MASSIMILIANO MINGOIA E NICOLA PALMA
Cronaca

Leoncavallo, i giorni delle scelte: oggi in giunta il bando sulla nuova sede

I militanti del centro sociale sgomberato nei giorni scorsi, intanto, lavorano alla manifestazione nazionale di sabato prossimo. Si partirà da Porta Venezia, prevista la presenza di almeno 70mila persone

Carabinieri e polizia schierati intorno all’area del Leoncavallo durante lo sgombero

Carabinieri e polizia schierati intorno all’area del Leoncavallo durante lo sgombero

Milano, 28 agosto 2025 – Non si sa ancora con certezza chi prenderà parte al corteo, ma ci sono già orario e punto di partenza (almeno nelle intenzioni degli organizzatori): concentramento alle 14 di sabato prossimo, il 6 settembre, a Porta Venezia, le coordinate già condivise sui social dal Leoncavallo.

Da lì dovrebbe scattare la manifestazione nazionale “Giù le mani dalla città”, organizzata per reagire allo sgombero del centro sociale andato in scena giovedì scorso in via Watteau. Dell’iniziativa si è parlato brevemente pure ieri mattina durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, anche se al momento non ci sono indicazioni precise sulle realtà antagoniste che aderiranno né sul numero di persone che scenderanno in piazza (una prima stima indicativa parla di 70-80mila).

Del resto, il preavviso in Questura deve ancora arrivare, considerato che manca più di una settimana; e di conseguenza non c’è un percorso definito. L’appuntamento sarà preceduto da un’assemblea pubblica di preparazione all’evento, in calendario martedì. “In difesa degli spazi pubblici e sociali autogestiti, contro la gentrificazione, per il diritto all’abitare, contro la speculazione edilizia, il saccheggio delle Olimpiadi Milano-Cortina e i padroni delle città!”, lo slogan rilanciato nelle ultime ore.

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La mobilitazione

“Lo sgombero del Leoncavallo – si legge ancora – è un’evidente conseguenza delle trasformazioni avvenute a Milano a partire dal piano urbanistico. Modello che si vorrebbe estendere altrove. Ma è anche vendetta del potere contro chi prova a resistere. La mano del governo è calata sul vecchio Leo, nel cinquantesimo anno della sua storia, per avviare la campagna elettorale della destra, a trazione Fratelli d’Italia, verso le prossime elezioni comunali”.

Nel comunicato, si parla anche del festival antirazzista “Abba Vive”, che si terrà al parco Sempione dal 5 al 7 settembre; un riferimento che fa pensare che l’area verde possa essere una delle tappe della manifestazione di sabato. “Costruiamo un corteo che tenga insieme generazioni diverse ed esperienze politiche differenti – l’appello finale –. La città orizzontale contro il verticalismo del potere”.

Il bando

In attesa della mobilitazione, sarà quello che accadrà oggi a segnare in maniera più significativa il futuro prossimo del Leonka. Sì, perché è il giorno della riunione di Giunta che varerà le regole d’ingaggio per dare una sede alternativa al centro sociale e realizzare il progetto di regolarizzazione che per anni ha segnato il passo e che ora lo sfratto ha trasformato in un percorso obbligato da completare in tempi rapidi.

L’esecutivo guidato dal sindaco Giuseppe Sala approverà le linee di indirizzo di un bando che ha l’obiettivo di raccogliere manifestazioni d’interesse su una serie di aree a Porto di Mare, tra cui quella di via San Dionigi 117 individuata in precedenza: un capannone comunale dismesso, per il quale il Leoncavallo si è fatto avanti ufficialmente lo scorso marzo. Una volta che Palazzo Marino avrà lanciato la gara, dunque, i rappresentanti del centro sociale sgomberato faranno un passo formale per cercare di aggiudicarsi l’immobile, che necessita di interventi di bonifica e di messa in sicurezza piuttosto onerosi.

La trafila

A presentare la candidatura, però, non sarà l’associazione delle Mamme antifasciste del Leonka, che, a causa di una serie di pendenze con il Ministero dell’Interno (il contenzioso legale sui 3,3 milioni che il Viminale ha dovuto bonificare ai Cabassi per lo sfratto ritardato dall’ex cartiera di Greco) e con il Comune, sarebbe estromessa in automatico dalla corsa.

Toccherà alla Fondazione Leoncavallo, nata nel 2004. L’articolazione del bando e il partecipante legale del fronte antagonista sono dettagli tutt’altro che secondari. In caso di passi falsi, infatti, il centrodestra è pronto a presentare non solo un esposto in Procura, ma anche una denuncia alla Corte dei Conti per un eventuale danno erariale, visto che l’immobile di via San Dionigi è pubblico.