
Una protesta dei lavoratori St
Agrate (Monza e Brianza), 18 luglio 2025 – “Il futuro di St in Italia si difende con trasparenza, impegno pubblico e lotta per un’industria solida e strategica”. Questa la rotta tracciata dai sindacati per la multinazionale dei semiconduttori, ieri, all’audizione in Regione chiesta da 20 sindaci per entrare nel merito della crisi, presenti anche rappresentati del ministero delle Imprese e dell’Economia. Assenti, invece, i manager.
Vertenza chiave dalla quale passa “il futuro della microelettronica in Italia”, ripetono i metalmeccanici, uniti nel chiedere ancora una volta “il ritiro degli esuberi e investimenti sul sito di Agrate”.
Il “ridisegno della base manifatturiera” progettato dall’azienda dopo i conti al di sotto delle aspettative e la contrazione dell’automotive “sacrificherebbe il polo brianzolo” che “ha avuto e deve continuare ad avere un ruolo strategico nel gruppo”, spiegano le sigle. “Abbiamo ribadito ancora una volta la gravità della situazione – dice Enrico Vacca, segretario della Fim provinciale – e chiesto che i vertici interrompano qualsiasi attuazione ufficiosa e sotterranea del piano industriale attraverso il trasferimento di processi e prodotti in Francia e a Singapore”. “Contiamo sul fatto che il 28 luglio al tavolo del Mimit le istituzioni si schierino al nostro fianco per chiedere zero esuberi in Brianza e un futuro solido per Agrate”.
Fiom insiste su un altro punto: “Gli investimenti annunciati sul territorio non sono nuovi, si tratta di impegni già presi negli anni passati e mai realizzati – chiarisce il segretario generale Pietro Occhiuto –. Non si può certo chiamare rilancio, è il recupero tardivo di promesse disattese, che non possono bastare per salvare il futuro del polo”. Gli occhi sono puntati al tavolo, a Roma. “Il 28 luglio non deve trasformarsi in un’occasione sprecata – continua – il governo, azionista dell’azienda, deve pretendere da St impegni vincolanti: un nuovo progetto industriale basato su investimenti veri, innovazione e lavoro stabile; lo stop immediato a ogni delocalizzazione di attività oggi svolte in Italia; l’azzeramento degli esuberi e la valorizzazione delle competenze”.
“Dall’audizione è emerso un dato chiaro: il territorio non accetterà mai la penalizzazione di St ad Agrate, un’eccellenza industriale e strategica per tutta la Lombardia e il Paese – conclude Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Regione –. Dispiace l’assenza della governance aziendale, ma il messaggio deve arrivare forte: un piano industriale che depotenzi la Brianza va rispedito al mittente”.