
Domani l’incontro con l’azienda. "Speriamo almeno nelle paghe arretrate"
"Abbiamo chiesto che vengano riportate con urgenza al Ministero le nostre istanze, ribadito che è necessario che il Governo si impegni a mettere in campo finanziamenti pubblici per confermare che il settore delle telecomunicazioni è un asset strategico". Questo all’indomani dell’incontro a Palazzo Lombardia tra una delegazione sindacale della Siae Microelettronica e della controllata Sm Optics di Cologno Monzese e Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia.
Alla vigilia dell’incontro convocato per domani al Ministero delle Imprese, Giorgio Pontarollo rappresentante sindacale della Fiom Cgil Milano, rilancia le richieste delle parti sociali. "All’incontro dovrebbe esserci l’azienda, è bene che sappia che questa sofferenza finanziaria è ormai intollerabile. Molti dipendenti hanno problemi economici perché attendono quattro mesi di arretrati - aggiunge - attendiamo di vedere se l’azienda rispetta la promessa fatta la scorsa settimana in occasione dell’incontro in Municipio, il versamento dello stipendio di maggio agli operai e il versamento del 50% agli impiegati.
È un’elemosina, ma per qualcuno rappresenta una boccata d’ossigeno. Inoltre ci aspettiamo che l’azienda arrivi al Ministero con garanzie rispetto al pagamento di tutte le mensilità arretrate". Il sindacato ha chiesto a Regione e Ministero di attivarsi affinché i 180 milioni di euro di soldi pubblici che Siae avrebbe a disposizione, "vengano messi a terra" anche perché il ventilato interesse per l’acquisizione di quote azionarie è ancora molto vago, "noi continuiamo a pensare che con un radicale cambio di governance e con investimenti mirati sia possibile rilanciare questo gruppo industriale che ha ancora tutte le caratteristiche per rimanere realtà strategica nel settore delle telecomunicazioni", conclude il sindacato.
In aula il confronto e fuori, davanti alla Regione, il presidio dei lavoratori e il racconto del contesto difficile in cui vivono, tra affitto, mutuo e bollette da pagare.
"Ci sono anche famiglie che lavorano in due nella nostra azienda e la cosa che ci confonde molto è che l’azienda non ci sta dando delle risposte certe, quindi continua a promettere e poi invece non arriva mai niente di quello che promettono", racconta Manuela.
Arrabbiati, ma non rassegnati, i 700 dipendenti dopo mesi di presidi e scioperi, ora attendo risposte dal Ministero, "la politica deve fare la sua parte per sbloccare la situazione", conclude la Fiom Cgil.