
Emilio Fede al termine della sua esperienza a Mediaset, nel 2012
Milano, 2 settembre 2025 – Stimato e sbeffeggiato. Apprezzato e criticato. Da qualunque parte la si veda, la vicenda professionale di Emilio Fede, morto oggi a 94 anni, resterà quella di un protagonista assoluto del giornalismo italiano. Dagli inizi in Rai al passaggio alle reti di Berlusconi, fino alla controversa chiusura di esperienza, con tanto di licenziamento dal gruppo del Biscione, per oltre mezzo secolo, il giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto ha vissuto un’esistenza in prima pagina.
Numerose le reazioni arrivate alla notizia della sua morte. Politici, esponenti della società civile, colleghi hanno voluto ricordare l’ex direttore di Tg1, Studio Aperto e Tg4.
I commenti
"Se ne è andato Emilio Fede, e tanti - anche solo per ragioni di età - ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso". Lo scrive su Facebook Enrico Mentana. "Saluto un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell'informazione, attraverso il tempo e gli eventi. Buon viaggio Emilio". Lo scrive sui social il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, dopo la scomparsa di Emilio Fede.

Non è mancato il commento di uno degli alleati più solidi dell’ultimo Silvio Berlusconi, il leader leghista Matteo Salvini. "Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l'abbraccio della Lega": così si è espresso il ministro delle Infrastrutture. "Addio a Emilio Fede, storico volto di Rete 4 e per anni direttore del Tg4. Ha segnato un'epoca della Tv, del giornalismo e dell'informazione italiana lunga più di mezzo secolo". Ha scritto così su X Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e responsabile dei dipartimenti del partito.

La commozione
Commosso il ricordo di chi ha condiviso un lungo tratto di strada con Fede, Fernanda Gozzini, per 20 anni su addetta stampa a Mediaset. "Avevamo continuato a sentirci fino a non molto tempo fa ed era rimasto lo stesso – ha affermato – con il suo carattere forte e deciso, anche se nelle ultime telefonate lo sentivo un po' stanco e triste per le tante cose che non è riuscito a portare a termine".
È un “bigino” dei momenti targati Emilio Fede che hanno segnato la storia della tv italiana, invece, il ricordo del governatore veneto Luca Zaia. “Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano – afferma l’esponente leghista – La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l'inizio della guerra del Golfo con quell' “Hanno attaccato” entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya”.
"È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo", questo il ricordo del presidente del Senato Ignazio La Russa.
Schietto come da tradizione, invece, il collega Vittorio Feltri, altro decano del giornalismo italiano (come Fede fra i principali sponsor dell’avventura di Silvio Berlusconi in politica). Emilio Fede, dice Feltri all’Adnkronos, era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno".
Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale".