
"Quale futuro per Kibera?". È la mostra del fotografo Bruno Zanzottera (a Villa Camperio, visita guidata giovedì 18 alle 20),...
"Quale futuro per Kibera?". È la mostra del fotografo Bruno Zanzottera (a Villa Camperio, visita guidata giovedì 18 alle 20), che con i suoi scatti racconta una delle baraccopoli più grandi dell’Africa. Con circa un milione di abitanti in appena 2,5 chilometri quadrati, Kibera è uno dei più affollati slum africani. Situato a poca distanza dal centro di Nairobi (Kenya), è un luogo di miseria, degrado, criminalità e spaccio. Non solo, però: a Kibera si incontrano anche tantissimi progetti che rispondono da un lato all’esigenza di inventarsi un mezzo si sopravvivenza, dall’altro sono l’espressione di una creatività straordinaria. Dentro Kibera c’è tutto un mondo fatto di artisti, musicisti, danzatori, acrobati e performer che attraverso la loro arte cercano di rendere più bello e vivibile lo slum, coinvolgendo spesso bambini e giovani in attività con risvolti educativi. Oggi però una nuova minaccia incombe su questa baraccopoli. La sua vicinanza al centro cittadino, infatti, la rende particolarmente appetibile agli speculatori edilizi. E così, i poveri di Kibera potrebbero essere obbligati ad andarsene. “Placemaking: luoghi connessi con le persone” è invece la mostra fotografica di Lorenzo De Simone, che porta a esplorare la bellezza della città non solo nella forma degli edifici o nella pulizia delle piazze, ma in ciò che accade tra le persone e i luoghi: nei gesti quotidiani, nei momenti condivisi, nella vita che scorre negli spazi pubblici. Il fotografo cattura con sensibilità e precisione la relazione profonda tra spazio urbano e vita umana. L’esposizione nasce da un’idea di Valeria Lorenzelli, con l’intento di costruire un percorso visivo che dia voce al legame tra persone e luoghi.
Ogni fotografia accompagna il visitatore in un viaggio che invita a riscoprire la bellezza invisibile della città: quella che nasce dall’incontro, dall’abitare condiviso, dalla capacità di trasformare uno spazio in un luogo desiderato. La mostra si ispira al libro “Placemaking”, scritto da Valeria Lorenzelli e vincitore del Premio Saggistica Economica e Sociale del Sole 24 Ore. Il suo lavoro propone una visione della città come spazio vivo, costruito attraverso le relazioni, i gesti quotidiani e la partecipazione attiva delle comunità.
C.B.