STEFANO ZANETTE
Cronaca

Delitto di Garlasco, ora tocca alle impronte: periti al lavoro sui rifiuti. Scovato l’uomo dei ricatti

Omicidio Chiara Poggi: oggi l’incidente probatorio sui resti della colazione e i fogli di acetato del 2007. Bloccato a Zurigo il latitante condannato per le estorsioni a luci rosse alle Bozzole: aveva collegato l’omicidio allo scandalo. Una volta in Italia, sarà sentito dai pm

Alberto Stasi, condannato a sedici anni di carcere

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Garlasco (Pavia) – Dalle analisi scientifiche alle suggestioni, dalla ricerca di impronte sulla spazzatura e sui fogli di acetato con tracce mai attribuite, ai possibili sviluppi per le testimonianze di un latitante che ora è stato catturato. L’inchiesta riaperta dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, prosegue oggi con l’incidente probatorio. Come anticipato nella ‘call’ online della scorsa settimana tra i periti e i consulenti e avvocati delle parti, in attesa della formale proroga dei termini, è stato poi fissato per oggi, a partire dalle 11.30, nella sede della polizia scientifica alla questura di Milano, il via delle operazioni peritali per l’aspetto dattiloscopico, l’ultimo in base all’incarico conferito al perito Domenico Marchigiani dalla gip Daniela Garlaschelli nell’udienza dello scorso 23 luglio.

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Chiara Poggi in una foto

Come richiesto dalla Procura e dalla difesa del già condannato Alberto Stasi, ammesso a partecipare all’incidente probatorio “in qualità di persona interessata all’assunzione della prova”, il perito dattiloscopista procederà con la “esaltazione di eventuali impronte latenti – come ammesso dalla Gip nel provvedimento dello scorso 17 luglio – su ‘etichetta in carta arancione Estathé’, ‘sacchetto spazzatura’, ‘sacchetto biscotti’ e ‘sacchetto cereali’”. Ma anche con l’analisi per cercare di dare un’attribuzione, all’epoca non ottenuta, alle impronte digitali sui fogli di acetato, in base alla richiesta avanzata dallo stesso perito e accolta dal Gip, nonostante l’opposizione della difesa dell’indagato Andrea Sempio.

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Gli stessi reperti, sia la spazzatura che i supporti delle impronte, già analizzati nell’incidente probatorio dalla genista Denise Albani, l’altro perito incaricato dalla gip lo scorso 16 maggio, con gli esiti già comunicati ai consulenti delle parti coinvolte (Procura, famiglia Poggi e difese di Stasi e di Sempio): solo il Dna della vittima sulla pellicola del Fruttolo e quello di Stasi sulla cannuccia dell’Estathè, nessun profilo utile dai fogli di acetato delle impronte.

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Alberto Stasi

In attesa degli esiti delle analisi scientifiche, è stato catturato in Svizzera, a Zurigo, il latitante Flavius Savu, 43 anni, uno dei due condannati nel 2018 per l’estorsione emersa nel 2014 ai danni dell’ex rettore del Santuario della Bozzola di Garlasco. Lo stesso che dalla sua latitanza aveva contattato la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” nella puntata del 21 maggio scorso, sostenendo un collegamento tra l’omicidio e gli scandali sessuali, dicendo che “Chiara Poggi aveva scoperto il giro e aveva detto che avrebbe parlato, da lì è partito tutto”. Ora che è stato catturato in Svizzera, quando sarà estradato in Italia per espiare la condanna definitiva a 5 anni di carcere (gliene restano da scontare circa 4 dopo essere già stato agli arresti cautelari per poco meno di un anno), potrà essere ascoltato dalla Procura per quello che, al momento, resta un fantasioso collegamento, a cui non risulta sia mai stato trovato alcun riscontro.