
Turiste in rosso (eccetto una) in piazza Duomo
Milano, 3 settembre 2025 – Sempre più in alto. Citando un celebre slogan pubblicitario degli anni Settanta e Ottanta, Milano può continuare a compiacersi dei risultati del turismo raggiunti negli ultimi anni. A luglio il capoluogo lombardo ha registrato 921.353 visitatori, che equivalgono al 4,4% rispetto al luglio del 2024 e al 5,3% rispetto allo scorso giugno, cioè al mese precedente. Arrivi da record, che la città della Madonnina non aveva mai raggiunto finora, un’ennesima dimostrazione che ormai da città degli affari si è trasformata in città turistica a tutti gli effetti. Come Roma, Firenze e Venezia.
Allargando lo sguardo all’area fuori città, il trend non cambia. A luglio la Città metropolitana ha registrato il 3,4% in più di arrivi (1.165.872) rispetto al luglio dell’anno scorso (+3,9% rispetto allo scorso giugno) e l’Area Urbana (1.231.680) sempre il 3,4% in più rispetto a un anno fa (+3,6% rispetto allo scorso giugno).
L’aumento dei turisti in città va avanti ormai da oltre due anni, con due eccezioni, gli scorsi mesi di febbraio e marzo in cui c’è stata una leggera flessione, rispettivamente dello -0,7% e dello 0,5%. Eccezioni che confermano la regola della crescita infinita, almeno finora. Una crescita non priva di contraddizioni, come testimoniato da una serie di servizi del Giorno delle scorse settimane, in cui i ristoratori della Galleria raccontano del fenomeno del turismo low cost: molti visitatori, per lo più arabi, arrivano in città ma con budget di spesa non proprio elevati. Risultato: coperto contestato, pasti dimezzati, richieste di acqua dal rubinetto.
Eppure non sono i giovani e i giovanissimi a farla da padroni, nelle statistiche sugli arrivi a Milano. Anzi, anche a luglio, le due fasce d’età che sono state maggiormente rappresentate tra i visitatori nel capoluogo lombardo sono state quelle dai 31 ai 45 anni (26,6%) e dai 46 ai 60 anni (26,2%). Turisti che, teoricamente, dovrebbero avere maggiori possibilità economiche. E così è quasi sempre, soprattutto quando si tratta di visitatori europei, statunitensi e asiatici. Diverso il discorso per gli arabi, soprattutto quando arrivano in città i ceti medi o emergenti di Paesi come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. Persone che seguono l’esempio delle loro classi dirigenti, per cui Milano è diventata una delle mete preferite, soprattutto per lo shopping e per la moda, ma che non non hanno le stesse possibilità economiche dei ricchi – spesso costituita da sceicchi e petrolieri – e dunque devono fare i conti con il caro vita della città della Madonnina.

L’assessora comunale al Turismo Martina Riva, intanto, osserva: “I dati di questa estate confermano la forza di Milano come città attrattiva a livello internazionale, capace di unire grandi eventi sportivi e musicali a un’offerta culturale e turistica sempre più variegata. La sfida su cui continuiamo a lavorare è quella di puntare su un turismo di qualità, che significhi esperienze autentiche, sostenibili e allo stesso tempo accessibili a tutti. Settembre rappresenta un’ulteriore grande opportunità, con il Gran Premio di Monza e i numeri straordinari che porta con sé: un evento che non solo racconta la tradizione e la passione sportiva del nostro territorio, ma che contribuisce in modo determinante alla crescita del turismo e dell’economia della città".