Milano, 17 luglio 2025 – L’inchiesta sull’urbanistica fa tremare Milano, soprattutto ora che viene coinvolta anche la politica. Questa mattina, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha scoperto dai giornali di essere indagato dalla Procura milanese nell’ambito dell’ultimo filone che ieri ha portato i pubblici ministeri a chiedere l’arresto per sei persone.

Per quanto riguarda gli indagati, da quanto si è saputo, sarebbero più di settanta e tra loro c’è anche l’architetto Stefano Boeri. Le inchieste riguardano presunti abusi commessi negli ultimi anni da persone che lavorano nell’amministrazione di Milano, costruttori e progettisti, per autorizzare e accelerare la costruzione di nuovi palazzi. Nel mirino vari progetti tra cui il restyling del “Pirellino” e il Villaggio olimpico allo Scalo Romana, ex scalo ferroviario.
La "responsabilità politica" di ciò che sta accadendo a Milano è di Giuseppe Sala. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte al Tg1, quando gli è stato chiesto se il sindaco debba dimettersi: "E' sua la responsabilità politica di un intero sistema costruito sulla speculazione edilizia. Ed è certo che il Movimento 5 stelle per quanto riguarda la legalità e l'etica pubblica non fa sconti a nessuno. Ma trovo insopportabile l'ipocrisia del centrodestra che in queste ore urla, mentre mantiene al governo la Santanchè" che è "responsabile di truffa ai danni dello Stato".
Sul caso di Milano "la mia posizione è la stessa. Sono convinta che un avviso di garanzia non porti in automatico alle dimissioni" del politico indagato. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista al Tg1. "La magistratura deve fare il suo corso", ha aggiunto. Quella delle dimissioni "è una scelta che dovrà fare il sindaco Beppe Sala sulla base delle sue capacità di governare al meglio in questo scenario. Io non cambio posizione in base al colore politico dell'indagato", ha spiegato Meloni.
"Vedete voi, da parte nostra faremo il possibile per affrontare al meglio i prossimi passaggi ma il tempo sarà poi finito". Con queste parole, riportate in una chat del 9 giugno 2023, Manfredi Catella, immobiliarista fondatore di Coima e per il quale i pm hanno chiesto i domiciliari, "minacciava l'aut aut", secondo la Procura, "nei confronti del Comune se la Commissione per il paesaggio non avesse approvato il progetto" Pirellino-Torre Botanica. Catella, come risulta dagli atti dell'inchiesta milanese sull'urbanistica, avrebbe mandato quel messaggio a Christian Malangone, dg del Comune. La chat si trova, assieme a molte altre, nel capitolo sulla presunta induzione indebita per arrivare ad ottenere un parere favorevole dalla Commissione, di cui risponde anche Sala. Già noto il messaggio col "warning" che l'architetto Stefano Boeri mandò al sindaco nel giugno 2023, il giorno prima che il progetto avesse parere positivo. Dagli atti risulta pure che "qualche giorno dopo" la seduta del 22 giugno Alessandro Scandurra, componente della Commissione per il quale i pm hanno proposto il carcere, avrebbe chiesto "a Boeri il favore di referenziare suo figlio" che "studia arte contemporanea a Londra, presso un personaggio con cui Boeri è in rapporti". Nelle chat tra l'assessore Giancarlo Tancredi e il presidente della Commissione Marinoni, poi, un messaggio del 21 giugno 2023 "fulgido esempio" per i pm "delle dinamiche retrostanti alle manipolazioni e circolarità delle parole" presenti anche "in molti arzigogolati pareri della Commissione". Sempre dai messaggi risulta che Boeri avrebbe anche "suggerito" un "punto" poi inserito, secondo i pm, nel parere della Commissione sulla "necessità di concepire il ponte come collegamento collettivo". Il 20 giugno 2023 Tancredi scrisse a Marinoni: "Ti ricordo per esame domani Pirellino che un parere positivo con raccomandazioni o parere positivo solo sulla soluzione planivolumetrica ci metterebbe al riparo da attacchi (...) da parte di Catella e Boeri". Anche il 28 settembre 2023 l'assessore scriveva a Marinoni: "Ecco la nuova proposta del Pirellino che arriva in Commissione".

Mentre Lega e Fratelli d'Italia in Consiglio comunale chiedono le dimissioni del sindaco Giuseppe Sala e protestano in aula, il Pd e gli altri partiti della maggioranza difendono il suo operato. "Il Pd esprime con franchezza e determinazione il sostegno al sindaco Sala - ha spiegato in aula la capogruppo Beatrice Uguccioni -, che ha scoperto dai giornali di essere indagato ed è indecoroso. Noi siamo certi dell'integrità personale e dell'onestà amministrativa di Beppe Sala. Come gruppo abbiamo il massimo rispetto del lavoro della magistratura, consapevoli che per chi è garantista come noi ciò che conta sono le sentenze, che si scrivono non sui giornali o sui social ma in tribunale. Milano con l'impegno di tutta la coalizione è cresciuta in questi anni anche grazie alla determinazione di Beppe Sala". Anche Giulia Pastorella capogruppo dei Riformisti difende l'operato della giunta "anche se il modello Milano è un sistema che ha i suoi limiti. Non si fa cadere una giunta sulla base di indiscrezioni e veline - ha detto . Il modello Milano ha attratto investimenti e da lì a dire che c'è dell'illecito e della corruzione ce ne passa". Anche i consiglieri della Lista civica Beppe Sala sindaco hanno espresso "solidarietà e confermato la fiducia al sindaco, "pur nella complessità di queste ore, il nostro impegno a fare sempre di più e meglio per Milano non verrà mai meno", concludono.
"La rinuncia ai fondi previsti dal Pnrr per la realizzazione dei tre studentati, a causa dei ritardi dell'amministrazione comunale nel rilascio dei titoli abilitativi, è stata comunicata al Miur - precisa Redo a proposito della dismissione dei fondi per i tre studentati di Rogoredo, Greco Breda e San Leonardo a Milano - già nell'aprile 2025. Il Miur, preso atto della decisione di Redo, ha formalmente risposto alla comunicazione di aprile il 15 luglio scorso".
L'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, per cui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione urbanistica, avrebbe detto al sindaco Giuseppe Sala, anche lui indagato, di essere "disponibile" a dimettersi. Lo si apprende da ambienti vicini all'assessore, ma la notizia non ha ancora trovato conferma ufficiale. Domani, venerdì 18 giugno, sembra sia previsto un incontro tra Tancredi e Sala.

"Chiediamo al Comune immediate verifiche per il Villaggio Olimpico e per il Pala Santa Giulia affinché sia garantito il rispetto della tempistica e non subiscano ritardi in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026", ha dichiarato il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli dopo le ultime indiscrezioni emerse dall’inchiesta sull’urbanistica che ha investito Milano.

Dopo la protesta all'esterno di Palazzo Marino, il centrodestra ha espresso la richiesta di dimissioni del sindaco Giuseppe Sala e della sua Giunta anche in aula, durante la seduta consiliare. Un Consiglio comunale caratterizzato da tensioni: anche dal pubblico voci contro il primo cittadino. L'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per cui sono stati richiesti gli arresti domiciliari, non è presente e questa mattina non ha partecipato alla giunta ma nel pomeriggio ha incontrato il sindaco, che riferirà in aula lunedì. Fratelli d'Italia e Lega, con dei cartelli su cui era scritto "Dimissioni. Beppe Sala e Giunta liberino Milano", hanno occupato il centro dell'aula, fino a quando gli addetti non hanno interrotto la protesta. Successivamente, i consiglieri di Fratelli d'Italia hanno posto sul tavolo al centro dell'aula degli scatoloni, a simboleggiare il trasloco di Sala.
"Sono sicuro che in queste giornate verranno prese e prenderemo le decisioni migliori per il futuro di Milano, come già affermato dal segretario del Pd di Milano Alessandro Capelli. Il sindaco Sala e la sua giunta, a cui siamo in tanti in queste ore a rinnovare vicinanza, devono infatti poter proseguire il proprio mandato operando per il bene della città. Città che ha di fronte a sé, nei prossimi mesi, sfide enormi". Lo dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd al Consiglio regionale della Lombardia e responsabile nazionale Casa del partito, in merito agli sviluppi dell'inchiesta sull'urbanistica che ha coinvolto il Comune di Milano. "Dico di più - aggiunge - in questi due anni che abbiamo davanti, come annunciato dall'amministrazione stessa nel recente passato, si deve imprimere una svolta nel campo urbanistico. Serve infatti voltare pagina, migliorando alcune scelte compiute e realizzando innanzitutto un nuovo Piano di governo del territorio che metta al centro l'emergenza abitativa e protegga Milano da tentazioni speculative". Infine, "un consiglio alla destra milanese e lombarda: farebbe meglio a tacere. I suoi esponenti non hanno le carte in regola per dare lezioni né sulla questione morale né sull'idea di sviluppo dei nostri territori e delle nostre comunità" conclude Majorino.

"Più di dieci anni fa da segretario lombardo del Pd andai a chiedere a Beppe Sala la disponibilità a candidarsi a Sindaco di Milano, poiché Giuliano Pisapia ci aveva comunicato la sua scelta di non fare un secondo mandato. Andai insieme a Pietro Bussolati, allora segretario metropolitano, convinti che il lavoro che stava conducendo ad Expo fosse il miglior viatico per continuare il buon governo della giunta Pisapia. Expo 2015 fu un'occasione straordinaria che Pisapia e Sala seppero, con stili diversi, valorizzare per posizionare Milano tra le prime città europee per vivibilità, inclusività e per la capacità di attrarre talenti e investimenti. Davanti alle indagini che coinvolgono anche l'amministrazione milanese mi pongo quindi con il consueto rispetto nei confronti del lavoro della magistratura. Rispetto che tuttavia non posso avere per quegli avversari politici che strumentalizzano la vicenda giudiziaria o la prendano a pretesto per fare di Milano una caricatura inaccettabile. Sono vicino a tutti coloro che hanno lavorato in questi anni con spirito di servizio e con la schiena dritta per rendere Milano una città migliore e soprattutto come dirigente nazionale del PD esprimo piena fiducia in Beppe Sala: al suo fianco anche questa volta così come lo sono stato dieci anni fa". Così su Facebook il senatore Alessandro Alfieri, membro della segreteria nazionale Pd e capogruppo dem in commissione Esteri a Palazzo Madama.
"Da milanese è impressionate: 74 indagati, con il sindaco, con gli assessori... Io ritengo che sarebbe giusto restituire la parola ai cittadini, ma non per le indagini, io sono garantista, io contesto all'amministrazione di sinistra di Milano l'immobilità: stanno ingessando la città". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini a Caltanissetta, dove ha inaugurato un ponte sulla Ss 640 "Strada degli Scrittori" che collega Caltanissetta ad Agrigento. "A Milano - ha spiegato il ministro - è sempre più difficile investire, lavorare, viaggiare, camminare tranquilli per strada. Per questo bisognerebbe tornare a votare. Non commento le indagini, sono stato indagato e processato per anni qua in Sicilia e poi assolto. Sono e rimango garantista. Il torto di chi amministra Milano non è un torto giudiziario, ma stanno bloccando la città".
Protesta di Lega e Fratelli di Italia fuori da Palazzo Marino prima del Consiglio comunale. I consiglieri di opposizione sono tornati a chiedere le dimissioni del sindaco Giuseppe Sala dopo gli sviluppi delle inchieste sull'urbanistica che lo vedono tra gli indagati assieme all'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. Tra i presenti, il leghisti Silvia Sardone e Samuele Piscina, i rappresentanti di FdI, Riccardo Gruppo ed Enrico Marcora, assieme ad altri cittadini e comunali dei due partiti, che hanno portato in piazza lo striscione con la scritta 'Dimissioni. Sala e la sua giunta liberino Milano'. Alla protesta non ha partecipato Forza Italia e nemmeno Noi Moderati, gli altri partiti che hanno parte della coalizione di centrodestra. "A Milano ci saranno presto le Olimpiadi e tra qualche giorno saremo chiamati a decidere sullo stadio di San Siro - ha spiegato Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d'Italia -. È impossibile che un sindaco e una giunta seri non rassegnino le dimissioni, lo abbiamo già chiesto mesi fa e adesso non si può più andare avanti così. Chiediamo le dimissioni della giunta Sala perché è impossibile che possa proseguire con serenità nei prossimi mesi". "Abbiamo posto una questione di opportunità - ha spiegato Simone Orlandi, coordinatore cittadino del partito di Giorgia Meloni -, come fa un sindaco in queste condizioni ad avere la credibilità e la serenità per svolgere il proprio lavoro". Per la vice segretaria della Lega e consigliera comunale Silvia Sardone, "Sala è il sindaco della città, è incredibile che non fosse a conoscenza di nulla".

"So che nessuno si stupirà della mia posizione perché i principi vengono prima di qualunque posizione politica e partitica e quindi continuo a pensare che la magistratura non debba e non possa sostituirsi al corpo elettorale. A Milano una parte della magistratura inquirente ha anche deciso di sostituirsi al legislatore, nel campo dell'urbanistica, del fisco, del lavoro, attraverso interpretazioni normative che a me sembrano, in molte parti, lontane dalle disposizioni di legge ed anzi molto pericolose (a titolo esemplificativo quello che sta avvenendo contro alcune aziende della moda e del lusso, per solo livore ideologico , è incredibile)". Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un post su X.

"Leggo le cronache sull'inchiesta milanese e proverò a commentarle (riflettendo su cosa sia stato e sia il cosiddetto "modello Milano"), da subito, però, vorrei dire che nel solito e completo rispetto del lavoro dei magistrati continuo ad avere piena fiducia nella correttezza dell'amministrazione che col sindaco Sala è stata in questi anni alla guida della città" così sui propri canali social il deputato democratico Gianni Cuperlo che stasera sarà alla festa regionale del Pd lombardo a Melzo in provincia di Milano.
"Che il sindaco di Milano debba venire a coscienza di essere indagato non da una comunicazione dell'Autorità giudiziaria, ma da una telefonata serale di un giornalista la dice lunga sulla perversa torsione del rapporto magistratura-giornalismo che travolge ogni garanzia del cittadino". Lo ha dichiarato Piero Fassino. "Il fatto poi - ha aggiunto Fassino - che prima ancora che si conoscano gli addebiti a Beppe Sala ci sia chi sciacallescamente ne chiede le dimissioni è un'altra brutale dimostrazione di come il principio costituzionale di presunzione di innocenza sia ormai sepolto sotto una coltre di giustizialista e pregiudiziale presunzione di colpevolezza. Un sistema malato che nega al cittadino i suoi diritti. Esprimo solidarietà e vicinanza a Beppe Sala".
Il Codacons presenterà un esposto alla procura di Milano "al fine di verificare se vi siano condotte omissive o inadempimento da parte del Comune di Milano o altri enti competenti, che abbiano aggravato la situazione" delle famiglie rimaste senza casa per il blocco dei cantieri, seguito alle inchieste sull'urbanistica della procura di Milano, "configurando ipotesi di omissione di atti d'ufficio o altri reati amministrativi". E' quanto annuncia in una nota il Codacons. "L'indagine, avviata dalla procura di Milano per presunti episodi di corruzione e illeciti nella gestione di permessi edilizi, ha portato al sequestro di diverse aree di cantiere e al blocco amministrativo di numerosi progetti abitativi già avviati. A pagarne il prezzo, però, sono oggi migliaia di cittadini incolpevoli: famiglie che avevano regolarmente acquistato case in costruzione, accendendo mutui e investendo i risparmi di una vita, e che ora si trovano senza casa, senza rimborsi e senza prospettive certe", denuncia il Codacons, sottolineando che "mentre proseguono le indagini per accertare eventuali responsabilità penali, nessun intervento è stato adottato per tutelare le famiglie coinvolte o consentire la prosecuzione dei lavori laddove possibile". P
L'inchiesta milanese sulla gestione dell'urbanistica si ripercuote anche sui progetti dei nuovi studentati. Redo Sgr, primo gestore di fondi immobiliari che crea valore condiviso attraverso il social housing e la rigenerazione urbana, ha rinunciato a tre progetti già ammessi al finanziamento del Ministero dell'Università a valere sulle risorse Pnrr. Si tratta - o meglio si trattava - di tre progetti (Rogoredo, Greco Breda e San Leonardo in Milano) ammessi al finanziamento con decreto ministeriale di concessione, rispettivamente da 473, 447 e 600 posti letto, per un totale di 1.530 posti. La società Redo ha comunicato al ministero guidato da Anna Maria Bernini che non è in grado di firmare gli atti d'obbligo a causa dei ritardi che si sono accumulati nel rilascio dei titoli abilitativi, anche in conseguenza dell'impossibilità di attivare le pur richieste deroghe urbanistico-amministrative.
"Le notizie di queste ore sull'indagine di Milano impongono sobrietà e rispetto per il lavoro della magistratura. Ma è altrettanto necessario ribadire un punto politico: il Pd e' al fianco del sindaco e della giunta. In questi anni a guida centrosinistra le amministrazioni hanno guidato una trasformazione profonda e positiva della citta' e oggi, anche su impulso del Pd si sta lavorando per rispondere a sfide nuove, per coniugare crescita e internazionalizzazione con inclusione e sostenibilità. A una destra da sempre lontana dai bisogni della città chiediamo rispetto. Se ci sono responsabilità individuali, la giustizia le accerterà, ma senza screditare l'impegno delle giunte di centrosinistra che hanno investito nella vivibilità urbana, nella transizione ecologica, nella mobilita' sostenibile e nel diritto alla casa. Conosciamo bene la differenza tra noi e la destra, garantista a giorni alterni. Il Partito Democratico continuerà a lavorare con responsabilità e determinazione anche modificando per migliorarle, insieme alla città, alcune politiche. Siamo vicini a Sala e alla giunta, abbiamo piena fiducia nella magistratura e andiamo avanti, insieme, a cambiare Milano". Così la deputata Silvia Roggiani, segretaria regionale del Partito Democratico della Lombardia.
"Conosco alcuni pm di Milano e so che sono persone serie. Conosco Beppe Sala dai tempi dell'Expo e so che è una persona onesta. Non si possono chiedere dimissioni per un avviso di garanzia perché questo vorrebbe dire tornare alla barbarie di Tangentopoli dove chi vinceva le elezioni o faceva l'assessore doveva comunque lasciare appena arrivava un avviso di garanzia". Lo scrive nella e-News il presidente di Iv Matteo Renzi. "Hanno ricevuto avvisi di garanzia la Presidente del Consiglio, il Ministro della Giustizia e il sottosegretario di Stato: nessuno di noi ha chiesto le dimissioni perché indagati. Li contestiamo politicamente, non cavalchiamo l'onda giustizialista come Fratelli d'Italia ha fatto più volte, da Bibbiano a Open, fino ai presunti scandali Unicef e Banche". "Se ci sono errori, è giusto che i colpevoli paghino. Ma chi ha sbagliato lo decretano le sentenze, non i titoli dei giornali. O i post degli avversari. Lo so, lo so: questa posizione non è popolare. La gente vuole il sangue, risposte secche, frasi ad effetto. Ma io posso accettare di non essere popolare: non potrò mai accettare di essere populista. Milano deve fare le cose per bene, certo, ma Milano non si può fermare. Perché Milano è davvero la locomotiva del Paese".

"Per quanto ci riguarda Sala deve rimanere lì e non piegarsi. Lo stadio va venduto e le procedure urbanistiche chiarite. Altrimenti bloccheremo anche Milano". Lo scrive sui social il segretario di Azione Carlo Calenda. "Su Milano - spiega - mi pare di poter dire quanto segue: 1) sicuramente c'è un grave conflitto di interessi tra Marinoni (il presidente della Commissione per il paesaggio) e gruppi di costruttori. 2) Non mi sembra ci sia al momento alcun fatto che coinvolga Sala in alcun modo. Citare, come fanno i pm, il tono dei messaggi di un architetto per dedurne una soggezione di qualche genere sembra pessima fantascienza. 3) il fatto che questa inchiesta arrivi a ridosso della cessione dello stadio come già prima accaduto con gli interventi chiarificatori sulle procedure urbanistiche determina il sospetto legittimo che ci sia una volontà della procura di orientare scelte politiche".

"A chi a Milano invoca sconquassi, e non vede l'ora di mettere al rogo un'intera stagione politica e amministrativa, rammento che in Italia sono circa 800 - in media, ogni anno - le persone arrestate, o sottoposte a misure cautelari, che vengono poi riconosciute innocenti; e secondo una stima del 2020 di Giuliano Pisapia - verificata da 'Pagella Politica' - il 75 per cento degli indagati risulta innocente". Lo scrive su X Giorgio Gori, europarlamentare del Partito Democratico ed ex sindaco di Bergamo. "Tanto suggerirebbe - a inchiesta in corso - maggiore cautela nel giudizio, e rispetto nei confronti delle persone coinvolte - aggiunge Gori -. Nonché un pò più di coraggio - da parte della politica che a quella stagione ha attivamente contribuito - nel rivendicarne i molti aspetti positivi".
"Vanno fermati tutti i provvedimenti urbanistici. Il tema per noi è questo, lo stiamo dicendo da oltre un anno. Su questo chiediamo una risposta al sindaco: si apra una nuova stagione dell'urbanistica a Milano". Lo ha detto il deputato di Avs e coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, commentando con l'Ansa l'inchiesta di Milano. I Verdi a Milano sono in maggioranza. "La magistratura farà il suo corso e verificherà le responsabilità. Certo, vedere membri di commissione tecniche che avevano parcelle dai costruttori è inaccettabile. Si apra una nuova stagione, non più incentrata sul consumo di suolo ma sulla riqualificazione sociale e ambientale, e si pensi alle periferie".
"La richiesta di dimissioni del sindaco di Milano è sbagliata. C'è un'inchiesta, la giustizia faccia il suo corso, e in fretta". Ad affermarlo il deputato Luigi Marattin (Partito Liberaldemocratico) sul caso che coinvolge Giuseppe Sala. "Ma non è stato trovato a intascare una tangente o a compiere un reato eclatante. Si parla di complesse dinamiche amministrative, il lavoro quotidiano di chi governa davvero e non si limita alle chiacchiere", afferma Marattin. "Se in quelle dinamiche sono stati commessi reati, lo accerterà un processo, e i responsabili andranno puniti, anche severamente", aggiunge il deputato. "Ma l'Italia deve superare la stagione in cui queste situazioni si strumentalizzano per fini politici. È durata abbastanza",
"Continuiamo a sostenere il lavoro che il sindaco Sala e tutta l'amministrazione dovranno fare nei prossimi due anni. Conosciamo bene le differenze tra i governi del centrosinistra e delle destre ed è bene non dimenticarlo mai: le amministrazioni del centrosinistra fanno da anni lavori enormi per rinnovare la città, investendo su vivibilità e accessibilità. Sappiamo anche e lo diciamo da tempo che è necessario costruire un nuovo progetto Milano, che prenda di petto le grandi sfide di oggi e che sia consapevole di insistere su segnali di cambiamento necessari. È già qualche tempo che stiamo lavorando per dare alla città segnali di cambiamento in una metropoli che oggi deve far fronte a nuove sfide fondamentali: diritto all'abitare, transizione ambientale, redistribuzione e allargamento delle opportunità per tutte e tutti. Leggiamo in questi giorni di lezioni da una destra che negli anni ha abbandonato e colpito Milano. Se ci sono singole responsabilità individuali lo chiarirà la magistratura, ma non permettiamo a questa destra garantista con gli amici e giustizialista con gli avversari di gettare fango sul lavoro di questi anni". Lo dichiara Alessandro Capelli, segretario PD Milano metropolitana.
Banconote del taglio di 200 euro ben custodite in una cassetta di sicurezza. E' di circa 120mila euro la somma sequestrata in contanti ad Andrea Bezziccheri, l'imprenditore immobiliare di Bluestone, per il quale i pm di Milano, nella nuova inchiesta sull'urbanistica che incorpora anche le precedenti, hanno chiesto il carcere.
Con le perquisizioni di ieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, nella maxi inchiesta sull'urbanistica, sono stati sequestrati anche telefoni e dispositivi informatici degli indagati, tra cui quelli delle persone per cui è stato chiesto l'arresto, compreso l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. E sarà proprio l'analisi dei contenuti di telefoni, pc e tablet, ossia messaggi, documenti e mail, tra cui quelli nei dispositivi dell'assessore, uno dei prossimi passi dell'inchiesta, che prevede sviluppi sul presunto sistema di speculazione e corruzione nell'edilizia milanese.
La deputata democratica Lia Quartapelle ha commentato sui propri canali social quanto sta accadendo a Milano: "Premesso che la questione giudiziaria è di competenza della magistratura, che deve fare presto e bene, e mia personale convinzione è che il sindaco Beppe Sala, a cui ribadisco vicinanza e stima, non sia nemmeno sospettabile di partecipazione a qualsiasi sistema corruttivo vero o presunto, abbiamo di fronte una questione politica molto seria sulla quale alcuni hanno cominciato a ragionare da tempo. Quel tempo adesso è venuto. Dopo gli anni cupi del post-tangentopoli, dal 2007 Milano si è risvegliata e ha vissuto una fase di apertura di cui andare orgogliosi. La crescita impetuosa della città ha contribuito non poco a far uscire l'Italia dalla crisi economica del 2011 e a riportare in Italia investimenti e innovazione. Ma l'apertura per sua natura comporta l'ingresso di dinamiche difficili e anche di squilibri (polarizzazione della ricchezza, gentrificazione e caro affitti), emersi con maggior forza quando il Covid ha sconvolto le grandi aree metropolitane. Affrontare gli squilibri è fondamentale e per farlo non si può aspettare la conclusione delle inchieste giudiziarie. La stessa amministrazione comunale aveva iniziato un percorso di revisione delle regole urbanistiche. Nei due anni di mandato che l'amministrazione ha davanti, questo lavoro deve procedere con più vigore e decisione, con maggiore attitudine all'ascolto e al coinvolgimento delle forze vive della città, ragionando su come tramutare la crescita in benessere per tutti. A questo, la politica nazionale affianchi un impegno per riscrivere gli strumenti normativi urbanistici, vetusti e inadeguati, e per permettere alla città di gestire con più decisione i processi di globalizzazione che altrimenti sono travolgenti. Milano sa reagire e può correggere la rotta. La politica a Milano torni a svolgere il suo ruolo, promuovendo competenza e visione, e correggendo - quando c'è stato - l'eccesso di entusiasmo e fiducia nella mano invisibile della "grande Milano dell'età dell'oro".
In merito all'inchiesta sull'urbanistica milanese, interviene anche il governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana: "Io sono garantista ma non lo sono a giorni alterni, lo sono per tutte le persone che incorrono in questioni di questo genere". "Quello che valeva per me deve valere per gli altri: io sono stato indagato e poi archiviato, ma se facessimo questo ragionamento avrei dovuto dimettermi il giorno dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia". Il riferimento è all'inchiesta in cui il governatore, con altri, fu indagato per epidemia e omicidio colposo per i morti di Covid nella Bergamasca durante la prima ondata, e poi archiviato, ma anche all'inchiesta sulla fornitura di camici sempre in periodo Covid, nella quale gli era stata contestata l'accusa di frode in pubbliche forniture, da cui è stato prosciolto. "Sono garantista - aggiunge cosi Fontana - e credo che questa sia una prima fase. Adesso la magistratura ascolterà ciò che hanno da dire quelli che oggi sono indagati. Il sindaco Sala mi sembra abbia dichiarato che ha un'interpretazione completamente diversa, sono convinto che si debba ascoltare anche quello che dichiara".
E se sull'ipotesi di accelerare sulla scelta del candidato del centrodestra alle prossime comunali milanesi Fontana sottolinea che si tratta di "un discorso politico che prescinde da queste valutazioni". Poi, facendo riferimento ai pochi commenti finora arrivati da parte del centrosinistra sulla vicenda: "Ho sentito anche un sacco di bei silenzi… persone che di solito sono sempre le prime a uscire a attaccare chi si trova in difficoltà, oggi ho notato che mancano di idee. Ma va bene così, bisogna essere coerenti nella vita, io lo sono sempre. Io credo che il garantismo sa un valore fondamentale, previsto dalla Costituzione, che vale sia per gli amici sia per gli avversari". E a Sala che ha dichiarato di aver saputo solo dalla stampa di essere sotto indagine, manda un messaggio: "Benvenuto, ahimè… non è una battuta, ma una tragica constatazione nella quale anche lui è incorso".
"Non sono contento che ci sia bisogno della magistratura, sarei stato più contento se autonomamente la politica avesse capito che quel percorso era sbagliato". Ma "non tocca a me dire" se Giuseppe Sala si deve dimettere da Sindaco di Milano "e mi auguro che ci siano elementi che in futuro emergano e che rendano superflui questi provvedimenti, ma ricordo a me stesso che sono stato il primo, per non dire l'unico, a dire che non si poteva parlare di Salva Milano, ma di Salva Giunta Sala. Perché non è giusto adesso scaricare la sinistra tutto su Sala. E che dopo questa mia definizione, il provvedimento che silenziosamente stava passando al Senato, dopo che alla Camera forse non l'avevano capito, fu bloccato". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a margine del XX Congresso della Cisl a Roma. "Io non chiedo mai le dimissioni quando inizia un provvedimento che non so fino a che punto riguardi personalmente" qualcuno, ha affermato La Russa, riferendosi all'inchiesta sull'urbanistica, ma "sicuramente la Giunta Sala si è dimostrata inadeguata a Milano. E il mio giudizio non è su questo episodio soltanto, lo dico da sempre. Credo che Milano abbia bisogno di una guida" diversa da quella che "adesso mette insieme verdi, non verdi, affaristi, politici per bene e politici con qualche ombra. Mi auguro che quando si voterà questo sarà chiaro".
"La Lega non chiede le dimissioni del Sindaco e della Giunta di Milano per le vicende giudiziarie (seppur gravi) che stanno emergendo in questi giorni: a differenza della sinistra, siamo e rimaniamo garantisti, e nessuno può essere dichiarato colpevole in base ad articoli di giornale o inchieste appena agli inizi, ma solo in caso di condanna definitiva. Noi chiediamo le dimissioni di Sindaco e Giunta perché Milano è da tempo bloccata, da tutti i punti di vista: è sempre più difficile lavorare, investire, produrre, programmare, camminare tranquilli per strada. Al di là di ogni problema giudiziario, che starà ad altri approfondire, il disastro è tutto politico e amministrativo. Milano merita di meglio, restituiamo parola e sovranità ai cittadini. La Lega è pronta a prendersi le proprie responsabilità per tornare a garantire fiducia, serenità, sviluppo e buona amministrazione alla città". Così una nota della Lega.
"Faccio un richiamo al centrodestra: se ci muoviamo a trovare il candidato sindaco e giochiamo meno a nascondino, forse qualche possibilità in futuro l'abbiamo per poter eventualmente cercare di giocarci la partita quando ci saranno le prossime elezioni". L'ha detto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, intervenendo in Aula, al Senato, sull'inchiesta urbanistica in corso a Milano. Romeo ha premesso di non voler entrare nel merito giudiziario della vicenda, perché "la magistratura deve accertare le eventuali responsabilità. Ci auguriamo che questo avvenga presto e lo diciamo in tutte le occasioni in cui vi sono inchieste giudiziarie".
"Siamo garantisti sempre, anche quando le inchieste toccano il centrosinistra, e non abbiamo mai chiesto dimissioni per avvisi di garanzia o indagini in corso. Non lo facciamo adesso". Così Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, in una nota. "Allo stesso tempo, però, siamo molto preoccupati, riteniamo che paralizzando Milano si corre il rischio di fermare l'Italia intera. L'urbanistica è il motore dello sviluppo di una città e se siamo arrivati ad una paralisi è responsabilità politica della sinistra che governa da quindici anni la città", conclude Lupi.
“Dopo 15 anni di amministrazione del centrosinistra Milano è molto più forte, prospera e competitiva. È una città che tutto il mondo ci invidia. Fermare lo sviluppo di Milano sarebbe un errore imperdonabile e, su questo, anche il Pd dovrebbe riflettere sull’errore commesso facendo una pericolosa marcia indietro sul Salva Milano”. Lo dice il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto, presidente di Italia Viva Milano metropolitana, intervenendo in Aula al Senato. “Quanto alla notizia che il sindaco Beppe Sala è indagato, è imbarazzante l’atteggiamento della destra. Si dicono garantisti e poi ieri sera Fratelli d’Italia ha chiesto le dimissioni del sindaco, con la solita vergognosa doppia morale”, prosegue Scalfarotto, che aggiunge: “Da garantisti, noi di Italia Viva stigmatizziamo l’ennesimo processo fatto sulle pagine dei giornali, la ripetizione di un metodo inaccettabile, che abbiamo già visto in altre inchieste, dal caso Bibbiano, a Open. Tutti casi in cui si sono fatti processi mediatici che poi sono finiti nel nulla o quasi. Abbiamo letto sui giornali le carte della procura senza alcuna discussione o decisione del gip, mentre vorremmo sentire anche la posizione della difesa. La magistratura faccia il suo corso, anche se preferiremmo che sul diritto amministrativo indagassero i giudici amministrativi e non quelli penali”.
"La vicenda dell'inchiesta della procura di Milano preoccupa tutti noi e incide profondamente sull'attività amministrativa del comune di Milano, quindi ci interroga tutti ovviamente. Vorrei però che ci abituassimo tutti a non utilizzare vicende giudiziarie per fare speculazioni politiche. C'è un'inchiesta in corso, c'è un'indagine, credo che quello che dobbiamo augurarci tutti è che questa indagine porti rapidamente alla verifica delle ipotesi di accusa, in modo che siamo in grado di capire se queste ipotesi di accusa siano fondate o no, perché stiamo parlando di ipotesi di accusa e non di condanne già conclamate. Quindi io credo che tutti quanti dovremmo fare un passo indietro e attendere le decisioni della magistratura, sperando che si faccia in fretta, perché il problema di queste indagini e processi è che sono troppo lunghi e rischiano di lasciare nell'incertezza le amministrazioni e i cittadini e noi invece abbiamo bisogno che si chiarisca in fretta cosa è accaduto. Quindi inviterei tutti a fare un passo indietro, ad attendere gli esiti della magistratura evitando di fare bieche strumentalizzazioni politiche". Così in aula il vicepresidente del gruppo del Pd Alfredo Bazoli.
"Ho fatto la sindaca e so quanto è difficile dire no a una variante urbanistica o ridurre il consumo di suolo, e quanto è stato faticoso portare Torino a essere l'unica grande città a restituire suolo invece di consumarne. Ma da Milano emerge un quadro inquietante ed è doveroso un passo di lato di Sala. Sentire la destra fare la morale, però, è inaccettabile: non solo hanno smantellato i presidi di giustizia per salvare i colletti bianchi - dall'abuso d'ufficio alle intercettazioni alla nostra spazzacorrotti - ma pochi mesi fa hanno votato la schifezza del Salva Milano insieme al Pd. Che a Milano ci fosse una bolla di speculazione edilizia era evidente, ma a votare la norma c'erano loro e ad opporci dal primo giorno c'eravamo noi. Ora il Salva Milano è fermo al Senato solo perché si sono spaventati, ma non possono cancellare quello che hanno fatto." Lo afferma la vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, intervenendo ad Agorà estate su Rai3.

"Fanno sorridere le dichiarazioni del sindaco Sala, secondo il quale è inaccettabile apprendere dalla stampa di essere indagato. Mi viene da dire 'Benvenuto nel club'. Il centrodestra si è sempre battuto per evitare proprio queste storture, mentre dall'altra parte non c'è mai stato nessun sussulto di dignità nel dire che nessuno, indipendentemente dal fatto che faccia politica o meno, può apprendere dalla stampa che c'è un'indagine a suo carico. I giornalisti non possono saperlo prima dei diretti interessati, le veline non devono uscire dalle procure". Così a Sky Tg24 la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli. Poi aggiunge: "Il sindaco Sala ha tante mancanze. Non è stato e non è un buon sindaco per la citta' di Milano. Detto questo, Sala non si deve dimettere per quello che stiamo leggendo sui giornali, ma per la cattiva amministrazione della citta'. Anche in questo caso, quindi, Forza Italia rivendica la propria posizione garantista. Noi non usiamo la giustizia come una clava per battere l'avversario politico. Non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo certo oggi". Ronzulli conclude: "Cio' che sta emergendo dall'inchiesta va tenuto distinto dal cosiddetto 'Salva Milano'. Ci sono tantissime famiglie che hanno bloccato, congelato migliaia e migliaia di euro, ci sono imprese ferme, con i materiali gia' comprati, che rischiano di fallire, e ci sono posti di lavoro da tutelare. Se ci sono state speculazioni, sarà la magistratura a intervenire. Ma i cittadini vanno salvaguardati".

"Da quello che apprendiamo dai giornali, l'inchiesta sul comune di Milano che vedrebbe anche il coinvolgimento del sindaco Sala sembra molto seria, importante e anche grave da un punto di vista delle accuse. Però, io non posso che rifarmi a un atteggiamento assolutamente garantista che deve valere per gli alleati e per gli avversari politici", commenta il segretario di +Europa, Riccardo Magi. "Da questo punto di vista, ho letto un'intervista molto equilibrata dell'ex sindaco Albertini, che ha conosciuto e attraversato vicende giudiziarie che sono state devastanti anche dal punto di vista personale, ma che poi si sono in alcuni casi risolte in un nulla di fatto. Quindi per me quella della presunzione di innocenza fino a una valutazione definitiva è l'unica linea da tenere. E invito in particolare gli oppositori di Sala a evitare dichiarazioni politiche di colpevolezza o di innocenza di fronte a un fatto serio che però merita anche i tempi rapidi nelle verifiche".
Sulla vicenda interviene anche Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Milano: "Come Lega, e personalmente, resto garantista e mi auguro davvero che il sindaco Sala e l'assessore Tancredi possano dimostrare la loro totale estraneità alle accuse. Ma c'è un dato politico che non può essere ignorato: oggi la Giunta è completamente ferma, la città di Milano è paralizzata, gli uffici comunali bloccati, la maggioranza spaccata tra i Verdi che chiedono le dimissioni del sindaco e un PD che non trova neanche il coraggio di difendere il suo leader. È evidente che tutti i progetti portati avanti da questa amministrazione sono fermi e, ancora di più, è difficile immaginare con quale spirito e credibilità possano oggi portare in aula una delibera su una vicenda delicata come quella dello stadio". E aggiunge: "La città ha bisogno di una guida autorevole, che sia nelle condizioni politiche e morali di governare e di tenere unita la maggioranza, cosa che oggi evidentemente non sta accadendo. Per questo riteniamo che, al di là dell'esito giudiziario, sia doveroso un passo indietro da parte di Sala e Tancredi per il bene della città".
Alessandro Sorte, coordinatore regionale Forza Italia Lombardia, commenta: “Chi oggi invoca le dimissioni per un avviso di garanzia al sindaco ha cultura politicamente completamente diversa dalla nostra, quando si fa una iniziativa simile a quella dei 5Stelle bisognerebbe chiedersi dove si sta sbagliando. Io penso che l’amministrazione comunale di Milano abbia davvero portato la città sul baratro, una città paralizzata, un fallimento dopo 15 anni di governo sotto gli occhi di tutti, ma il centrodestra a nostro modo di vedere dovrebbe concentrarsi su una proposta di livello e qualità. Chi ha a cuore Milano deve ricordarsi che non si vincono o non si perdono le elezioni utilizzando un’inchiesta: dobbiamo trovare un candidato sindaco che riporti Milano a essere una città pienamente funzionante con una visione internazionale e la tolga dalla palude del centrosinistra, ci sono già diversi nomi sul tavolo”.
Riccardo Truppo capogruppo FdI in Comune a Milano: “Il tempo del 'faccio tutto io' è finito. È ora di dare risposte. Innanzitutto politiche. Giuridicamente ognuno degli indagati avrà tutto il tempo di spiegare la proprio posizione. Ma la politica non aspetti tempo. Dov'è la sinistra milanese sempre pronta a dare lezioni? Che ne sarà dello stadio? Dove troveranno la serenità di condurre Milano nei prossimi mesi innanzi a sfide importanti come le Olimpiadi? È chiaro che le dimissioni di questa Giunta siano l'unica seria opzione sul tavolo. Il PD non usi il Sindaco con vaso di coccio. Si assuma le proprie responsabilità politiche e batta un colpo".
Carlo Monguzzi, consigliere comunale a Milano, gruppo Europa Verde Beppe Sala sindaco: “È peggio di Tangentopoli, il sindaco riferisca e spieghi bene le cose sennò tutti a casa. Tangentopoli era caratterizzata da fortissimi episodi di corruzione che orientavano alcune scelte politiche, qui invece è tutto un sistema urbanistico-edilizio a favore dei privati, quindi molto più grave. L’unica cosa che si può fare subito è fermare tutto, a partire dalla vendita di San Siro: l’atteggiamento del sindaco è inaccettabile, che sia indagato o meno è comunque, in base a quanto ricostruito dalla procura, molto coinvolto. La smetta di fare il pesce in barile, quello che dice non c’ero e se c’ero, dormivo. O si ripristina trasparenza e legalità o si va a casa con l’ignominia di aver regalato Milano alla destra. E sono ovviamente urgenti le dimissioni di Tancredi e le sue scuse alla città”
E' una sola maxi indagine, che accorpa alcuni fascicoli tra cui quello che ha portato ad arrestare l'architetto e dirigente comunale
Giovanni Og gioni, quella in cui è stato chiesto l'arresto dell'assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, e nella quale sarebbe indagato anche il sindaco Sala. Da quanto riferito, l'inchiesta con al centro il "fenomeno delle deformazioni del sistema urbanistico" della città - che si sarebbe voluto ridisegnare in base agli interessi di "una rete occulta e solidale, finalizzata a interessi privati e illegittimi, costituita da rappresentanti delle istituzioni, professionisti e/o faccendieri, operatori del settore immobiliare e finanziario" - riguarda i nove "nodi" o "svincoli", le "porte metropolitane", il Pirellino, i progetti che a marzo hanno portato ad arrestare Oggioni, e altri ancora finiti in indagini precedenti come il caso di via Lepontina.La maxi inchiesta ipotizza un "piano del governo territoriale ombra" disegnato dal presidente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, di cui ora i pm chiedono il carcere, con lo studio su "Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050" da compiersi, paradossalmente, "presso lo Studio Marinoni spa" "dal marzo a dicembre 2023" e al quale Palazzo Marino ha dato il patrocinio gratuito. Uno studio in base al quale sarebbero state riprogettate vaste zone di Milano usando lo strumento del Parternariato Pubblico-Privato giustificato da un interesse sociale, ricostruisce la Procura, in modo da sottrarsi alle "procedure pubbliche di legge". Sulle sei richieste di arresti dovrà decidere il gip Mattia Fiorentini, che ha già escluso i pericoli di fuga e inquinamento probatorio, dopo gli interrogatori preventivi del 23 luglio.
Sono più di settanta gli indagati nella maxi inchiesta della Procura sul fenomeno della gestione 'deviata' dell'urbanistica a Milano e che, con le nuove richieste di arresto ha fatto un passo in avanti. Da quanto si è saputo gli indagati al momento sono 74. Le accuse che vanno dalla corruzione al falso, dall'abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all'induzione indebita.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, lunedì 21 luglio riferirà in Consiglio comunale a proposito dell'inchiesta sulla gestione dell'urbanistica milanese, che lo vedrebbe indagato, insieme all'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi (per cui la procura ha chiesto al gip gli arresti domiciliari). L'inchiesta che scuote la giunta, non ne ha stravolto però l'agenda: questa mattina sindaco e assessori si sono riuniti a Palazzo Marino per la consueta riunione del giovedì. Una 'giunta' ordinaria con all'ordine del giorno delibere che nulla c'entrano con l'inchiesta. Per il resto della giornata il sindaco non ha impegni pubblici in agenda: a mezzogiorno non è alla sottoscrizione del documento d'intesa per la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie in tribunale, ma la mancata partecipazione è stata decisa ieri, prima della notizia del suo coinvolgimento nell'indagine. Il sindaco non sarà nemmeno questo pomeriggio alla seduta di Consiglio comunale. Lo farà invece - a quanto si apprende - lunedì pomeriggio.
Sala respinge categoricamente ogni accusa e al Corriere definisce “allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura”. Sul caso Pirellino, il sindaco si difende: “L’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”. Mentre riguardo alla questione della Commissione Paesaggio, Sala chiarisce: “La composizione viene gestita da un’apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti. Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni”.
Il primo cittadino, secondo quando riportato dal Corriere della Sera, risulta coinvolto per due distinte ipotesi di reato. La prima riguarda “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone”, relative alla posizione di Marinoni. Secondo la Procura, Sala avrebbe fornito dichiarazioni mendaci sostenendo che non esistevano conflitti di interesse tra Marinoni e alcuni costruttori o progettisti le cui opere erano oggetto di valutazione da parte della Commissione Paesaggio. Tali conflitti sarebbero stati invece noti al sindaco già al momento della riconferma di Marinoni come presidente dell’organismo per il periodo 2025-2029, decisione presa nel dicembre 2024, quando l’ex presidente era già sotto indagine.
Il secondo capo d’accusa ipotizza un coinvolgimento di Sala in un episodio di “induzione indebita a offrire o promettere utilità”, legato al progetto di riqualificazione dell’ex grattacielo “Pirellino”, elaborato dagli architetti Catella e da Stefano Boeri (quest’ultimo è indagato in questo e imputato in altri due procedimenti giudiziari sull’edilizia milanese). Il progetto, ancora oggi oggetto di controversie legali, rappresenta uno dei nodi centrali dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica milanese.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha scoperto dai giornali di essere indagato dalla Procura milanese nell’ambito di una nuova inchiesta sull'urbanistica che ha portato i pubblici ministeri a chiedere l’arresto per sei persone. Tra queste figurano alcuni dei nomi più influenti dell’urbanistica milanese: l’assessore milanese alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni e il magnate dell’immobiliare Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato del gruppo Coima, società che sta ridisegnando la mappa della città. Tra gli indagati (almeno 21 tra costruttori, progettisti e società) anche l'archistar Stefano Boeri.