Frode fiscale, sequestro da 64,7 milioni di euro alla Gs del gruppo Carrefour

La società di proprietà del colosso francese è finita nell’inchiesta del pm di Milano Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera” per i servizi di logistica e movimentazione merci

A sinistra agenti della Guardia di finanza e a destra un supermercato Carrefour

A sinistra agenti della Guardia di finanza e a destra un supermercato Carrefour

Milano, 15 aprile 2024 – La società GS del gruppo dei supermercati Carrefour ha subìto un sequestro preventivo di 64,7 milioni di euro per frode fiscale da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano.

In una delle inchieste del pm di Milano Paolo Storari, sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”, anche Carrefour emerge tra i gruppi che negli anni hanno adottato il presunto sistema

Come funziona il sistema che ha portato al sequestro preventivo per frode fiscale? Secondo le indagini della Procura le grandi aziende si garantiscono "tariffe altamente competitive" sul mercato "appaltando manodopera" in modo irregolare per servizi di logistica e "movimentazione merci".

Il meccanismo e le indagini degli inquirenti

La frode deriva dall'utilizzo del meccanismo illecito di fatture per operazioni  inesistenti a fronte della stipula di contratti fittizi di appalto per la somministrazione di manodopera. Tutto ciò ha portato “all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro" si legge nella nota diffusa dalla procura di Milano.

Ricostruendo la “filiera della manodopera”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati "schermati" da società “filtro” che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (le cosiddette società serbatoio), che hanno omesso il versamento dell'Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale.

Le perquisizioni sono in corso nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Torino nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte.

Sequestri anche in aziende di logistica come Gls, Dhl e Ups

Le indagini si concentrano sugli anni tra il 2018 e il 2022 quando GS spa del gruppo Carrefour ha "fatto largo ricorso all'esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto" con un meccanismo di presunte false fatture che "ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all'erario".

Uno sfruttamento lavorativo che non si è concluso ma come il presunto sistema fraudolento, è tutt'ora in atto e a tutto vantaggio della società della grande distribuzione alimentare. Nel decreto si legge che le indagini proseguono ancora per individuare "ulteriori serbatoi di personale", rispetto a quelli già messi nero su bianco negli atti.

Nell'atto del pm c'è anche il lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di aziende della logistica, della grande distribuzione, del facchinaggio e anche della vigilanza privata, tra cui diversi colossi nei rispettivi settori. Tra queste Dhl, il gruppo Gls, Spumador, Salumificio Beretta, Spreafico, Movimoda, Uber, Lidl, Nolostand-Fiera Milano, Schenker, Aldieri, gruppo Cegalin-Hotelvolver, Brt, Geodis, Esselunga, Ups, Chiapparoli e Securitalia.

La frode fiscale da 1,8 miliardi di euro

Non è la prima volta che il gruppo francese finisce al centro di indagini di questo tipo: nel 2022 la Procura di Milano aveva scoperto una frode fiscale da 1,8 miliardi che coinvolgeva 34 persone e sette società, tra cui anche nomi eccellenti come GS e Auchan.

Anche in quel caso il Gip aveva disposto un sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro, pari all'ammontare dell'imposta evasa, nei confronti di 15 società e per equivalente nei confronti delle persone fisiche indagate dei rispettivi reati tributari.

Le indagini del pm Storari

Il pm Paolo Storari è attivo in indagini che riguardano i serbatoi di manodopera e negli ultimi tempi le indagini coordinate anche da lui hanno portato sotto l’occhio della lente molte aziende dal nome rilevante: a inizio anno l’Alviero Martini Spa è stata indagata per caporalato nei subappalti e sfruttamento per cucire le borse di lusso e poco fa la Giorgio Armani Operations Spa è stata sottoposta alla misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per aver prodotto borse e cinture prodotte in opifici con manodopera sfruttata.