
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala
In una lunga intervista al rientro dalle vacanze il sindaco di Milano ha raccontato l'intenso settembre che lo attende. Molti i temi sul tavolo, a cominciare dall'accordo con Inter e Milan su San Siro. Sala ha assicurato che il nuovo stadio dovrà essere pronto per il 2031. Alla luce della storia infinita del Meazza, sarebbe stato più opportuno forse stare sul vago con la data di consegna.
Sulla spinosa inchiesta urbanistica, che lo vede coinvolto in prima persona, il sindaco ha poi ribadito di avere la coscienza a posto. Questo ci rassicura ma, diciamocelo, siamo nel campo dello scontato. Diverso sarebbe se sulla vicenda Sala avesse detto qualcosa del tipo che lui e la sua Giunta si sono sempre battuti per arginare l’ingordigia dei costruttori, che giustamente massimizzano i propri interessi ma che rischiano di trasformare l’urbanistica milanese in un “grattacielificio” se la politica non mette paletti.
Così giusto per far capire chi dà le carte. Avremmo toccato il cielo con un dito se poi Sala avesse addirittura annunciato “cose di sinistra”, chessò un vasto programma di edilizia agevolata, non casermoni vetero-comunisti ma abitazioni ben progettate, belle esteticamente e soprattutto accessibili per i giovani.
Utopistico? Troppo anche per una città futurista come Milano? Di questo passo continuerà di sicuro ad essere la città più esclusiva d’Italia ma anche la meno inclusiva. Una Milano solo da bere e non da vivere.