ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

“Jannacciami!”, tutti in scena per i 90 di Enzo Jannacci. Il figlio Paolo: “Ora vorrei Vecchioni per Vincenzina”

Su Rai 3 il concerto del 3 giugno. E a gennaio si replica agli Arcimboldi

Enzo Jannacci era nato a Milano il 3 giugno del 1935: il concerto ha festeggiato quelli che sarebbero stati i suoi 90 anni

Enzo Jannacci era nato a Milano il 3 giugno del 1935: il concerto ha festeggiato quelli che sarebbero stati i suoi 90 anni

Milano – “Dopo venti minuti di spettacolo mi era già chiaro che per gli spettatori degli Arcimboldi non era un concerto dei tanti e che a unire gli animi era la voglia di esserci” ammette Paolo Jannacci parlando di “Jannacciami!”, lo show portato sul palco degli Arcimboldi il 3 giugno scorso, per festeggiare quelli che sarebbero stati i 90 anni di papà Enzo, che RaiTre trasmette questa sera. “Un’energia che m’ha fatto sentire a casa, tra amici, probabilmente avvertita davanti alle immagini pure dai dirigenti Rai se è vero che l’idea iniziale era quella di diluire lo show in due seconde serate mentre poi, alla fine, s’è preferito mandarlo integrale alle 21.30”.

Al di là del coinvolgimento emotivo, non è facile mettere insieme eventi celebrativi di questo tipo.

“Ventiquattro brani, una decina di ospiti, musicisti, orchestra d’archi, ho fatto tutto io in otto mesi di lavoro. Con mille cose nella testa, ad inizio serata ero un po’ teso, poi mi sono sciolto ed è stato un crescendo davvero bello”.

Momenti clou?

“Innanzitutto l’inizio, con la scena occupata da una grande radio, larga 4 metri e alta 2 e mezzo, realizzata da Claudio Garavaglia replicando fin nei dettagli la Phonola a valvole del ’60-’62 che ho ancora in casa e che ha dato il via allo spettacolo. Un modo molto teatrale per focalizzare l’attenzione sulla voce di Enzo che canta il frammento di “Souvenir“ in cui, rivolgendosi proprio a una radio, dice: “Parla con me / dimmi di gente che è sola / che vuole star sola / più sola di me“. Sipario, e via allo show con me al piano che canto “Giovanni telegrafista“”.

Un avvio molto alla Jannacci.

“Già. Ma il valore aggiunto della serata sono stati gli ospiti. Amici come Nek, che canta “Io e te“, come Ale & Franz, Paolo Rossi, Elio, che cantano assieme “Quelli che“, “E la vita la vita“, “Ci vuole orecchio“, “Silvano“, ma anche Ornella Vanoni con “Ma mi“ e J-Ax che irrompe subito dopo di lei dicendo: “Ho assistito alla cosa più bella degli ultimi dieci anni e adesso arrivo io... a distruggere tutto“. Della partita pure Francesco Gabbani con una “Vengo anch’io“ cantata assieme al pubblico”.

Un terzo momento?

“A tre quarti di concerto l’apertura di un secondo sipario che scopre l’orchestra d’archi diretta da Maurizio Bassi. L’accompagnamento giusto per cantare “Voglio parlarti adesso“, dedicata a papà, ma anche “El portava i scarp del tennis“ con Paolo Tomelleri al clarinetto, “L’Armando“, “Vincenzina e la fabbrica“. Finale teatrale con una ballad di forte impatto quale “Sfiorisci bel fiore“”.

C’erano pure Diego Abatantuono, Cochi Ponzoni e Massimo Boldi a cantare “Ho visto un re”.

“Sì, ma in tv, per una questione anche di diritti, non ci saranno”.

Il 12 gennaio si replica, sempre agli Arcimboldi.

“A grande richiesta. Non ci sarà l’orchestra d’archi, ma ho intenzione di espandere la band e ospitare in scena due batterie”.

Ospiti?

“Ho invitato tutti quelli del 3 giugno, ma non me la sento di costringere nessuno. Elio, Ale & Franz e Rossi hanno già detto di sì. Dobbiamo ancora parlarne, ma avrei in animo di moltiplicare le presenze di Paolo, affidandogli il fil rouge che lega le diverse parti dello spettacolo”.

Cambierà qualcosa pure in scaletta.

“Sì, 3-4 brani. Fra quelli che a giugno non ho fatto ci saranno di sicuro “Veronica“ e “Son s’cioppàa“, ma anche “Via del Campo“ (De André la scrisse sulla musica de “La mia morosa la va alla fonte“, una canzone scritta da Jannacci per il teatro nel 1965, ndr), ci ho messo dieci anni per riuscire a suonarla senza sfigurare e penso finalmente d’essere pronto”.

Un ospite che a giugno non c’era, ma le piacerebbe tanto avere?

“Roberto Vecchioni. Sentirlo cantare “Vincenzina e la fabbrica“ sarebbe bellissimo”.