Aumai e la frode fiscale da 20 milioni: chi è Che Wen Xu, detto Sandro. Dal primo negozio a Brescia all’impero del made in China

Monza, il titolare della catena di supermercati è arrivato in Italia nel 2000: ora ha 39 negozi in tutto il Paese

Il negozio Aumai di piazzale Loreto a Milano. A destra: Chen Wen Xu, detto Sandro (Foto Radaelli)

Il negozio Aumai di piazzale Loreto a Milano. A destra: Chen Wen Xu, detto Sandro (Foto Radaelli)

Monza – È finito in carcere con l’accusa di essere al centro di una maxi frode fiscale da oltre 20 milioni di euro, con 6 milioni di tasse non pagate. È Chen Wen Xu, alias Sandro, titolare della catena di supermercati cinesi Aumai. Secondo l'inchiesta coordinata dalla Procura di Monza è l’organizzatore di un articolato sistema di false fatturazioni architettato per evadere il fisco, con un guadagno occulto di circa 6 milioni di euro in due anni. Ai domiciliari è finita anche sua moglie e manager della società.

La Finanza in queste ore sta operando sequestri preventivi ai fini di confisca su quote societarie e conti correnti, mentre i negozi non saranno oggetto di provvedimenti e continueranno a restare aperti.

Un fulmine a ciel sereno per il primo "self made man” dei supermercati cinesi in Italia, molto noto a Brescia, sua città di adozione. Arrivato in Italia a inizio anni 2000, il 47enne ha dato il via ad un'impresa che nel giro di pochi anni gli ha permesso di aprire punti vendita in tutta Italia, arrivando a contarne 39, partendo dal bresciano e dalla provincia di Monza, fino ad arrivare ad un fatturato di 60 milioni di euro l'anno.

Nel dicembre 2016 fece notizia l'apertura del primo megastore di prodotti cinesi Aumai in Italia ad Agrate Brianza (Monza), con oltre 35mila metri quadri per un investimento da 50 milioni di euro a partecipazione bancaria, dopo che la sua società aveva già trovato “casa” nella ex Upim di piazzale Loreto a Milano. Nel 2018 l'imprenditore cinese aveva acquisito all'asta un ramo d'azienda della Carnevali, storica azienda bresciana con punti vendita di abbigliamento, fallita l'anno precedente.