
La parte pericolante dell’ex complesso industriale è stata demolita Allo studio c’è un progetto residenziale
La politica al momento non ci sta. Tutti contenti di poter affrontare il tema della riqualificazione dell’ex Dell’Orto, ma non alle condizioni proposte dal privato. Indispensabile sedersi al tavolo, trattare, senza rinunciare ad alcuni obiettivi che sono già stati definiti per tutelare la città. Questo, in sintesi, quanto è emerso in Consiglio sull’ex Dell’Orto, tema che per una volta ha messo d’accordo maggioranza e minoranza. "L’intenzione è di raggiungere accordo che renda possibile interesse pubblico e interesse privato – ha commentato Renato Minotti (Pd), presidente della commissione Pianificazione territoriale -. Non esiste però che non vengano soddisfatte alcune richieste dell’amministrazione. Non si fa così per cercare di raggiungere un accordo". A portare il tema in aula è stato Luca Tommasi (Forza Italia): "Mi sono reso conto che abbiamo tanti dubbi – ha spiegato -. Anche in commissione è emerso che ci sono criticità. Tra queste la chiusura di via San Rocco, così come la torre in un quartiere che ha soprattutto case basse. E poi a fianco dell’intervento c’è una chiesetta, forse poco conosciuta, ma che andrebbe tutelata per gli affreschi del 1500. Sulla riqualificazione dell’ex Dell’Orto dobbiamo avere una cautela incredibile. Sì migliorare la città, ma dovevano essere concessi più spazi per il sociale. Il problema non sono solo le auto".
Invita alla massima attenzione anche Samuele Pallavicini (Fratelli d’Italia): "L’amministrazione non può entrare nel merito di tutti i dettagli del progetto – ha evidenziato – ma il privato non può fare l’intervento senza interloquire col Comune. Bisogna ricavare il maggior beneficio possibile: parcheggi, viabilità, cessione aree, opere di urbanizzazione, edilizia convenzionata. Alla fine il progetto sarà in tutto e per tutto la visione dell’amministrazione. Questa è la sfida più grande da affrontare in questi anni". Edoardo Trezzi (Lega) ha espresso perplessità sulla richiesta di pedonalizzazione: "Non sono esperto, ma credo che avrà come unico effetto quello di aggravare la mobilità in quella zona. Non ci sarebbe più uno sbocco utile per fare defluire le auto. Favorevole alla riqualificazione dell’area, che è un pugno nello stomaco per i seregnesi, ma bisogna cercare un punto di incontro tra pubblico e privato per garantire benefici alla nostra città. Sono tuttavia certo che il nuovo insediamento residenziale comporterà criticità dal punto di vista viabilistico". Minotti ha già espresso disagio per alcune proposte: "La proprietà ha una possibilità di 12mila metri quadrati dovuti alla superficie di pavimento esistente. Dovremo salvaguardare aspetti fondamentali. Abbiamo chiesto per esempio la pedonalizzazione del primo tratto di via San Rocco, ma se la proprietà lì mette l’accesso al parcheggio privato sotterraneo non va molto bene".
Molto diretto l’assessore Giuseppe Borgonovo, assessore alla Pianificazione territoriale: "Sento parlare di dubbi, non è corretto. Questa è una situazione di fatto. A dicembre abbiamo ricevuto un pre-progetto. Su quello abbiamo dato linee di indirizzo che prevedevano una quota di edilizia convenzionata importante (il 6 per cento). Ci aspettiamo una quota rilevante di destinazione a servizi pubblici. Questo non è presente nel piano integrato di intervento che ci è stato poi consegnato".
G.G.