
Un’immagine del passato della Curva Sud di San Siro, storico luogo di ritrovo degli ultras milanisti al Meazza
Milano – C’è chi ha notato, a caldo, sui social, che senza di loro lo stadio di San Siro non era più lo stesso: la sottosegretaria Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia. C’è chi ha scritto una lunga e articolata nota per difenderne la presenza al Meazza: il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico. C’è chi, ancora, ha affermato di rispettarne la protesta e di essere rimasto impressionato da una Scala del calcio in silenzio: il consigliere comunale del Partito democratico Alessandro Giungi. Parliamo degli ultras del Milan e della partita di domenica di Coppia Italia tra il Diavolo e il Bari, caratterizzata da una Curva Sud – il luogo caldo del tifo organizzato milanista – senza striscioni e senza cori. Un segnale di protesta dei tifosi più accessi dopo lo stop al rinnovo degli abbonamenti al secondo anello blu voluto dalla società di Gerry Cardinale per alcuni esponenti di spicco del tifo rossonero e, addirittura, anche per i loro familiari. “Buon teatro a tutti”: avevano annunciato la protesta del silenzio, gli ultras rossoneri, in una nota, alla vigilia di Milan-Bari, vinta poi dai rossoneri per 2-0 in uno stadio in cui si sentivano solo i cori dei tifosi della squadra pugliese. Scenario inedito che ha fatto storcere il naso a più di un politico-tifoso, come anticipato all’inizio.
Ma rimettiamo la palla al centro. Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione, milanista doc, sul suo profilo Facebook, dopo la partita a San Siro, ha scritto: “San Siro senza Curva Sud non è più lo stesso”. Non proprio un esplicito sostegno al ritorno degli ultras in Curva Sud, ma poco ci manca. Un altro politico milanista, il forzista Alessandro De Chirico, è stato ancora più esplicito in una nota resa nota ieri: “La Curva Sud è rimasta sempre in silenzio e lo stadio si è acceso solo per i gol. Un rumore assordante che ricordava tanto un’opera in scena alla Scala (non del calcio), ma che non c’entra nulla con il nostro stadio e lo sport più seguito in Italia dove la passione è tutto e può fare la differenza. In casa Milan sta regnando un brutto clima perché sono stati bandíti alcuni ragazzi della Curva Sud”. De Chirico è convinto che una situazione del genere non si sarebbe mai verificata durante la presidenza rossonera di Silvio Berlusconi e conclude: “La politica ha il dovere di interloquire con la società per trovare quanto prima una soluzione e mi attiverò per farlo. A settembre saremo chiamati a votare in aula a favore della vendita del Meazza e delle aree intorno per realizzare il nuovo impianto. Se queste sono le premesse non ci siamo proprio. Noi vogliamo uno sport sano che coinvolga gli appassionati e che non li metta alla porta al primo attrito. Ridate il Milan ai milanisti!”.
Anche il dem Giungi, altro rossonero sfegatato che prima di Milan-Bari si è fatto ritrarre in una video davanti a San Siro per ribadire la sua contrarierà alla vendita dello stadio comunale ai due club, scende in campo sulla rivolta degli ultras: “Penso che una forma di protesta come quella adottata dalla Curva vada comunque rispettata in quanto connotata da un comportamento non violento come quello del silenzio. Certamente in uno stadio come San Siro abituato a cori e scenografie, il silenzio colpisce ancora di più”.