ANDREA GIANNI
Cronaca

Truffa bitcoin, commercialista svende casa e studio: persi 500mila euro. Poi il malore fatale

Il dramma di un professionista 78enne morto dopo essere stato raggirato da sedicenti broker che gli hanno portavo via tutto. Le figlie lo hanno scoperto solo dopo la scomparsa del padre: “Non ci aveva detto nulla, la preoccupazione potrebbe averlo ucciso”

L'illusoria possibilità di facili guadagni con le criptovalute viene sfruttata dai cybercriminali per raggirare i risparmiatori

L'illusoria possibilità di facili guadagni con le criptovalute viene sfruttata dai cybercriminali per raggirare i risparmiatori

Milano – Due statuette che raffigurano animali sono tutto ciò che resta alle figlie, come ricordo del padre colpito da un malore e morto lo scorso 12 luglio all’ospedale San Raffaele all’età di 78 anni. 

L’uomo, un commercialista con studio a pochi passi da piazzale Dateo, nei mesi che hanno preceduto il decesso era rimasto vittima di una truffa, probabilmente commessa con il sempre più diffuso schema degli investimenti in bitcoin con la promessa di ingenti guadagni, che finiscono per prosciugare il patrimonio della vittima.

Una volta esauriti i risparmi, per far fronte alle richieste di bonifici è arrivato a vendere la casa, nove mesi fa, e poi lo studio professionale di circa 100 metri quadrati: sarebbe andato in fumo, così, circa mezzo milione di euro, finiti nelle tasche di ignoti truffatori.

La denuncia

Il tutto all’insaputa delle figlie (una vive a Roma e l’altra in Svizzera) che si sono accorte di quanto era accaduto solo dopo la morte del padre, esaminando le sue carte e trovando i documenti con le tracce dei bonifici in serie e in varie tranche su conti esteri. Hanno sporto quindi denuncia, consegnando alla Guardia di finanza lo smartphone e il computer dell’uomo, protetti da password, nella speranza di riuscire a venire a capo di un rebus che ha aggiunto dolore a quello provocato dalla perdita del padre.

I parenti

"Abbiamo scoperto che a gennaio si era già presentato dai carabinieri – spiega il genero – e aveva presentato una scarna denuncia, riferendo di aver ricevuto richieste di bonifici da parte di persone non precisate. Mio suocero era un professionista con 50 anni di esperienza alle spalle, una persona posata e senza problemi cognitivi, che conduceva una vita modesta e non era mai stata attratta dal lusso o dai soldi facili. Per questo siamo rimasti allibiti, quando è emerso che aveva speso tutti i suoi soldi ed era arrivato anche a svendere la casa e lo studio, senza raccontare nulla a noi familiari e senza mai esternare quelle preoccupazioni che hanno rovinato l’ultima parte della sua vita e forse hanno causato anche la sua morte".

La trappola

Il commercialista, secondo quanto sono riusciti a ricostruire i familiari, potrebbe essere stato agganciato sui social o al telefono da sedicenti broker che continuano a mietere vittime tra le persone più fragili promettendo di moltiplicare i soldi grazie a investimenti su piattaforme di trading, iniziando con piccole somme. Ai primi illusori guadagni, una volta conquistata la fiducia, seguono le perdite. E le richieste di denaro, secondo lo schema più diffuso, si fanno sempre più pressanti e minacciose. Si innesca quindi una spirale da cui è  difficile uscire, con danni economici e psicologici enormi.

Il diritto all’ingenuità

"Anche per noi è difficile ricostruire con precisione quello che è successo – prosegue il genero – perché i suoi dispositivi sono protetti da password. Sappiamo che sarà quasi impossibile recuperare le somme e identificare i responsabili che probabilmente si trovano dall’altra parte del mondo, ma ci farebbe piacere sensibilizzare sulla necessità di attività di prevenzione e tutele per le vittime, di fornire risorse e strumenti avanzati alle forze dell’ordine». Riprende quindi una frase dell’associazione Acta, che si occupa di contrasto alle truffe affettive e al cybercrime, sul diritto all’ingenuità: “Se una persona ingenuamente cade nella rete di questi criminali non va lasciata sola – conclude – perché tutti possono sbagliare, anche le persone che si ritengono inattaccabili”.