DARIO CRIPPA
Cronaca

Frode Aumai, la storia di “Sandro” il re dei supermercati cinesi finito in manette per evasione fiscale

Che n Wen Xu accusato di frode per 6 milioni con venti società cartiere. In due anni fatture false per 20 milioni. Ai domiciliari la compagna

Chen Wen Xu, detto “Sandro“, proprietario di Aumai, e l'inaugurazione di uno dei suoi supermercati in zona Loreto

Chen Wen Xu, detto “Sandro“, proprietario di Aumai, e l'inaugurazione di uno dei suoi supermercati in zona Loreto

MONZA – “Benvenuti al Grand Opening. Io sono cinese, milanese e anche un po’ brianzolo".

Quando nel 2016 aveva aperto ad Agrate Brianza il suo Cina Mercato, Chen Wen Xu, detto “Sandro“, l’imprenditore proprietario della catena di supermercati Aumai, aveva grandi ambizioni. L’idea era quella di delocalizzare l’ingrosso di prodotti cinesi di Milano, che ruotava attorno alla zona di via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese, offrendo così l’opportunità ai grossisti di un punto d’appoggio più efficiente sotto il punto di vista logistico, vicino alle grandi vie di comunicazione come l’A4, la Tangenziale est e la nuova Est esterna. Il più grande ingrosso cinese d’Europa.

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Ieri però i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Monza hanno dato esecuzione, su delega della procura della Repubblica brianzola, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti disposta dal gip presso il tribunale del capoluogo. Titolare di una serie di punti vendita della catena Aumai shopping e residente in provincia di Brescia, l’imprenditore di 47 anni è stato arrestato con l’accusa di frode fiscale mediante l’utilizzo di fatture false per aver evaso oltre 6 milioni di euro di imposte in due anni.

Ai domiciliari è finita la compagna, manager della società, e per due collaboratori è stata disposta l’interdizione dalle attività imprenditoriali. Un terzo collaboratore è stato sottoposto al divieto di espatrio. Tutti connazionali. Secondo le indagini delle fiamme gialle, utilizzando venti società cartiere, il gruppo avrebbe organizzato un sistema ‘multi-layered’ di frode nel settore del commercio dell’abbigliamento, strutturato in una rete di società (‘emittenti’, ‘filtro’ e ‘beneficiarie’), distribuite su tutto il territorio nazionale e gestite da cittadini cinesi incensurati.

Lo scopo era consentire alle società titolari dei supermercati – 14 imprese – di utilizzare false fatture per oltre 20 milioni di euro e di evadere, tra il 2019 ed il 2020, imposte per oltre 6 milioni.

Contestualmente, i finanzieri hanno dato esecuzione nelle province di Monza e Brianza e di Brescia, anche con l’ausilio di unità cinofile ‘cash dog’, a un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dalla stessa autorità giudiziaria, finalizzato alla confisca sia diretta sia per equivalente di beni per oltre 6 milioni di euro, pari ai profitti illeciti dei reati ascritti, nonché a un sequestro impeditivo di disponibilità finanziarie nei confronti delle venti imprese ‘cartiere’ coinvolte. Sequestrate anche le ruote (mura) del Cina Mercato. Il provvedimento scaturisce da un’attività d’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Monza svolta dagli specialisti del nucleo di polizia economico-finanziaria di Monza partita da due supermercati Aumai della città. Nello specifico, le imprese ‘filtro’ – individuate sulla base dei riscontri eseguiti dalle fiamme gialle attraverso perquisizioni ed analisi contabili e informatiche – pur mostrandosi apparentemente dotate di una veste operativa e legale, erano risultate di fatto prive di strutture aziendali (unità produttive e locali, magazzini, uffici), lavoratori dipendenti e beni strumentali all’esercizio delle attività imprenditoriali dichiarate. E avrebbero operato, sotto la regia occulta dei soggetti indagati, col solo scopo di consentire alle società titolari dei supermercati, la maxi evasione.