
L'assessore uscente Giancarlo Tancredi
Milano – Un ticket per la nuova urbanistica milanese. Non una nuova figura, ma due. Nel rebus che riguarda il successore dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, dimessosi lunedì a causa dell’inchiesta della Procura, che ha chiesto il suo arresto, il sindaco Giuseppe Sala e il Partito democratico provano a trovare una soluzione definitiva – per ora le deleghe di Tancredi sono state affidate alla vicesindaco Anna Scavuzzo – che possa rilanciare l’amministrazione comunale e gestire la difficile partita sul progetto del nuovo stadio a San Siro, una partita che il centrosinistra ha deciso di rimandare a settembre, dopo la pausa estiva.
Non una nuova figura, dicevamo, ma due. Perché ieri è emersa l’ipotesi che il primo cittadino possa nominare un superconsulente per la legalità e la trasparenza, una figura di garanzia nei confronti della Procura, un esperto di tematiche urbanistiche in grado di lavorare insieme al nuovo assessore. In pole position – secondo quanto scrive Repubblica – ci sarebbe Federico D’Andrea, 66 anni, appena nominato come presidente di Principia, l’ex Arexpo, in quota Comune, una carriera lunga trent’anni nella Guardia di Finanza, con cui ha indagato dal 1995 al 1999 nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite. D’Andrea è una persona molto stimata da Sala ed un nome conosciuto in Procura.
Un profilo che potrebbe dare un primo segnale nella direzione che il Comune auspica: una normalizzazione dei rapporti con i magistrati milanesi. Sembra che, visti gli incarichi ricoperti da D’Andrea – presidente di Principia senza compiti esecutivi e a titolo gratuito – non ci sarebbe incompatibilità con un eventuale nomina a superconsulente del Comune. Una nomina che al Pd milanese non dispiacerebbe, anzi. Ma che ingarbuglia una matassa già complicata da sbrogliare: cioè trovare un assetto definitivo per il dopo-Tancredi. Sì, perché la nomina del superconsulente non si capisce esattamente se dovrebbe avvenire contestualmente a quella del nuovo assessore – come sostengono alcuni autorevoli esponenti di Palazzo Marino – oppure potrebbe essere utile per delineare un cambiamento in due fasi distinte: prima la nomina del superconsulente e poi, senza fretta, dopo le vacanze estive, quella del nuovo assessore, ancora da individuare.
A quanto si apprende, Sala sta aspettando un nome – o una rosa di nomi – da parte del Pd. I “papabili“ usciti finora, dalla professoressa di Urbanistica al Politecnico Elena Granata al manager di Mm Simone Dragone fino agli altri docenti Gabriele Pasqui e Matteo Bolocan, sembrano ormai “bruciati“. Si punta a un tecnico con un minimo di dimestichezza politica, perché le partite urbanistiche da gestire a Palazzo Marino da qui alle elezioni comunali del 2027 sono delicate e complesse: dal già citato dossier San Siro fino alla redazione di un nuovo Piano di governo del territorio, sempre che la situazione politico-amministrativa in Comune consenta di tentare imprese così difficili.
Esiste anche una terza posizione, per ora minoritaria, nell’amministrazione targata centrosinistra: far gestire la partita, tutta politica, del progetto del nuovo San Siro, al sindaco e alla vice con delega all’Urbanistica Scavuzzo, esponente del Pd. Uno scenario che parte da un’osservazione: un nuovo assessore dal profilo più tecnico che politico, magari nominato a settembre, come farebbe a entrare subito in partita nel confronto con Milan e Inter e, soprattutto, con la maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale? Sì, perché il nodo da sciogliere riguarda i numeri da trovare nell’aula di Palazzo Marino per far approvare la delibera di Giunta sulla vendita dello stadio Meazza e dell’area limitrofa ai club, una delibera anch’essa slittata a dopo la pausa estiva. E se la Scavuzzo fosse l’assessora giusta per aiutare il sindaco a provare a portare a casa il “sì” del Consiglio comunale sul dossier San Siro?