BARBARA CALDEROLA
Cronaca

STMicroelectronics, operazione salvataggio: il territorio fa quadrato per evitare i 1.500 licenziamenti

Faccia a faccia con i sindacati in sala consiliare per fare il punto sul piano di esuberi. “Abbiamo chiesto a tutti un impegno per fermare il declino dell’azienda”

L’incontro pubblico sulla crisi della Stmicroelectronics , il colosso dei semiconfuttori, si terrà nella sala consiliare di Agrate Brianza, nel cuore del paese: a rischio ci sono 1.500 esuberi nel siro di via Olivetti

L’incontro pubblico sulla crisi della Stmicroelectronics , il colosso dei semiconfuttori, si terrà nella sala consiliare di Agrate Brianza, nel cuore del paese: a rischio ci sono 1.500 esuberi nel siro di via Olivetti

Lavoratori, sindacati e istituzioni attorno a un tavolo per chiedere a STMicroelectronics di fare un passo indietro sul piano industriale "con esuberi, quasi 1500 in Brianza". A convocare l’incontro pubblico in sala consiliare per fare il punto sulla vertenza che da mesi ha messo al centro della scena nazionale il colosso dei semiconduttori, il sindaco Simone Sironi. Ne è uscito ancora una volta il "no generale" al progetto tratteggiato dai manager per il sito di via Olivetti.

"Abbiamo chiesto a tutti un impegno per fermare l’operazione di svuotamento dello stabilimento - dice Pietro Occhiuto, segretario della Fiom Cgil Brianza -. Mentre ai tavoli in Regione e al Ministero il Gruppo afferma di essere disposto a correggere le previsioni, di fatto smonta mezza fabbrica: macchinari e processi vengono portati via ogni giorno (ma l’azienda ha già precisato che si tratta di attività di routine, che nulla c’entrano con il piano in discussione)”.

Da qui l’appello ad alzare il livello della vertenza: “Non si possono usare soldi pubblici per licenziare - ancora il segretario - credo che in questa condizioni il tavolo aperto al Mimit non basti più, il dossier deve arrivare alla presidenza del consiglio".

Serve una svolta anche per Enrico Vacca, alla guida della Fim provinciale: “Il fatturato di St nel 2023 è stato di 17 miliardi di dollari, con previsione di 20 miliardi nel 2025. E invece il 2024 ha chiuso con 13,3 miliardi. Un’approssimazione che ora si vuole scaricare sui lavoratori. Con la presa in giro di chiamare gli esuberi uscite volontarie. E se i volontari non ci sono? È ora che il territorio faccia sentire la propria voce”.

I dipendenti in sala hanno ricordato i pilastri del piano “oltre ai problemi sul personale, il trasferimento della produzione a Singapore, in Cina e in Francia. Senza un ulteriore utilizzo della fabbrica Ag 300 (piastre da 12 pollici per la produzione di microchip), appena costruita e ad oggi sfruttata solo a metà. C’è, invece, un ridimensionamento della Ag 200 (piastre da 8 pollici), con la demolizione di un reparto".

"È indispensabile fare rete - ha ribadito il senatore Tino Magni di Avs - Tutte le istituzioni, a partire dalla Regione, devono fare pressioni sul governo". "Facciamo in modo che questa dichiarazione d’intenti non resti solo sulla carta - ha concluso il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti -. Il piano industriale va rimesso in discussione".