
Lissone, il Comitato chiede di inserire una clausola “zero consumo” nel Pgt. L’obiettivo degli attivisti: "Costruiamo un futuro più vivibile e sostenibile".
Più di 1.300 firme per chiedere uno stop definitivo al consumo di suolo a Lissone. Il documento invita il Comune a inserire nel prossimo Pgt una clausola esplicita che impedisca di consumare altro terreno oggi a verde per le costruzioni, limitando l’attività edilizia al recupero delle aree attualmente già edificate. Le hanno depositate ieri mattina i rappresentanti del Comitato per la difesa del territorio, gruppo che raccoglie lissonesi, soprattutto residenti tra le frazioni di Santa Margherita e Bareggia, ma non solo, impegnati negli ultimi anni nella battaglia contro la Pedemontana. Ora la petizione dovrà essere portata in consiglio comunale e lì discussa entro 60 giorni. La raccolta firme è stata sottoscritta da 1.331 abitanti, uniti dall’obiettivo di ottenere "la crescita zero nel consumo di suolo sul territorio comunale, già gravato da una cementificazione tra le più alte a livello nazionale", spiegano dal Comitato. Questo introducendo nella variante al Pgt una “clausola zero consumo di suolo”, per "dire basta al cemento e costruire un futuro più vivibile e sostenibile". Concretamente, ciò si tradurrebbe nel prevedere nel Pgt "l’assenza di nuovi progetti che possano utilizzare terreno agricolo, rurale, fertile, boschivo, verde o libero", si legge nel documento alla base della petizione. La misura si applicherebbe "a tutti i progetti edilizi futuri e anche a quelli già in itinere". Si salverebbero solo "quelli per i quali sia già stato predisposto un titolo abilitativo definitivo a procedere", ossia quelli che hanno già ottenuto un via libera non più revocabile. Secondo le richieste dei firmatari, d’ora in poi il Pgt dovrebbe permettere "esclusivamente progetti di recupero del patrimonio esistente, senza però consentire, in questi casi, alcun incremento di volumetrie". Anche le riqualificazioni, insomma, non dovrebbero apportare cemento in più rispetto a quanto già c’è. La tutela del verde dovrebbe essere assoluta: il no è pure a "operazioni di compensazione e mitigazione rispetto al consumo di suolo". Ciò significa bocciare anche progetti che vedano edificazioni su aree libere, ma che prevedano allo stesso tempo il recupero di verde in altri luoghi della città. A muovere i promotori della raccolta firme sono numeri impietosi: con il 71,39% di territorio coperto e impermeabilizzato, secondo i dati Ispra, Lissone è da anni la città più cementificata della Brianza, che a sua volta è la provincia più edificata d’Italia. Un record in Lombardia, superato a livello nazionale soltanto da alcuni Comuni campani che sfondano il tetto dell’80%, in un caso pure del 90%.