
Aziende in odor di mafia puntano agli appalti per i Giochi invernali
Milano, 10 agosto 2025 – I Giochi invernali in arrivo fanno gola alle mafie. Non è una novità, e da tempo si lavora per evitare che negli appalti per la kermesse a cinque cerchi si infilino aziende in odor di mafia. Anche nelle scorse settimane il campanello d’allarme è risuonato forte e chiaro, visto che a luglio la struttura per la prevenzione antimafia del Ministero dell’Interno ha adottato due provvedimenti interdittivi nei confronti di altrettante imprese che avevano chiesto l’iscrizione nell’anagrafe antimafia degli esecutori per partecipare alle opere dell’appuntamento olimpico e paralimpico di Milano-Cortina 2026.

Le ditte finite nel mirino fanno parte di un elenco completato da altre cinque aziende, interessate anche alla ricostruzione del post sisma del 2016 in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
Stando agli accertamenti del Viminale, sono collegate a organizzazioni criminali: cinque alla camorra, due alla ‘ndrangheta e una a un gruppo mafioso di matrice rom. Le interdittive mirano a escludere preventivamente le imprese da commesse pubbliche e, per la ricostruzione, anche private con contributi pubblici, contrastando infiltrazioni che alterano la concorrenza a danno delle aziende “sane”. Nei primi sette mesi del 2025, i provvedimenti sono saliti così a 30, con un incremento del 15% rispetto al 2024 (26), anche grazie a “una più stretta collaborazione con Dia, Gruppo investigativo centrale e Gruppi interforze antimafia delle prefetture”.
Il direttore della struttura Paolo Canaparo ha inoltre disposto misure di prevenzione collaborativa per una società della provincia di Milano con accertati tentativi di infiltrazione di natura occasionale. Il provvedimento, della durata di 12 mesi, prevede misure organizzative e obblighi di comunicazione; al termine dell’anno “sotto tutela”, se verranno meno le cause, sarà rilasciata l’informazione antimafia liberatoria.