Maltempo a Milano, allagato il quartiere Ponte Lambro. Danni nella Bergamasca e Lodigiano

A causa delle piogge torrenziali, l’acqua è fuoriuscita dai tombini e ha quasi raggiunto il livello degli argini. La Protezione civile ha chiuso le strade ed evacuato le comunità del parco

Ad appena tre giorni dall’esondazione del Seveso, anche il fiume Lambro è un passo dal superare gli argini a causa delle piogge torrenziali che imperversano sulla Lombardia da sabato sera. Le comunità del Parco Lambro sono state evacuate dalla Protezione civile: nel quartiere di Ponte Lambro le strade sono allagate, l’acqua fuoriesce dai tombini a fiotti e alcune cantine e garage sono sommersi. Resta per ora sotto controllo il livello del Seveso.

La circolazione stradale nelle zone limitrofe è limitata e diverse linee di bus e tram sono state deviate. Le autorità invitano popolazione a spostarsi solo se strettamente necessario. L’allerta meteo arancione in Lombardia per temporali e rischio idrogeologico durerà fino a lunedì mattina alle 9.00, orario dal quale persisterà comunque un allerta gialla nelle zone nord-orientali della regione. 

Approfondisci:

Nubifragio in Brianza, diversi fiumi esondati: oltre 50 interventi per allagamenti e frane

Nubifragio in Brianza, diversi fiumi esondati: oltre 50 interventi per allagamenti e frane

Il Lambro esonda solitamente quando il suo livello supera i 3 metri, benché dipenda anche da fattori come l’intensità e la durata delle piogge, la capacità di deflusso dei canali e lo stato delle opere di contenimento. Il livello alle 19.30, ha detto l’assessore comunale alla Protezione civile Marco Granelli, ha raggiunto i 2,70 metri sia a Ponte Lambro che ha Brugherio. "Memori di quanto successo pochi giorni fa – ha spiegato – abbiamo già fatto aprire tutti i chiusini e abbiamo in funzione due pompe idrovore in via Vittorini. Questo dovrebbe tutelare le cantine e la centralina elettrica”.

Cosa fare in caso di allerta meteo

Durante un’allerta meteo i cittadini e le cittadine sono invitati a non sostare nelle aree a rischio esondazione dei due fiumi e in prossimità dei sottopassi. Inoltre, si ricorda di non sostare sotto e nelle vicinanze degli alberi e nei pressi di impalcature di cantieri, dehors e tende. È importante provvedere alla messa in sicurezza di oggetti e vasi sui balconi e di tutti i manufatti che possono essere spostati dalle intemperie. Meglio anche prestare attenzione ai fenomeni meteorologici in occasione di eventi all’aperto, al fine di prevenire situazioni di pericolo.

Via Vittorini allagata, nel quartiere di Ponte Lambro. L'acqua fuoriesce a fiotti dai tombini (Ansa/Andrea Fasani)
Via Vittorini allagata, nel quartiere di Ponte Lambro. L'acqua fuoriesce a fiotti dai tombini (Ansa/Andrea Fasani)

Eventi climatici estremi

Gli eventi meteorologici estremi in Italia e in Lombardia sono impennati negli ultimi anni per intensità e frequenza. Tra tutte le regioni d’Italia, la Lombardia è quella in cui l’anno scorso si sono registrati più catastrofi, per un totale di 62 eventi, di cui 28 soltanto nel mese di luglio. Secondo la comunità scientifica, l’aumento di questi fenomeni è il diretto risultato della crisi climatica legata al riscaldamento globale, a suo volta causato dall’immissione nell’atmosfera di gas climalteranti prodotti dalle attività umana (prima fra tutti l’anidride carbonica).

Il “caso studio” di Seveso e Lambro

Tra le città più colpite da esondazioni, spicca in assoluto Milano, con 20 esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro registrate negli ultimi anni. Al Seveso, in particolare, il rapporto Clima Città di Legambiente dedica un intero capitolo e lo definisce “un corso d’acqua che non si presta a banalizzazioni. Intanto perché il Seveso è il vero ‘fiume di Milano’, ma non si vede. Perché è sotterraneo in tutto il territorio comunale, per cui la vera opera necessaria per rimetterlo in sicurezza sarebbe riportarlo alla luce”.

“Piuttosto complicato ovviamente – si legge nel rapporto – ma i ragionamenti dovrebbero andare in questa direzione, modificando le scelte insediative e recuperando le dismissioni per ripristinare la valle fluviale. Tutte azioni che costano. Costa recuperare e bonificare aree dismesse per trasformarle in aree di espansione fluviale (anche perché sono tutte aree che, a Milano, sono fortemente appetite dalla speculazione immobiliare)".