animali. Per riportare il settore a una graduale normalità è indispensabile che vengano assicurati gli indennizzi per tutti i danni subiti accertati, coprendo non solo le perdite dovute agli abbattimenti, ma anche i mancati guadagni legati al fermo aziendale forzato”.