MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Leoncavallo e il bando pubblico per la nuova area comunale: il primo grattacapo

Milano, l’1 o 2 settembre l’incontro in preparazione della manifestazione del 6. Alla gara per l’area di via San Dionigi non potranno partecipare la Mamme antifasciste: scende in campo la Fondazione

Il centro sociale Leoncavallo due giorni dopo lo sfratto

Il centro sociale Leoncavallo due giorni dopo lo sfratto

Protesta e proposta. È doppia la strategia del Leoncavallo in vista delle prossime settimane. Certo, dopo lo sgombero a sorpresa di giovedì mattina, gli antagonisti vogliono lanciare un messaggio politico forte contro il Governo Meloni. A questo servirà il corteo milanese in programma il prossimo 6 settembre. Una manifestazione che gli organizzatori prevedono “molto partecipata”, dunque che vedrà in piazza migliaia di persone. Prima del corteo, l’1 o il 2 settembre, si svolgerà un’assemblea cittadina proprio in vista della mobilitazione di piazza: la sede dell’assemblea dovrebbe essere la Camera del Lavoro o un Circolo Arci.

Il futuro

Oltre alla protesta, però, c’è anche il fronte legato alla futura sede del centro sociale. Giovedì prossimo la Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala approverà le linee di indirizzo di un bando che ha l’obiettivo di raccogliere manifestazioni d’interesse su una serie di aree a Porto di Mare, tra cui quella di via San Dionigi 117 dove c’è un capannone comunale dismesso su cui il Leoncavallo ha già presentato una manifestazione d’interesse lo scorso marzo. Una volta che Palazzo Marino avrà lanciato il nuovo bando, dunque, i rappresentanti del centro sociale sgomberato potrebbero fare un passo avanti.

Il bando

Ma a presentare la manifestazione d’interesse non sarà l’associazione delle Mamme antifasciste del Leonka, che, a causa di una serie di pendenze con il Ministero dell’Interno e con il Comune, sarebbe estromessa in automatico dalla gara, ma la Fondazione Leoncavallo nata nel 2004. L’articolazione del bando e il partecipante legale del fronte antagonista sono dettagli importanti. In caso di passi falsi, infatti, il centrodestra è pronto a presentare non solo un esposto in Procura, ma anche una denuncia alla Corte dei Conti per un eventuale danno erariale, visto che l’immobile di via San Dionigi è pubblico.

Polemica politica

La polemica politica nazionale tra centrodestra e centrosinistra sullo sgombero del Leonka, intanto, non si placa. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prova a gettare acqua sul fuoco ripercorrendo le ultime vicende giudiziarie legate all’occupazione ultratrentennale dei disobbedienti nello stabile di via Watteau: “Lo sgombero non è stato anticipato e anzi siamo stati condannati per un ritardo nell’esecuzione dello sfratto, quindi della restituzione alla proprietà. Io ricordo a tutti che abbiamo pagato e siamo stati condannati a pagare, per quel ritardo, 3 milioni e 300mila euro solo per i 10 anni pregressi e ogni ritardo avrebbe comportato un ulteriore risarcimento danni di più di 300mila euro all’anno”.

Il numero uno del Viminale, subito dopo, lancia un messaggio anche al centrodestra e spiega che CasaPound, il centro sociale di estrema destra presente a Roma, rientra nell’elenco degli immobili occupati da sgomberare: “Da prefetto di Roma, io sono stato quello che ha inserito CasaPound nell’elenco dei centri che sono da sgomberare. Prima o poi arriverà il suo turno”. Una posizione opposta a quella del ministro della Cultura Alessandro Giuli, il quale venerdì ha detto che CasaPound potrebbe non dover essere sgomberata. Ma Piantedosi precisa: “Credo che Giuli abbia detto che se si legalizza in qualche modo potrebbe non essere sgomberato. È successo già ad altri centri, il Comune di Roma ha comprato addirittura delle strutture per legalizzarli, è successo anche in altre città”.

"La legge è uguale per tutti”

Il coordinatore lombardo di FI Alessandro Sorte, intanto, punzecchia FdI, per cui lo sgombero di CasaPound non sembra una priorità, e afferma: “La legge è uguale per tutti: nessuna occupazione abusiva può essere tollerata o legittimata” e quindi “che sia il Leoncavallo o Casapound, se qualcuno occupa abusivamente uno spazio deve essere sgomberato”. Maurizio Gasparri, capogruppo di FI al Senato, parla invece dell’ipotesi della concessione dell’immobile comunale di via San Dionigi al Leonka: “Che il sindaco Sala e compagni non osino dare luoghi gratuiti a questi prepotenti, paghino se vogliono una sede”.