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Inchiesta Curva Nord, anche Marco Ferdico collabora con la giustizia: “Voglio chiudere i capitoli che mi riguardano"

L’ex capo ultrà interista già condannato a 8 anni nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano. Le ammissioni su una rapina nel Cremasco: ero il basista, ci servivano i soldi per la cocaina

Marco Ferdico era uno dei leader della Curva Nord nerazzurra

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Milano, 17 settembre 2025 – Anche Marco Ferdico, uno degli ex capi della Curva Nord interista, finito in carcere nel maxi blitz della Dda di Milano di un anno fa e già condannato a 8 anni, starebbe collaborando coi pm, dopo la scelta già intrapresa da un altro ex leader del direttivo ultrà nerazzurro, Andrea Beretta.

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Emerge da un verbale reso dal 40enne che in questo caso ha portato, in particolare, a riaprire la vicenda di una rapina a mano armata per un bottino da circa 120mila euro, avvenuta nel 2022 in provincia di Cremona. Ferdico, da quanto risulta dagli atti, prima in un interrogatorio dello scorso maggio davanti ai pm di Milano e poi in un altro di fine luglio di fronte agli inquirenti di Cremona, si è autoaccusato di essere stato il “basista” di un'aggressione con pistola e pestaggio fuori da un ristorante a Ripalta Cremasca, il 10 giugno di tre anni fa, ad una “persona facoltosa” che lui conosceva bene e a cui avrebbe teso una trappola. E ha tirato in ballo nei verbali per quella rapina anche Daniel D'Alessandro, detto 'Bellebuono’, arrestato in Bulgaria ad aprile in un filone della maxi indagine dei pm milanesi Paolo Storari e Sara Ombra e della Squadra mobile della Polizia sull'omicidio dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, ammazzato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa, nel capoluogo lombardo.

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Tranche sul cold case scaturita dalle dichiarazioni di Beretta, che ha avuto il ruolo di mandante, e che ha portato ad una misura cautelare anche a carico, tra gli altri, di Ferdico, che come altri, poi, ha confessato. D'Alessandro, invece, indicato come presunto esecutore materiale del delitto, negli interrogatori ha scelto di non rispondere. “Oggi sono qui per chiudere tutti i capitoli aperti che mi riguardano - ha messo a verbale Ferdico davanti al pm di Cremona Francesco Messina - in quel periodo, quello della rapina, eravamo assidui consumatori di cocaina, soprattutto io e D'Alessandro ed avevamo bisogno di denaro per acquistarne continuamente”.

Alla vittima vennero portati via un orologio di lusso e cinque bracciali d'oro del valore totale di 120mila euro.