REDAZIONE SALUTE

Autolesionismo, depressione e fragilità: il grido di dolore degli adolescenti. “Ecco i segnali da interpretare”

Bruciature di sigaretta, lesioni autoinferte come ustioni e tagli alla pelle: quando il disagio dei ragazzi deve preoccupare. La neuropsichiatra Elisa Fazzi dell’Università di Brescia: “Bisogna intervenire subito, e se è possibile fin dall’infanzia”

Il servizio è stato confermato anche per il prossimo anno

Il servizio è stato confermato anche per il prossimo anno

Milano, 10 settembre 2025 – Nella giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, oggi 10 settembre, funestata dalla improvvisa scomparsa di Battaglini, parlare di un tema così delicato, significa parlare soprattutto di prevenzione: il che significa il saper riconoscere i segnali di allarme, intercettare precocemente il disagio e garantire reti di sostegno efficaci può fare la differenza. Prevenzione che inizia nell'infanzia e richiede una cultura del dialogo e del supporto che deve coinvolgere non solo il mondo sanitario, ma anche scuole, famiglie, media e Istituzioni. 

Dati drammatici 

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo si tolgono la vita più di 700mila persone, con un tentativo ogni circa 20 atti conclusivi, e oltre 150mila in Europa, ovvero quasi 400 suicidi al giorno, di cui 4000 ogni anno solo in Italia; tra i più giovani, in Europa, il suicidio è oggi la principale causa di morte nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni, la seconda in Italia dopo gli incidenti stradali.  

Per molti ragazzi il cellulare rappresenta un rifugio e una fuga dalla realtà
Per molti ragazzi il cellulare rappresenta un rifugio e una fuga dalla realtà

Condotte autolesive 

"Tra i campanelli d'allarme da non sottovalutare negli adolescenti – spiega Elisa Fazzi, presidente della Sinpia, Società italiana di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile dell'Università degli Studi di Brescia e Direttore del centro di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'adolescenza, Asst Spedali Civili di Brescia – ci sono i comportamenti autolesivi, non sempre collegati a rischio suicidario, ma che possono aumentarne la probabilità soprattutto se si presentano con manifestazioni gravi, ripetute e prolungate nel tempo. Inoltre, va considerata la forte associazione di tali comportamenti con i disturbi dell'umore, in particolare di tipo depressivo, condizioni psichiatriche frequentemente sottostanti a ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio".  

La depressione è in aumento fra gli adolescenti, un grido d'allarme lanciato anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità
La depressione è in aumento fra gli adolescenti, un grido d'allarme lanciato anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità

Ferite autoinferte 

L'autolesionismo colpisce in Europa circa un adolescente su 5 e, insieme all' ideazione suicidaria e ai tentativi di suicidio, è oggi tra le cause più frequenti di accesso in urgenza ai servizi di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (Npia). Un concetto distinto è quello di parasuicidalità: comportamenti autolesivi intenzionali privi di una reale volontà di morire, nei quali l'eventuale esito letale è accidentale. Le forme più comuni di autolesionismo non suicidario includono diversi tipi di lesioni corporee, tra cui tagli, ustioni ed escoriazioni anche di vario grado, spesso ripetitive, il tagliarsi con oggetti affilati (coltelli, lamette, aghi, temperini), bruciarsi la pelle (spesso con sigarette) o marchiarsi con oggetti roventi.  

Per gli psicoterapeuti e per i neuropsichiatri è di fondamentale importanza agire e intervenire ai primi segnali di difficoltà e disagio
Per gli psicoterapeuti e per i neuropsichiatri è di fondamentale importanza agire e intervenire ai primi segnali di difficoltà e disagio

Questione d’impulsi 

Questi comportamenti risultano particolarmente diffusi tra adolescenti e giovani adulti e, sebbene suicidalità e autolesionismo non suicidario siano fenomeni distinti, tra i due esiste una correlazione. Le persone che adottano comportamenti autolesivi, infatti, hanno una probabilità quattro volte maggiore di tentare il suicidio nel corso della vita. Numerose ricerche hanno evidenziato come l'impulsività rappresenti un fattore chiave nel comportamento suicidario durante l'adolescenza, con una stretta correlazione tra questa caratteristica e i tentativi concreti di suicidio. 

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Il cervello nell’età dello sviluppo 

"Questo periodo della vita – commenta Renato Borgatti, direttore della Struttura complessa neuropsichiatria dell'infanzia e dell'Adolescenza della Fondazione Mondino Irccs e dell'Università di Pavia, membro del Direttivo Sinpia – è caratterizzato da profondi cambiamenti neurobiologici che influenzano significativamente il controllo degli impulsi e la regolazione emotiva, aumentando la vulnerabilità dell'individuo a comportamenti autodistruttivi. Uno dei principali fattori che contribuiscono a questa maggiore impulsività è lo sviluppo asincrono del cervello adolescenziale. Il sistema limbico, coinvolto nell'elaborazione delle emozioni e nella ricerca di ricompense immediate, matura precocemente rispetto alle regioni corticali prefrontali, deputate al controllo cognitivo e alla regolazione degli impulsi. Questo squilibrio neurobiologico porta a una difficoltà nel valutare le conseguenze a lungo termine delle proprie azioni e aumenta la propensione a comportamenti impulsivi e rischiosi. Inoltre, l'aumento della plasticità cerebrale in questa fase di sviluppo rende l'adolescente particolarmente suscettibile a influenze ambientali e sociali, amplificando ulteriormente il rischio di comportamenti suicidari".