
La protesta dei consiglieri di centrodestra
Milano, 21 luglio 2025 – Cartelli che riportano cinque domande sull’urbanistica. E richieste di dimissioni che non si fermano, ma vengono precisate e riponderate anche alla luce del fair play tenuto dai vertici nazionali: “Giuseppe Sala e la sua Giunta devono dimettersi non per l’inchiesta ma perché la città è bloccata”. Questa la posizione espressa anche ieri da Fratelli d’Italia e Lega in Consiglio comunale. Il Pd difende, invece, il sindaco. Non così EuropaVerde e AVS.

Truppo (FdI): “Sala è un vaso di coccio”
“Il giorno più infuocato della consiliatura del Sala bis delude le opposizioni del centrodestra. È stata chiesta la testa dell’assessore Giancarlo Tancredi ma il sindaco si è auto-assolto sul piano politico – attacca Riccardo Truppo, capogruppo di FdI –. La maggioranza di centrosinistra ha dimostrato di essere completamente disomogenea in merito alle grandi sfide della città. Il Pd prima ha bacchettato il sindaco al quale ha fatto una lista della spesa chiedendogli un completo cambio di rotta e allo stesso primo cittadino è andato bene tutto. Avremmo preferito, invece, che Sala non volesse fare il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro”.

La Lega: “Il centrosinistra ha fallito”
“Il giudizio della Lega – si legge in una nota diramata da Roma – sulla Giunta di Sala è pessimo e non per le inchieste giudiziarie che stanno travolgendo Palazzo Marino. Nell’attesa che la magistratura faccia il proprio corso, la città è diventata una boutique su misura per milionari, sempre più insicura, sfiduciata e paralizzata, incapace di trattenere giovani, precari o ceto medio. Il centrosinistra ha gravemente fallito e dovrebbe consentire ai milanesi di tornare al voto”.

Sardone (Lega): "Lenta agonia”
In aula, per il Carroccio, interviene la vicesegretaria Silvia Sardone: “Il sindaco, in versione Attak alla poltrona, ha voluto imporre a Milano una lenta agonia. Nel programma di Beppe Sala sindaco del 2021 si leggeva ’incorruttibili, capaci e indipendenti’. A distanza di qualche anno sono parole tragicomiche che la dicono lunga sulla sinistra inconcludente e arrogante. Noi volevamo un passo indietro perché ormai i disastri di questa Giunta si moltiplicano giorno dopo giorno. Invece per i prossimi due anni l’amministrazione continuerà a vivacchiare costringendo Milano a rimanere ferma tra degrado, insicurezza e qualche follia green”.

I Dem: “Discorso bello e sincero”
Di tutt’altro avviso il Pd. “Dal sindaco Sala un discorso bello e sincero. Ora si dovrà andare avanti con grande combattività, unità ed energia”, dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Consiglio regionale e componente della segreteria nazionale dei Dem. “Dobbiamo aprire una fase nuova. Nessuno vuole passare questi ultimi due anni a vivacchiare, saremmo un insulto allo spirito ambrosiano – sottolinea Beatrice Uguccioni, capogruppo Pd in Consiglio comunale –. C’è chi oggi fa finta di non vedere il percorso fatto dalla città e prova a criminalizzare tutto in modo indiscriminato. Ma Milano è diventata il punto più avanzato del Paese, un ponte tra l’Italia e il mondo. Ora sfruttiamo questa bufera per rimettere in discussione alcune politiche che oggi faticano a rispondere ai bisogni dei milanesi. Ripartiamo uniti e coesi. Non pensando al 2027 (data della fine del mandato di Sala ndr), ma al 2032”.
Monguzzi: “Finita a tarallucci e vino”
Nel suo intervento, Uguccioni ha anche evocato due nomi simbolici nei rapporti tra politica e magistratura: “Siamo qui per un’indagine. E allora lo dico chiaramente, a destra e a sinistra. Faccio due nomi: Pietro Tatarella e Filippo Penati. Assolti dopo aver visto le loro vite stravolte”. Critico Carlo Monguzzi, storico ambientalista dei Verdi: “Tutto è finito a tarallucci e vino. Inaccettabile. L’unica cosa che interessa è vendere San Siro”.

Particolarmente duro lo scontro tra Sala e il consigliere comunale Enrico Marcora, di Fratelli d’Italia, che l’altro ieri ha postato sui social una foto con il sindaco vestito da galeotto: “Ho segnalato il caso ai vertici di FdI, al presidente del Consiglio e del Senato” ha fatto sapere Sala. “Diritto di satira”, la replica.