ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Sito industriale dell’ex Saronio : "Il Governo batta un colpo. Non si può aspettare ancora"

Cerro, a riportare l’attenzione sull’area dismessa dagli anni Ottanta la deputata Cinque Stelle Barzotti. L’area, 45mila metri quadrati con residui di arsenico e mercurio. Il sindaco: gara d’appalto per i lavori in vista.

Il sito industriale dismesso dagli anni Ottanta Ai tempi del fascismo si producevano armi chimiche

Il sito industriale dismesso dagli anni Ottanta Ai tempi del fascismo si producevano armi chimiche

"La vicenda dell’ex Saronio non può più attendere. Il Governo batta un colpo". A riportare l’attenzione sul sito industriale, dismesso dagli anni Ottanta, dove ai tempi del Fascismo si producevano armi chimiche è la deputata dei Cinque Stelle Valentina Barzotti, che già in passato si è occupata della questione anche attraverso interrogazioni ai ministri competenti. Il caso è quello del distaccamento militare dell’ex ditta chimica Saronio: 45mila metri quadrati di terreno ed edifici abbandonati, nella frazione Riozzo di Cerro al Lambro, con residui di arsenico e mercurio ancora presenti nel suolo.

"È necessario - incalza Barzotti - che il Governo chiarisca in tempi certi quando avranno luogo le demolizioni delle strutture produttive dismesse, se sia prevista una bonifica integrale dell’area e se la stessa sarà interessata da successivi progetti di recupero e rigenerazione urbana. Occorre restituire al territorio un’area oggi pericolosa e abbandonata, trasformandola in un’opportunità di sviluppo". Il sito, di proprietà del Demanio, è in gestione all’Esercito, che ha stanziato 800mila euro per la demolizione degli immobili fatiscenti e il piano di caratterizzazione.

Interventi che, tuttavia, devono ancora decollare, nonostante i numerosi annunci che si sono susseguiti nel corso degli anni. "Il nostro Comune è in costante contatto con l’Esercito - osserva il sindaco di Cerro, Gianluca Di Cesare -. Tra la fine di quest’anno e i primi mesi del 2026 dovrebbe essere bandita la gara per individuare le imprese che si occuperanno da un lato della demolizione degli stabili e la rimozione delle macerie, dall’altro della caratterizzazione. Due passaggi, questi, propedeutici alla bonifica. Intanto, il sito viene tenuto sotto controllo attraverso periodici sopralluoghi e interventi di disboscamento". "L’augurio - prosegue - è che, dopo decenni, possa esserci davvero una svolta in questa intricata vicenda. È importante sottolineare che l’inquinamento riscontrato nel terreno dell’ex Saronio non rappresenti un pericolo per la popolazione".

Dalla creazione di un bosco urbano a quella di un museo della pace, sono tante le idee per una possibile riqualificazione del sito. Ma qualunque progetto dovrà prima passare attraverso il risanamento dell’area, della quale verranno mantenuti, in quanto meritevoli da un punto di vista storico-architettonico, alcuni elementi: il cono prospettico dei capannoni e la torre dell’acquedotto con l’aquila fascista.

Intanto, la lista di minoranza Solidarietà civica indipendente propone l’istituzione di un tavolo di confronto tra enti, per contribuire a tenere alta l’attenzione sul tema. E i Cinque Stelle annunciano un incontro pubblico, nel mese di ottobre, "per sensibilizzare ancora".