
La Curva Nord di San Siro senza striscioni durante Inter-Torino
Milano, 27 agosto 2025 – Chiamateli, se volete, politici-ultrà. Nel senso letterale e sportivo del termine. Sì, perché talvolta la fede calcistica è molto importante per i rappresentanti delle istituzioni e dei partiti. Se ne è avuto un esempio anche ieri, il giorno dopo la protesta degli ultras interisti della Curva Nord fuori dallo stadio di San Siro, prima e durante Inter-Torino, contro le blacklist concordate da società e Procura per impedire ai tifosi più accaniti della Beneamata di abbonarsi al secondo anello verde, sì, proprio il settore in cui da sempre si radunano gli ultras nerazzurri.
Ieri, a freddo, dopo qualche ora dalla partita che ha visto la squadra di Christian Chivu trionfare per cinque gol a zero contro il Toro, il presidente del Senato Ignazio La Russa, tifoso interista doc e frequentatore della tribuna d’onore del Meazza, ha scritto un post sui suoi profili social in cui si rammarica dell’assenza della tifoseria organizzata dal loro consueto luogo di raccolta, la Curva Nord: “Mi è dispiaciuto l’annuncio della Nord di disertare il tifo per protesta. Le partite senza l’incitamento dei ragazzi (quelli buoni) della curva rischiano di essere penalizzanti e meno divertenti. Bisogna sì estirpare le male piante, ma senza trasformare le curve in un deserto. Ci vogliono equilibrio ma anche capacità di scelte coraggiose non solo penalizzanti. Forza Inter. Sempre!”.
Insomma, la seconda carica dello Stato, dirigente di Fratelli d’Italia, invita tutti a far tornare cori, bandiere e tifosissimi nerazzurri all’interno della Scala del calcio, pur ammettendo che le “male piante”, nel tifo organizzato, ci sono eccome, come ampiamente dimostrato dall’inchiesta della Procura “Doppia Curva“, che ha provocato la “decapitazione“ dei vertici degli ultrà sia dell’Inter che del Milan.
La destra milanese, da sempre, è vicina al mondo degli ultras, in particolare a quelli interisti. Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI nel Parlamento europeo, tifosissimo nerazzurro, frequentatore della Curva Nord, commenta quanto accaduto lunedì fuori e dentro San Siro e invoca dei criteri oggettivi, improntati sul garantismo, per stabilire a chi applicare e a chi no il divieto di comprare un abbonamento nel secondo anello verde: “Quello che sta avvenendo a danno di centinaia di tifosi delle curve milanesi, molti dei quali addirittura incensurati, a cui non è stato concesso di rinnovare il proprio abbonamento in curva perché ‘colpevoli’ di essere attivi nei gruppi o di aver partecipato a una contestazione pacifica, rischia di allontanarci dai principi giuridici del garantismo e di recare un danno irreparabile allo spettacolo di tifo e colore che da sempre le curve milanesi offrono alle loro squadre e al mondo intero”.
Il dirigente del partito di Giorgia Meloni, a questo punto, auspica che “a breve, società, Questura e Procura possano rivedere l’approccio tenuto fino ad oggi concordando criteri circoscritti, oggettivi e non discrezionali per gli eventuali provvedimenti di diniego. In tal modo si restituirebbe a centinaia di appassionati, che non hanno alcuna responsabilità nei reati riscontrati nelle recenti inchieste giudiziarie, la possibilità di seguire la propria squadra a San Siro e alla ‘Scala del calcio’ il calore e i colori che ne hanno fatto uno degli stadi più belli del mondo”.