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Il santo in felpa che ha cambiato la Chiesa: l’eredità di Carlo Acutis nel rapporto tra fede e modernità

Il patrono di internet ha aperto una strada nuova: si può essere santi indossando jeans e sneakers, programmando e pregando insieme

Carlo Acutis, il millennial che diventa santo: vita, morte e canonizzazione dell’informatico di Dio

“Un santo in felpa e scarpe da tennis”, così lo definì Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione dei Web Cattolici Italiani, cogliendo l’essenza rivoluzionaria della figura di Carlo Acutis. La sua canonizzazione rappresenta molto più di un riconoscimento individuale: è il sigillo ufficiale su una nuova modalità di vivere la santità nell’era contemporanea.

Carlo Acutis è spesso definito “il primo santo millennial”, ma questa etichetta generazionale rischia di essere riduttiva. La vera rivoluzione consiste nell’aver dimostrato che la tecnologia non è nemica della spiritualità, ma può diventarne strumento privilegiato. Il suo sito web sui miracoli eucaristici ha anticipato di anni quello che oggi chiamiamo “apostolato digitale”, aprendo una strada che migliaia di giovani cattolici hanno poi percorso.

Papa Francesco ha colto questa dimensione quando ha accelerato il processo canonico, intuendo che Carlo rappresenta una risposta alle sfide pastorali del terzo millennio.

L’impatto di Carlo sulla Chiesa contemporanea si misura anche attraverso i numeri: la sua tomba ad Assisi è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di persone ogni anno. Non il santo che si mortifica e si isola dal mondo, ma quello che studia informatica, prega il rosario e vive una vita normale trasfigurata dalla grazia.