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Arrestato in Svizzera Flavius Savu, il latitante condannato per il ricatto hot al santuario della Bozzola di Garlasco

L’uomo era latitante da quando, nel 2018, era stato condannato a cinque anni e sei mesi per estorsione. Dalla latitanza aveva fatto il nome di Chiara Poggi, sostenendo che la ragazza avesse scoperto un giro di scandali sessuali al santuario

Da sinistra, l’avvocato Roberto Grittini, Florin Tanasie e Flavius Savu

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Garlasco (Pavia), 9 settembre 2025 – Il 31 maggio del 2018 era stato condannato a cinque anni e sei mesi per estorsione ai danni dell’ex rettore del santuario della Bozzola (un anno e otto mesi per il complice Florin Tanasie). Un caso di ricatto a luci rosse che aveva sconvolto Garlasco, ma per il quale Flavius Savu, che dopo la condanna si era allontanato dall’Italianon aveva scontato poi la sua pena, rimanendo latitante per anni. Ora l’uomo, di nazionalità romena, è stato arrestato a Zurigo, in Svizzera. Dovrà espiare circa quattro anni in quanto ha un presofferto cautelare, ossia è stato agli arresti, di poco meno di un anno.

Garlasco e i due casi intrecciati

"Me l'hanno riferito alcuni parenti, confermo l'arresto – è il commento all'AGI del suo legale Roberto Grittini -. È possibile che lo possano sentire nella nuova indagine su Garlasco visto che è stato tirato in ballo".

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I due casi – scandalo delle Bozzole e delitto di Chiara Poggi – si erano intrecciati quando, il 21 maggio scorso Savu aveva dichiarato dalla latitanza al programma 'Chi l'ha visto?' che "Chiara Poggi aveva scoperto un giro di scandali sessuali nel santuario e aveva detto che avrebbe parlato". Una pista che per il momento non ha trovato appigli investigativi da parte della Procura di Pavia e dei carabinieri.

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"Mio zio Savu un giorno in confidenza mi disse che aveva conosciuto una ragazza di Garlasco di nome (omissis). Lei stessa riferiva a mio zio che c'era un grosso giro di pedofilia e una specie di prostituzione riguardo il Santuario delle Bozzole gestito da un custode che lavorava per (omissis)" aveva poi scritto in un memoriale, nel giugno scorso, Cleo Koludra Stefanescu, in carcere per omicidio, nipote di Flavius Savu.

Il ricatto a luci rosse

Secondo le indagini Savu, 43 anni, con il complice, si era fatto consegnare ripetutamente ingenti somme di denaro da don Gregorio Vitali e don Pietro Rossoni, all'epoca rettore e vicerettore del santuario, minacciandoli altrimenti di diffondere, anche attraverso trasmissioni televisive, registrazioni audio e video dei loro incontri a sfondo sessuale. Tempo fa, gli atti dell'inchiesta sul ricatto orchestrato ai danni dei due religiosi sono stati acquisiti dai pm di Pavia nel fascicolo a carico di Andrea Sempio, l'amico del fratello di Chiara, ora accusato dell'omicidio della giovane avvenuto a Garlasco 18 anni fa. E questo non solo a causa delle interviste di Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, che ha parlato di un possibile "segreto" scoperto da Chiara su fatti a luci rosse avvenuti al santuario della Bozzola, ma anche – come detto – per via delle dichiarazioni simili rese in tv da Savu e dal memoriale dello stesso tenore consegnato da suo nipote, in carcere per omicidio, ai suoi difensori. Non si esclude che Savu possa essere interrogato su tali collegamenti definiti "suggestivi" e finora senza alcun riscontro.

Intanto domani mattina, a Milano, negli uffici della Questura, riprende l'incidente probatorio: gli esperti si riuniranno per la ricerca di impronte latenti su alcuni resti dell'immondizia sequestrata la mattina del delitto sulla scena del crimine.