
Il sindaco Paolo Micheli pronto a diffide, ricorsi al Tar e azioni legali
Segrate (Milano) – "Segrate non si tocca. Siamo pronti alle vie legali, se Salvini toglierà i fondi alla M4." L’intenzione del Ministero dei Trasporti, di spostare i finanziamenti destinati al prolungamento della metropolitana 4 verso Segrate per destinarli alla M5 verso Monza, è una scelta ingiusta, sbagliata e politicamente inaccettabile. Forte e chiara la presa di posizione del sindaco Paolo Micheli. Il primo cittadino di Segrate si dice pronto a diffide, ricorsi al Tar e azioni legali, se la sua città resterà orfana dei 420 milioni di euro che, in teoria destinati al potenziamento della M4 Linate-Segrate, si è ora ipotizzato di destinare alla M5 Bignami-Monza.
La querelle riguarda la necessità di reperire risorse per coprire gli extracosti (589 milioni di euro) del prolungamento della linea metropolitana "lilla" verso la Brianza. Sul tema è intervenuto in questi giorni il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. "Visto che non moltiplico i soldi e considerato che sulla M5 abbiamo già messo un miliardo di euro a cui ho aggiunto cento milioni - ha dichiarato Salvini da Brugherio, dov’è intervenuto alla festa provinciale della Lega - se il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ritengono che, data la progettazione più avanzata, sia più utile investire sul prolungamento fino a Monza e poi in una fase successiva intervenire su Segrate, io sono assolutamente a disposizione".
Ma l’ipotesi di dirottare i soldi da un’opera all’altra non piace a Micheli, che rimarca: "La M4 a Segrate è già finanziata con un decreto ministeriale e un cronoprogramma definito. Non è un sogno di una città, o di un sindaco: è un progetto già sulla carta, un’opera riconosciuta come strategica perché connessa all’aeroporto di Linate e al sistema dell’alta velocità".
"La legge 118/2025 - prosegue - prevede che i fondi per le infrastrutture non utilizzati entro il 31 dicembre 2025 vengano ritirati dallo Stato. Per questo è stato redatto l’allegato 1, una lista di progetti in varie città (Roma, Napoli, Torino) che rischiano davvero di perdere i finanziamenti, se non rispettano le scadenze. La M4 Segrate non è in quell’elenco e quindi i suoi fondi non sono soggetti a revoca immediata. I soldi che si libereranno dai progetti dell’allegato 1 potranno essere usati per altre opere: è da lì che si può finanziare la M5. Una linea per la quale non esiste alcuna priorità tecnica. M5 ed M4 hanno lo stesso livello di progettazione e interesse. Se il Ministero insisterà nella sua scelta arbitraria, reagiremo in tutte le sedi".
Sulla questione interviene anche l’assessora regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi: "Saranno - dice - i territori e i sindaci a decidere". Terzi fa notare che "lo stato di avanzamento del progetto M5 è l’unico, allo stato attuale, ad essere a un grado di avanzamento tale per cui il finanziamento integrale è necessario e non più rinviabile".