SIMONA BALLATORE
Cronaca

Delpini e il nuovo santo di Milano: “Carlo, simpatia irresistibile, un esempio di serenità”

L’arcivescovo tra i mille giovani che domenica saranno in piazza San Pietro per partecipare alla sua canonizzazione

Mario Delpini, arcivescovo di Milano

Mario Delpini, arcivescovo di Milano

Carlo Acutis, morto a 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante e già conosciuto in tutto il mondo come il patrono di Internet e non solo, sarà canonizzato domenica mattina insieme a Pier Giorgio Frassati.

Partiranno in mille da Milano per partecipare per la cerimonia in piazza San Pietro del primo ragazzo santo di Milano nonché il primo santo della generazione millennial. Tra loro anche l’arcivescovo Mario Delpini di cui ospitiamo un intervento.

Carlo Acutis, il 15enne santificato dopo la morte: è considerato il patrono di internet
Carlo Acutis, il 15enne santificato dopo la morte: è considerato il patrono di internet

"Il colpo di lancia. L’ultima crudeltà del soldato ha trafitto il cuore di Gesù. Il testimone che ha visto rivela che proprio quel colpo di lancia ha rivelato il compimento della missione di Gesù: essere dono, donare la vita, sangue e acqua, gloria nella carne. Anche così si può parlare della morte: come di una rivelazione.

Il colpo di lancia che ha spezzato la vita di Carlo Acutis, cioè la morte, ha attirato l’attenzione, ha dato da pensare, ha introdotto al suo mistero. Mi immagino lo strazio dei familiari, mi immagino l’emozione intensa come una ferita dei suoi compagni e dei suoi amici. La morte è una tragedia.

Eppure la morte prematura è stato l’evento che ha proposto all’attenzione di molti la figura e la storia di un adolescente santo. Nessuno può immaginare che cosa sarebbe stato di Carlo se avesse vissuto a lungo. Forse molti altri ragazzi e ragazze di quell’età erano e sono santi, devoti, generosi. Ma Carlo è stato posto sul candelabro come una luce per tutti quelli che sono nella casa. 

Come viviamo questo tempo prolungato di attesa per la canonizzazione di Carlo? Innanzitutto la simpatia. Non grandi imprese, non miracoli grandiosi, non dolorosi, prolungati giorni di malattia. Piuttosto c’è una attrattiva che percorre vie indefinibili eppure irresistibile. Si avverte in molti una ammirazione per Carlo che non è quella per un personaggio eminente, non quella per una specie di eroe fuori misura.

Carlo, piuttosto, è simpatico, come un amico che si incontra volentieri, come un compagno che sarebbe desiderabile avere in classe, un appassionato di montagna con cui sarebbe piacevole fare una camminata. La simpatia non è un sentire che si possa descrivere facilmente né artificiosamente costruire.

Ecco: un ragazzo simpatico che è santo. Una straordinaria popolarità. In un tempo relativamente breve la figura di Carlo è diventata straordinariamente popolare: anche in Paesi lontani si distribuiscono immaginette, si accolgono con entusiasmo reliquie, si attende la data del 7 settembre come un appuntamento atteso. Questa popolarità è, in un certo senso, sorprendente.

Il vescovo di Assisi, sua eccellenza monsignor Domenico Sorrentino, che tanto ha fatto per favorire il culto di Carlo, continua ad essere stupito per il numero di pellegrini che visitano la Basilica della Spogliazione dove è onorata l’urna di Carlo.

Con il suo limpido sorriso, con il suo gusto per la vita, con la sua navigazione in internet per esplorare conoscenze e miracoli eucaristici Carlo è una parola amica per quelli che vivono ora l’adolescenza. Gli adolescenti di oggi sono spesso descritti come un problema, come una tormentata infelicità o come una inaccessibile opacità, si parla delle loro paure e delle loro violenze, delle loro inconcludenze e delle loro lacrime. Insomma, si parla un gran male. Non dico che non ci siano buone ragioni per allarmi e rimproveri. Penso però che Carlo possa raggiungere i ragazzi e le ragazze di quindici anni con una parola amica, con una presenza rasserenante. Addirittura come un invito alla santità. A quindici anni, infatti si può essere santi. *Arcivescovo di Milano