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Dal teenager milanese all’altare di San Pietro: la canonizzazione di Carlo Acutis

Diciannove anni dalla morte alla canonizzazione: un iter velocissimo che riflette l’urgenza della Chiesa di parlare ai giovani

Carlo Acutis, il millennial che diventa santo: vita, morte e canonizzazione dell’informatico di Dio

Il percorso di canonizzazione di Carlo Acutis è stato straordinariamente rapido per gli standard vaticani. Dalla morte nel 2006 alla canonizzazione programmata per il 2025 passano appena diciannove anni, un tempo record che riflette tanto l’eccezionalità del caso quanto l’urgenza della Chiesa di proporre modelli di santità comprensibili alle nuove generazioni.

La fase diocesana del processo canonico si aprì nel 2013 nell’arcidiocesi di Milano, sette anni dopo la morte. Un termine che può sembrare lungo, ma che in realtà è brevissimo considerando che solitamente la Chiesa aspetta almeno cinquant’anni prima di avviare cause di beatificazione. Il caso di Carlo beneficiò di quella che tecnicamente si chiama “dispensatio a tempore”, una deroga concessa direttamente dal Papa per casi di particolare rilevanza.

La beatificazione avvenne il 10 ottobre 2020 ad Assisi, in una cerimonia che, pur ridotta dalle restrizioni pandemiche, assunse un significato simbolico particolare. La scelta di Assisi non era casuale: la città di san Francesco rappresentava il luogo ideale per celebrare un santo che aveva saputo coniugare povertà evangelica e uso sapiente della tecnologia.

Nel maggio 2024, Papa Francesco riconobbe il secondo miracolo, autorizzando il Dicastero per le cause dei Santi a procedere verso la canonizzazione. La data del 7 settembre 2025 fu scelta per celebrare insieme Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, creando un ponte generazionale tra due modelli di santità giovanile separati da quasi un secolo ma uniti dalla stessa radicalità evangelica.

Il processo si è caratterizzato per il coinvolgimento massiccio di giovani e per l’uso di tecnologie moderne nella raccolta delle testimonianze, quasi a rispecchiare lo spirito innovativo del futuro santo. Una canonizzazione che rappresenta anche un esperimento pastorale della Chiesa nell’era digitale.

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